LAVORO CON DIGNITÁ !
CAMPAGNA A SOSTEGNO
DELL’INTRODUZIONE DI UN CODICE
DI ETICA NEI
RAPPORTI DI LAVORO DELLE ZONE FRANCHE
DEL CENTROAMERICA,
DEI CARAIBI E DEL MESSICO
Moises Davila, operaio dell'impresa a capitale italiano
"Ecco", lavorando ad una macchina difettosa, si procura una lesione permanente
ad una mano. L'impresa rifiuta di pagare le spese mediche. Dieci lavoratori
della "Chih Hsing" vengono licenziati dopo uno sciopero fatto per chiedere
un aumento salariale. Il 10 novembre 1999, 400 operaie della "Chentex"
rimangono intossicate da esalazioni di gas tossici: la Croce Rossa riesce
ad entrare nello stabilimento solo dopo avere minacciato i dirigenti dell'impresa
di ricorrere alla forza…..
Storie ordinarie nel mondo in piena espansione delle Zone Franche del Centroamerica, dei Caraibi e del Messico, dove lavorano centinaia di migliaia di persone, principalmente nel settore tessile, in prevalenza giovani, per potere resistere meglio agli elevatissimi ritmi di lavoro, e donne, perché ritenute più idonee e più docili.
In queste aree, protette da legislazioni speciali e riservate anzitutto all’industria dell’assemblaggio di semilavorati prodotti altrove (le maquilas), gli investitori, in gran parte stranieri, godono di vaste esenzioni fiscali e sono svincolati dal rispetto di ogni contratto collettivo e norma di legge in materia di lavoro. Il prodotto finale, ottenuto con un orario di lavoro giornaliero di 10-12 ore ed a costi irrisori, viene esportato e acquistato da marche prestigiose di vestiario.
L’attività sindacale nelle Zone Franche si svolge in condizioni di semiclandestinità a causa dell’assenza di tutela legislativa e della politica antisindacale praticata dagli imprenditori che ricorrono sistematicamente al licenziamento politico oppure al ricatto del trasferimento della produzione in altri paesi.
Di fronte a questa situazione, un gran numero di organizzazioni sindacali dei paesi interessati, ha avviato da circa due anni un confronto finalizzato all’elaborazione di una strategia comune per la difesa dei diritti umani e sindacali dei lavoratori e delle lavoratrici delle Zone Franche.
Sindacati di Messico, Nicaragua, Costa Rica, Salvador, Guatemala, Haiti, Panama e Repubblica Dominicana si riuniscono periodicamente in una Conferenza Interregionale per discutere dei problemi delle "maquiladoras" delle zone franche e per pianificare delle linee di intervento.
I sindacati non sono contrari agli investimenti stranieri nei loro paesi, ma ritengono che i diritti dei lavoratori vadano rispettati anche nelle Zone Franche.
Sono stati raggiunti importanti accordi tra cui:
Una Campagna a sostegno dell’introduzione di un Codice
di Etica nei rapporti di lavoro è già stata avviata da alcuni
organismi della solidarietà nordeuropea ed è appoggiata dalla
Federazione Internazionale Tessile. Lo stesso sindacato nicaraguense, attualmente
incaricato del coordinamento dei lavori nell’area, richiede un appoggio
internazionale sotto forma di petizioni o altri strumenti che possano esercitare
pressione sui Governi dei paesi che ospitano le zone franche, sui Governi
dei Paesi da cui provengono i capitali, sulle associazioni imprenditoriali,
sulle imprese produttrici e su quelle che acquistano i prodotti e sul Parlamento
Centroamericano.
Si tratta di una battaglia difficile, considerato che la natura stessa della Zona Franca implica il supersfruttamento della manodopera, fonte degli alti profitti realizzati dalle imprese presenti in quelle aree. La retribuzione oraria media oscilla tra 1,51 dollari USA del Messico e 0,70 del Nicaragua, coprendo su base mensile approssimativamente il 51% delle necessità fondamentali. Inoltre il lavoro così creato, anche se sottopagato, rappresenta spesso una delle poche opportunità in paesi dove prevalgono condizioni di vita estremamente precarie. Il rischio che si produca una sorta di concorrenza al ribasso tra i paesi e le popolazioni più povere è dunque concreto.
Ma questi fatti non riguardano soltanto alcuni paesi lontani. Le imprese che delocalizzano la loro produzione o una parte di questa nelle zone franche non sono solo taiwanesi, coreane o nordamericane, ma anche europee ed italiane e quelle che acquistano sono in buona parte le firme famose che possiamo trovare in tutti i negozi. In secondo luogo, la logica che ispira le zone franche incontra porte sempre più aperte anche a casa nostra, dove alla disoccupazione di massa si risponde sempre di più invocando salari più bassi, maggiore "flessibilità", cioè precarietà, patti territoriali e contratti d’area.
In questo senso è fondamentale che il Governo italiano si impegni a non finanziare la delocalizzazione industriale.
La globalizzazione dello sfruttamento e della perdita dei diritti connessi al lavoro, la tirannia anonima delle imprese multinazionali che investono dove i costi sono più bassi e trasferiscono capitali al di fuori di ogni controllo e regola, richiedono la globalizzazione della risposta dei lavoratori, del movimento sindacale e di tutta la società civile.
Risultati importanti si possono ottenere, come ha dimostrato la sospensione dell'Accordo Multilaterale degli Investimenti (AMI) che intendeva abolire definitivamente ogni regola riguardante gli investimenti esteri, e come hanno dimostrato ora le mobilitazioni contro il Millennium Round di Seattle dell’Organizzazione Mondiale per il Commercio, dove i potenti della terra volevano trasformare il mondo in un supermercato ed i diritti di lavoratori e cittadini in merce a disposizione dei capitali transnazionali.
E’ necessario e possibile moltiplicare i momenti di dialogo e di coordinamento a livello internazionale, tra le organizzazioni di lavoratori e di disoccupati e tra tutte quelle espressioni associative della società civile che non intendono subire la grande svendita dei diritti. Un modo per farlo è ascoltare la voce dei lavoratori della zone franche, per ricomincare a conquistare i diritti negati.
PER TUTTI QUESTI MOTIVI ADERIAMO ED INVITIAMO AD ADERIRE A QUESTA CAMPAGNA CHE CONSIDERIAMO DI ALTO VALORE CIVILE E SOCIALE PER GARANTIRE CONDIZIONI DI LAVORO E DI REDDITO DIGNITOSE NELLE ZONE FRANCHE DEL CENTROAMERICA, DEI CARAIBI E DEL MESSICO.
INVESTIMENTI SENZA SFRUTTAMENTO E LAVORO
CON DIGNITA’
Associazione Italia-Nicaragua - Coordinamento
Nazionale