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CONTINUA LA RACCOLTA FIRME DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE DI AMICIZIA ITALIIA-CUBA, CONTRO IL CRIMINALE BLOCCO DEGLI STATI UNITI CONTRO L’ISOLA. NEL MESE DI MAGGIO CUBA PRESENTERA’ UNA RISOLUZIONE DI CONDANNA  ALL’ASSEMBLEA GENERALE DELLE NAZIONI UNITE….

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Alleanza del Triangolo Nord: c’è un piano nascosto?

triangledi Javier Suazo

In un forum promosso dal Banco Interamericano de Desarrollo (BID), tenutosi a Washington nel settembre 2014, il vicepresidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha affermato che il suo paese sarà il “partner strategico” per l’attuazione del Progetto dell’Alleanza per la Prosperità del Triangolo Nord formato da Guatemala, El Salvador e Honduras, che è stato presentato dai presidenti dei tre paesi. Ha ribadito l’interesse degli Stati Uniti nell’appoggiare, con aiuti finanziari, aree di interesse comune, come la sicurezza regionale, dove sono stati investiti più di 800 milioni di dollari, il rafforzamento delle istituzioni per rendere più equa l’amministrazione della giustizia, senza corruzione né impunità e il miglioramento della riscossione delle tasse e la lotta alla povertà.

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Organizzazioni Popolari ed Indigene dell’Honduras COPINH

Studenti.Honduras
LO STATO DELL’HONDURAS, GUIDATO DA JUAN ORLANDO HERNANDEZ E’ RESPONSABILE DELL’ASSASSINIO DI STUDENTI IN RELAZIONE CON LE LOTTE STUDENTESCHE
IL COPINH condanna energicamente le uccisioni di giovani studenti commesse nelle ultime ore a Tegucigalpa, i giovani sono parte del movimento di lotta degli studenti per giuste rivendicazioni e la difesa dei loro diritti; allo stesso modo condanniamo anche l’onda repressiva scatenata contro di loro, attraverso detenzioni, criminalizzazione, botte, uso di gas e militarizzazione delle scuole.
Il COPINH esprime la sua solidarietà alle famiglie e al movimento studentesco e li incoraggia, nonostante il dolore e la perdita irreparabile, ad andare avanti con speranza, tenendo alta la memoria e l’esempio di questi giovani assassinati.
Questi atti criminali fanno parte della politica di terrorismo di stato che esiste in Honduras, in una logica di sterminio di qualsiasi opposizione o di chi denunci le atrocità di un governo dittatoriale come quello attuale, così come accadeva negli anni ‘80 e dopo il colpo di stato del 2009, come è accaduto in Colombia e Messico. Gli omicidi di giovani studenti in Honduras sono responsabilità dello Stato, guidato dal presidente Juan Orlando Hernandez.
E’ chiaro che in queste operazioni di assassinio e repressione esiste un apparato con strutture proprie e che può contare su finanziamento, logistica, comunicazione e impunità per poter attuare in modo sfrontato con l’intento di seminare il terrore, contando anche su addestramento e consulenza per agire in modo pianificato e premeditato.
Al Dr. Marlon Escoto, Ministro dell’Istruzione, chiediamo con forza che dia una risposta al movimento studentesco e si esprima in modo favorevole, comprendendo la complessità delle problematiche che affrontano gli studenti in Honduras.
Al Governo e a chi dovrebbe amministrare la giustizia, richiediamo che agiscano immediatamente con imparzialità, senza condizionamenti e senza che ci sia più impunità.
Alle organizzazioni sociali, a quelle per i diritti umani, ai mezzi di comunicazione, noi dichiariamo che siamo solidali col movimento studentesco, che lotta con dignità nelle strade, nei centri scolastici, nei quartieri e nelle varie città.
Viva e gli studenti!
Mai più omicidi di giovani o studenti!
A maggiore repressione si risponderà con più lotta e organizzazione!
Traduz.R.C

Messico, protesta dei campesinos duramente repressa dalla polizia a San Quintín

messico.s.quintin.Messico, protesta dei campesinos duramente repressa dalla polizia a San Quintín
Dallo scorso lunedì, circa 10.000 lavoratori di San Quintín, Baja California, esasperati dalle  condizioni di lavoro, hanno bloccato la principale arteria stradale della regione (che collega la penisola con il confine degli Stati Uniti) per chiedere al Governo di accettare le loro richieste.

