Intervista con Victorino Espinales Reyes (Presidente della Asotraexdan) e ingerenze USA nella vicenda legale Bananeras
di Giorgio Trucchi, ottobre 2002
GT: le ultime notizie che avevamo era che stavate prendendo la decisione di togliere la rappresentanza legale al vostro avvocato Walter Gutierrez ed al Buffet Giuridico di cui è socio principale, per i fatti accaduti in agosto al Tribunale di Managua. A che punto siamo?
VE: nel mese di gennaio di questo anno una commissione statunitense ha riunito vari dirigenti dei movimenti dei bananeros di Honduras e Costarica e li ha invitati negli Stati Uniti. Immediatamente noi abbiamo dato parere negativo a questa manovra in quanto dannosa per tutto il Centroamerica ed infatti, dopo 30 giorni, sono tornati dicendo che avevano raggiunto un accordo. In Costarica, per esempio, l’accordo è stato che il Governo, lasciando a un lato le multinazionali, si sarebbe reso responsabile rispetto alla domanda dei lavoratori e ciò ha diminuito di molto la forza della loro lotta. In Honduras le multinazionali hanno riconosciuto le loro colpe, ma hanno negoziato con i lavoratori una moratoria della causa di due anni. Quando accaddero queste cose cominciammo a renderci conto che qualcosa non funzionava. L’avvocato Gutierrez continuava a nasconderci informazioni, notizie, documenti e solo adesso abbiamo scoperto che fu lui ad impedire all’altro avvocato del buffet di venire a parlare durante il collegamento che dovevamo fare con la Radio Popolare di Milano. Il 15 di agosto, quando Gutierrez aizzò con una scusa un gruppo di ex lavoratori contro la Giudice Benavente, cominciammo a renderci davvero conto che qualcosa di serio stava succedendo. Il proposito era proprio quello di far cadere il processo o di far arrabbiare così tanto la Giudice affinché desse una sentenza negativa.
La cosa ancora più grave, che ci ha tolto qualsiasi dubbio, è stata quando abbiamo scoperto che l’avvocato Gutierrez era intervenuto direttamente presso la Giudice affinché accettasse un documento steso dall’avvocato della Chiquita Brands ed in cui la multinazionale chiedeva di essere tolta dal processo in quanto non aveva commesso il fatto per cui veniva denunciata da noi e denunciava l’irregolarità della legge 364 rispetto al versamento delle cauzioni, che secondo lui, pendevano ingiustamente solo le multinazionali e non sui denuncianti nicaraguensi. Ti ricordo che i termini previsti dalla Legge 364, affinché le multinazionali si presentassero in Nicaragua con il relativo versamento delle quote di garanzia, erano abbondantemente scaduti e quindi il nostro avvocato avrebbe dovuto chiedere alla Giudice di non accettare questo documento. Invece, non solo non l’ha respinto, ma ha cercato di convincere la giudice ad accettarlo! Di tutto questo abbiamo avuto le prove solo pochi giorni fa.
GT: Cosa succede dopo?
VE: A questo punto abbiamo capito che dietro a tutte queste manovre c’era qualcosa di più grosso. Ti ricorderai che il mese scorso avevamo fatto un comunicato in cui denunciavamo presunte pressioni da parte del Governo Bush sul Presidente Bolaños affinché fermasse in qualche modo il processo. Sono allora partito per il Salvador e per l’Honduras per riunirmi con amici che mi potevamo fornire delle informazioni.
E’ stato lì che mi hanno fatto sapere che il Procuratore Generale di Giustizia ed il Ministro degli Esteri erano coinvolti in qualche piano per fermare il processo. All’inizio siamo rimasti zitti perché non avevamo prove fino a che siamo riusciti ad avere nelle nostre mani la lettera, datata 2 settembre, che il Procuratore ha mandato al Presidente della Corte Suprema de Justicia (CSJ) con le sue considerazioni sulla Legge 364 e con la preghiera di mandarla a tutti i Giudici dei Tribunali Civili affinché siano informati di come la pensa lui su questo caso. Il Presidente della CSJ, dopo aver letto la lettera, effettivamente la invia a tutti i Giudici. A questa lettera se ne aggiunge poi un’altra, in data precedente alla prima, in cui il Ministro degli Esteri afferma chiaramente che l’Ambasciata degli Stati Uniti, attraverso l’Ambasciatore Oliver Garza, gli ha inoltrato le sue preoccupazioni su quanto sta accadendo con la Legge 364 e che di questo era già informato dato che la stessa Ambasciata aveva comunicato le stesse "preoccupazioni" al Ministro de Fomento, Industria y Comercio (MIFIC). Lo stesso MIFIC aveva poi mandato al Ministro degli Esteri due lettere, in aprile ed in luglio, dicendo che l’Ambasciatore aveva tutte le ragioni nel dire che la Legge 364 ha dei contenuti contrari alla Costituzione nicaraguense, discrimina le multinazionali che sono le uniche che devono versare delle cauzioni prima dell’inizio del processo e viola un Trattato di reciproco appoggio e protezione agli investimenti tra il Nicaragua ed gli Stati Uniti.
