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Aggiornamenti Bananeras

(Aprile 2002)

Nelle giornate del 2 e 5 marzo 2002, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti d’America, ha ricevuto ed accettato le prime 24 denunce presentate dalla Asotraexdan (il sindacato degli ex lavoratori e lavoratrici del banano colpiti dagli effetti del Nemagòn) e le notificherà alle sette multinazionali che dovranno rispondere dei terribili danni provocati a queste persone. A partire da queste date, il Dipartimento di Giustizia USA, avrà 30 giorni di tempo per effettuare le relative notifiche alle multinazionali e queste ultime, avranno 90 giorni per farsi presenti in Nicaragua e compiere con gli obblighi previsti dalla Legge 364, tra cui il versamento di centomila dollari per ogni denunciante e di trecento milioni di cordobas (circa 21 milioni di dollari) in carattere di anticipo sugli eventuali indennizzi e copertura delle spese processuali.

Secondo questi conti e tenendo presente un eventuale ritardo nelle notifiche, entro il prossimo 15 giugno 2002 dovrebbero esserci le prime sentenze emesse dal Tribunale nicaraguese a meno che, le multinazionali, non propongano degli accordi extragiudiziali prima della scadenza di tale termine.

Come già spiegato in passato, nel momento in cui venissero emesse le prime sentenze, i processi verrebbero trasferiti negli Stati Uniti per la loro esecuzione dove, il Dipartimento di Giustizia deciderà, in base anche alla richiesta delle parti, in che Stato verrà affrontato il caso e che misure adottare per costringere le multinazionali a rispettare il pagamento degli indennizzi.

Lo stesso Victorino Espinales, presidente della Asotraexdan, ha spiegato che ci sono stati vari problemi negli scorsi mesi per alcune imperfezioni della Legge 364 e per l’inesperienza dovuta al fatto che si tratta del primo processo che si affronta in Nicaragua utilizzando questa recente legge.

I problemi sono stati soprattutto nel calcolare i termini esatti del decorso dei 90 giorni, di cui si accenna in questo articolo e nel rivedere l’intera legislazione nicaraguense per evitare qualsiasi tipo di appiglio a cui potrebbero appellarsi le multinazionali per rendere nullo l’intero processo. Tutto ciò ha prolungato i tempi contraddicendo quanto scritto sui numeri passati di Nicarahuac.

A questo punto resta da aspettare la reazioni delle sette multinazionali per vedere se accetteranno il processo versando quanto prevede la legge; se promuoveranno una proposta di accordo extragiudiziale o se non si presenteranno in nessun modo aspettando che la sentenza, emessa dai Tribunali nicaraguensi, giunga negli Stati Uniti.

In questo ultimo caso interverrebbe il buffet giuridico Lack & Girardi che ha già detto che probabilmente il processo si protrarrebbe per circa due anni per i vari strumenti giuridici che le multinazionali potrebbero usare negli Stati Uniti.

Secondo il buffet nordamericano, questo ritardo, non comprometterebbe in nessun modo il risultato finale di condanna.

Intanto, la Asotraexdan, ha fatto sapere che presto verranno presentate altre due denunce che si aggiungono alle prime 34 presentate nell’arco di quasi 2 anni. In queste ultime verranno incluse le persone già decedute ed una serie di ex lavoratori e lavoratrici che non facevano parte della Asotraexdan. Per quello che riguarda le persone decedute si sta svolgendo un interminabile lavoro di ricerca e raccolta di dati e documenti per poter permettere, ai parenti degli scomparsi, di partecipare ai futuri processi.

Parallelamente alle vicende giudiziarie la gente continua a morire. Nell’ultimo mese sono 4 le persone decedute ed altre sono in fin di vita. Persone che, nonostante sapessero che non avrebbero mai visto i risultati della loro lotta, hanno scelto di combattere fino all’ultimo per non lasciare che, chi ha causato la loro morte, restasse impunito.

L’Associazione Italia-Nicaragua, intanto, continua la sua Campagna di sostegno agli ex lavoratori e lavoratrici e nei prossimi mesi verrà ancor più approfondita ed organizzata con l’invio di migliaia di cartoline e di messaggi per posta elettronica alle multinazionali per creare una grande pressione affinché si responsabilizzino per i disastri commessi.

Per quello che riguarda i fondi raccolti tramite donazioni dirette o versamenti sul conto corrente bancario e postale, si sono potute operare altre due donne affette da cancro uterino. Uno dei problemi emersi è che nell’ospedale di Chinandega, dove fino al momento si sono svolte le operazioni, é cominciato a scarseggiare il materiale per poter continuare gli interventi chirurgici. Con gli ultimi fondi consegnati nel mese di marzo, la FUNPANNFBAN, ha deciso di comprare gran parte del materiale mancante e di far eseguire l’operazione su altre due donne che versano in gravi condizioni. Una volta eseguiti questi interventi saranno 14 le donne operate delle 17 previste e si spera di riuscire a terminare le ultime tre operazioni entro il mese di maggio.

Sempre con parte dei fondi ancora giacenti verranno continuati gli esami medici su altre nove donne per verificare l’eventuale necessità di un intervento chirurgico. Di queste nove donne, quasi sicuramente, cinque dovranno essere operate.

Victorino Espinales ci ha anche informato che, al momento, ci sono sette uomini che dovrebbero essere immediatamente operati di cancro ai testicoli ed al pene ma per il momento non ci sono i fondi.

A livello sociale, intanto, la Asotraexdan ha deciso di partecipare alla nascita del "Movimento di Lotta contro la Corruzione" a cui partecipano numerosi gruppi e personalità di diversa tendenza. A livello di Dipartimento di Chinandega sono già molti i gruppi, le associazioni, i comitati di quartiere, i movimenti comunali che si stanno unendo a questo nuovo Movimento che ha come obiettivi quelli di porre pressione ed appoggiare il Sistema Giudiziale affinché intervenga in modo concreto sul fenomeno della corruzione; porre pressione ed appoggiare il nuovo Governo affinché indaghi tutti i casi di corruzione della vecchia amministrazione e combatta a fondo questo fenomeno; rendere più forte la Società Civile che è molto debole, dispersa ed apatica.