A questo punto il Ministro degli Esteri, nella lettera di cui ti sto parlando, chiede al Procuratore di stendere un’analisi sulla Legge 364 che poi, come abbiamo visto, viene mandata al CSJ. La cosa più importante che manca e che dovremmo riuscire ad avere nei prossimi giorni, è il testo della valutazione che il Procuratore Fiallos fa e che poi viene mandata ai Giudici. Da lì si potrà capire anche quale è la strategia di queste persone.
Gutierrez era già informato di tutto questo e questo lo si capisce da come coincidono le accuse contro la Legge 364 che si riscontrano nel documento della Chiquita Brands e nella denuncia dell’Ambasciata e poi, del MIFIC e della Procura della Repubblica.
GT: C’erano altri segnali di cosa stava succedendo?
VE: Ad esempio il deputato sandinista Marcelino Garcìa, che noi abbiamo già accusato e denunciato per il famoso caso delle 800 persone che ricevettero solo 100 dollari dopo il processo a metà degli anni ’90, durante un’intervista ad una radio, ha detto che era al corrente da quasi tre mesi che c’era l’intenzione da parte del Procuratore di riformare la Legge 364.
Nel momento in cui siamo riusciti ad avere tutte le prove abbiamo fatto scoppiare il caso che è arrivato su tutte le prime pagine dei giornali ed i giornalisti hanno cominciato a premere sul Procuratore e sul Presidente del CSJ per capire cosa stesse succedendo. Da parte nostra abbiamo già mandato una lettera al Procuratore, al Presidente del CSJ, al Primo Segretario della Direttiva del Parlamento, ai Deputati ed alla Commissione Parlamentare Pro Diritti Umani e Pace ed a quella del Lavoro.
Inoltre abbiamo chiesto ufficialmente alla Procura dei Diritti Umani che ci protegga dopo avere denunciato l’operato del Procuratore generale di Giustizia e del Presidente della CSJ che consideriamo illegale, inumana e fonte di intromissione in un processo privato in cui niente hanno a che vedere queste cariche pubbliche. La Procura dei Diritti Umani ha accettato questa nostra richiesta e domani dovrebbe già esserci una risoluzione finale che condanni questo comportamento.
Anche le due Commissioni Parlamentari mi hanno già avvisato che il prossimo 17 ottobre ci sarà un incontro tra loro e la nostra Direttiva per essere informati sulle anomalie che stanno avvenendo. In quell’occasione chiederemo loro protezione e che chiamino il Procuratore Generale di Giustizia ed il Presidente della CSJ affinché chiariscano le loro posizioni e le loro azioni.
GT: Che altre azioni state organizzando?
VE: oltre a quello che ti dicevo stiamo riorganizzandoci per capire come muoverci. Per ora abbiamo agito molto sui canali di informazione scritti e radiali e sui canali televisivi della zona di Chinandega. Inoltre stiamo organizzando una grande marcia a Chinandega in cui dovrebbero partecipare almeno 10 mila persone. Dovrebbe essere domenica 20 ottobre, ma ancora non è una data sicura.
Inoltre stiamo cercando affrontare direttamente la cosa con il Governo. In un’intervista il Procuratore ha detto che, come funzionario pubblico, sarebbe disposto a seguire il nostro caso e quindi abbiamo già mandato al Presidente Bolaños una lettera con un invito a riunirci con lui per presentargli sette punti che riguardano i nostri bisogni. E’ chiaro che in questa proposta si esclude qualsiasi intromissione nel processo avviato perché lo vogliamo condurre in modo privato come è stato fino ad ora. Sempre nell’intervista dicono che sono preoccupati per noi, che sono giusti gli indennizzi, che capiscono il nostro caso e che vogliono aiutarci…ebbene, queste sono le cose di cui abbiamo bisogno, ma il processo non si tocca (i punti sono inclusi nei documenti che ho già inviato ieri n.d.r.).
GT: Che aspetti toccano i sette punti?
VE: Ad esempio chiediamo che venga nominato un Procuratore Speciale che segua l’evolversi del processo, ma che sia un avvocato proposto da noi e che mantenga il giusto equilibrio tra lo Stato nicaraguense e lo Stato nordamericano di cui fanno parte le multinazionali. Dato che come Governo hanno già detto che vogliono rientrare in questo processo ed esserne informati non possiamo impedirglielo, ma cerchiamo di giocare d’anticipo e quindi abbiamo inserito il primo punto in cui chiediamo al Presidente della Repubblica che dichiari di Interesse Nazionale il nostro caso ed il punto in cui richiediamo un Procuratore Speciale, che funga da osservatore dello Stato, scelto da noi.
GT: Però cosa c’entra lo Stato nicaraguense, non si tratta forse di un processo tra privati e cioè voi e le multinazionali nordamericane?
VE: E’ che ormai lo Stato Nordamericano, attraverso l’intromissione dell’Ambasciata, si è coinvolto direttamente e il nostro Stato ci deve proteggere, è suo compito farlo. Ora il panorama cambia completamente.
L’altra cosa che ci aspettiamo è che venga fatta una riforma alla Legge 364 e qui è dove noi dovremo fare tutti gli sforzi possibili affinché tale riforma non coinvolga il processo in corso e soprattutto che non lo faccia fermare. La cosa importante è questa, insieme al fatto che, qualsiasi sia la Riforma, non deve in nessun modo alterarne la rappresentazione e l’obiettivo principale in sé. Il 17, quando ci riuniremo con le Commissioni è probabile che ci parlino già di questo. Un punto che vogliono cambiare è quello delle cauzioni preventive a carico delle multinazionali.
GT: Si lamentano anche del fatto che, secondo loro, la Legge 364 è incostituzionale in quanto condanna in modo retroattivo…
VE: Sono argomenti senza fondamento. Il discorso della retroattività vale solo per le leggi Ordinarie mentre, questa, è una Legge Speciale fatta apposta per questo caso del Nemagòn avvenuto decenni or sono. Sull’incostituzionalità la stessa Costituzione dice che, per chiedere l’incostituzionalità di una legge, c’è un tempo specifico. Una volta passato questo tempo non è più possibile fare ricorso e nel nostro caso, i termini sono scaduti da molto tempo.
Una cosa è chiara e cioè che mentre la Legge non viene riformata noi continueremo con il processo normale. Il fatto che in questo momento il processo sia fermo è dovuto a due fattori: uno nazionale ed uno internazionale. Quando vengono a contatto due Stati subentrano elementi politici e si blocca tutto ed inoltre, a livello nazionale, il processo era già bloccato per gli avvenimenti che già sapete. Ma forse è anche meglio così in modo che ci da il tempo di verificare tutti gli elementi ed evitare di arrivare ad una sentenza che possa essere negativa per noi. In questo momento valutiamo che il processo si potrebbe sbloccare non prima di due mesi.
GT: Da parte della Giudice c’è stata qualche dichiarazione o presa di posizione rispetto a quanto sta accadendo?
VE: Non c’è stata nessuna dichiarazione però è facile immaginare che possa avere influito il documento del Procuratore fatto circolare tra tutti i Giudici dal Presidente della CSJ ed anche l’attitudine del nostro ex avvocato che ha chiesto alla Giudice stessa di accettare il ricorso della Chiquita Brands. E’ anche comprensibile che si sia creata molta confusione e che abbia sospeso tutto. Su questo punto abbiamo anche mandato una denuncia alla Procura dei Diritti Umani per Ritardo di Giudizio e probabilmente, lunedì prossimo, lo stesso Procuratore dei Diritti Umani andrà dalla Giudice per avere notizie sul perché di questa sospensione.
Per questo è importante venire in possesso del documento completo mandato dal Procuratore Generale di Giustizia alla CSJ. Il sospetto è che la loro intenzione era di fare una riforma tecnica alla 364, cambiandogli totalmente lo spirito e l’interpretazione per cui è nata, senza passare attraverso l’Asamblea Nacional. Il fatto che siamo riusciti a rendere tutto pubblica li ha bloccati ed ora, qualsiasi riforma, dovrà passare nelle Commissioni Parlamentari e poi votata in plenario dai deputati. Questo fatto sarà da seguire con molta attenzione perché con la crisi istituzionale che esiste nel paese ed il debole equilibrio che esiste nell’Asamblea Nacional è possibile che anche questo tema della Legge 364 possa essere usato all’interno dei vari accordi che si stanno facendo tra i diversi Gruppi parlamentari.
GT: Quali sono i passi futuri?
VE: prima di tutto diventa fondamentale riuscire ad entrare in possesso di tutti i documenti e lettere che sono state scritte ed inviate sia dalla Ambasciata nordamericana che dalle varie Istituzioni dello Stato e di seguito, renderle pubbliche per far sapere all’opinione pubblica quello che sta succedendo. Poi siamo già in parola con amici affinché ci affittino a basso prezzo un bus per trasportare i vari mezzi di comunicazione da Managua a Chinandega per la marcia e per continuare con la denuncia del caso. L’altro passo importante sarà la revoca definitiva del Buffet dell’avvocato Gutierrez e di conseguenza, del Buffet nordamericano, a lui legato, Lack & Girardi. Il prossimo lunedì, 14 ottobre, verranno due dei nuovi avvocati che abbiamo contrattato per iniziare questo processo di revoca, che dovrebbe durare circa un mese per l’alto numero di denunce presentate nel processo che coinvolge le quasi 4 mila persone della Asotraexdan. Il loro compito sarà anche di fare il punto della situazione con la Giudice sullo stato del processo e poi riferirci per poter stendere una strategia e capire esattamente quando potrebbe ripartire e quando ci potrebbe essere la prima sentenza. Dobbiamo cominciare ad esercitare pressioni affinché tutto venga alla luce e che si confermi che gli Stati Uniti hanno interferito nel nostro processo e che il Presidente Bolaños ha permesso che lo facessero. Il Procuratore Generale di Giustizia non è in grado di prendere certe decisioni da solo. Lui riceve ordini ed il suo "capo" si chiama Presidente della Repubblica.
GT: Quale potrebbe essere l’apporto dell’Associazione Italia-Nicaragua e dei gruppi e persone che hanno appoggiato la Campagna "No More Chemicals" in questo momento?
VE: Alcuni mesi fa ci avevate chiesto se poteva essere utile la pubblicazione di "campos pagados" sui giornali qui e negli Stati Uniti ed ora ci sembra che potrebbe essere un’ottima forma di pressione internazionale. Inoltre sarebbe molto utile perché motiverebbe a un maggior numero di persone che conoscono poco il caso o che non si sono mai mosse su questo argomento. Anche per lo stesso Governo sarebbe un chiaro segnale del fatto che non siamo soli in questa lotta e che abbiamo la solidarietà anche da altre parti del mondo. Sul testo io direi che avete tutti gli elementi per stenderlo e sarebbe importante che fosse l’espressione della natura propria dell’Associazione Italia-Nicaragua e del proprio vissuto rispetto a questa nostra lotta.
Preferiamo che siate voi a mettere il contenuto, con le vibrazioni della solidarietà verso questo caso.
GT: Come è il clima intorno alla Asotraexdan dopo tutte le denunce che state facendo?
VE: esiste un clima molto teso. Stiamo indagando per verificare una serie di notizie e d’informazioni che ci hanno dato, ma sembra che ci sia un piano organizzato per mettere in carcere, usando qualsiasi pretesto, tutta la nostra Giunta Direttiva ed anche di aggredirci fisicamente. Di questo parleremo sia con la Procura dei Diritti Umani che con le Commissioni Parlamentari. E’ un fatto grave, ma in parte ce lo aspettavamo in quanto il nostro è un caso che sta toccando i poteri forti degli Stati Uniti e sta toccando i loro soldi. Non gli abbiamo mai permesso di scendere a patti, né di fare accordi sottobanco e quindi la nostra Direttiva è vista come intransigente e come un ostacolo a degli accordi che favorirebbero le multinazionali e le buone relazioni tra Stato e Stato. In ogni modo non ci tiriamo indietro, continuiamo a lottare, non perché siamo eroi, ma semplicemente perché crediamo che, se davvero il Governo nordamericano si è scomodato ad intervenire ancora prima delle stesse multinazionali, è perché abbiamo colpito dove più gli fa male. Se riuscissero a decapitare la nostra Giunta Direttiva sarebbe un gravissimo danno e sappiamo che il movimento perderebbe vigore, non perché siamo imprescindibili ed insostituibili, ma perché siamo quelli che hanno seguito tutta la storia dall’inizio e quindi hanno più elementi per poterci difendere.
GT: I partiti politici si sono fatti sentire? Si sono interessati a quanto sta accadendo?
VE: Abbiamo un contatto ed un’offerta da parte del FSLN e la stiamo discutendo. Non siamo d’accordo con la politica del Frente e di Daniel Ortega nonostante la maggior parte di noi sia sandinista e venga dal partito, ma questo non vuol dire che non siamo disposti a dialogare ed ad ascoltare cosa ci vogliono dire. Non riguarda strettamente gli ultimi avvenimenti, ma ne approfitteremo per parlare di questo.