I manifestanti, nella quasi totalità lavoratori giornalieri, pretendono infatti migliori condizioni di lavoro – con un aumento dello stipendio da 10 a 20 dollari al giorno – e chiedono che gli abusi sessuali dei capireparto e dei responsabili dei ranch a danno delle lavoratrici non vengano più tollerati.
La notte di lunedì migliaia di lavoratori di San Quintín e delle zone circostanti sono scesi in sciopero denunciando minacce e attacchi da parte del governo locale; nei giorni successivi negozi e stazioni di benzina sono stati saccheggiati e diverse automobili sono state date alle fiamme. Dopo gli scontri, sono stati schierati quasi 1.200 agenti di sicurezza che, nella giornata di giovedì, hanno arrestato più di 200 persone, delle quali almeno 23 sono state incriminate per i reati di attacchi ai mezzi di comunicazione e di trasporto.
Durante lo sciopero l’Instituto Federal de Telecomunicaciones (IFETEL), ha poi ordinato di sospendere il segnale dell’emittente radio indigena XEQIN, la voce della valle, lasciando decine di campesinos, molti dei quali lavorano nella raccolta, senza mezzi di comunicazione.
Diversi professori dell’Università Autonoma di Baja California hanno condotto studi in cui  sono testimoniate le condizioni schiavistiche in cui vengono trattati i campesinos. Molte delle persone che lavorano nei campi, infatti, sono indigeni assunti con l’inganno per lavorare nei campi dove vengono sfruttati dalle aziende agricole locali. I ricercatori hanno inoltre rilevato che i braccianti vivono direttamente nei campi in cui lavorano e hanno dunque perso ogni autonomia personale, oltre ad essere continuamente esposti alle sostanze chimiche utilizzate nelle colture.
San Quintín è una delle più importanti valli agricole del Messico a causa del volume delle sue esportazioni e del numero di lavoratori rurali (circa 60.000) che lavorano raccogliendo fragole, cipolle, asparagi, pomodori e frutti di bosco per il mercato statunitense.
Nel corso della mattinata di ieri i portavoce dei lavoratori hanno incontrato il governatore dello stato, Francisco Vega, ma hanno annunciato nuove proteste nel pomeriggio di oggi, con l’obiettivo di fare pressione sul governo affinché rispetti le esigenze dei lavoratori.
21 Marzo 2015
InfoAut
www.comitatocarlosfonseca.noblogs.org/
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Pepe, presidente dell’Uruguay: Il capitalismo sembra aver dato tutto di sé

MujicaSarebbe logico che sia rimpiazzato dal socialismo democratico. Dobbiamo trasformare lo stato, fare questa rivoluzione, commenta. In qualsiasi sistema non c’è niente di più bello, di più prezioso della vita.” Vale la pena lottare perchè la gente abbia un po’ più di cibo, afferma Il gran elemento distributore nella società è il salario- 

 
articolo tratto dallo Speciale per la Jornada, periodico La Jornada, 22 Febbraio 2015 p.2 
autore: Carlos Gabetta* 
 
Pepe Presidente, detto così come nel titolo, sembra uno slogan elettorale. Ma Josè Mujica sta per concludere – questo primo marzo – il suo mandato come Presidente ed è più “Pepe” che mai. E’ mezzo secolo che svolgo questa professione ed ho avuto l’opportunità di conoscere e avere scambi di diverso grado con mandatari dei più diversi, da Ronald Reagan a Raúl Alfonsín, passando da Fidel Castro, Michail Gorbachov, Lula, François Mitterrand, Sandro Pertini, Michelle Bachelet e Carlos Menem, ma “Pepe” differisce da qualsiasi modello; è decisamente un’altra cosa. L’unico che ho conosciuto che gli assomiglia è l’argentino Arturo Illìa, però lui era lontano dall’arsenale teorico e dall’esperienza politica e vitale di “Pepe”.
 

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Pubblicato in ALBA.

Romero, 35 anni dopo

a.romero

Romero, 35 anni dopo
Per i 35 anni dell’assassinio di Romero in molte capitali latinoamericane, e non solo, si terranno celebrazioni laiche e religiose.
Un incontro si terrà a Roma, il 26 marzo alle 18, presso il circolo Sel “Adriana Cacciamani”, in via Cardinal Sanfelice, 14. A Padova, invece, il 24 marzo alle 21 la basilica di Santa Giustina si trasformerà in un palcoscenico teatrale per ospitare l’opera “Oscar Arnulfo Romero. Morte per un popolo”, regia di Filippo Crispo

HONDURAS:Comunicato in solidarietà con il popolo e il governo bolivariano del Venezuela

hondveneDi fronte alla decisione interventista e anti democratica del Presidente Usa Barack Obama di approvare un’ordinanza esecutiva in cui si dichiara “emergenza nazionale rispetto alla minaccia straordinaria e inusuale alla sicurezza nazionale e politica estera degli Stati Uniti causata dalla situazione in Venezuela”, le organizzazioni del Movimento sociale e popolare honduregno manifestano il loro rifiuto assoluto verso la politica imperialista statunitense in America latina e l’intervenzionismo manifestato storicamente nei paesi fratelli:
República Dominicana, Granada, Panamá, Cuba, Chile, Guatemala, Nicaragua e il suo ruolo nel colpo di stato del 2009 in Honduras.

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COLOMBIA : Moglie di cortero de caña gravemente ferito chiede giustizia

lzapata “Per esigere il rispetto dei suoi diritti mio marito lotta ora contro la morte”

Anserma, 16 marzo (Rel-UITA | LINyM)-. Carlos Ossa Trejos, delegato della sezione La Virginia del Sindacato nazionale dei lavoratori dell’industria agricola, Sintrainagro, continua a dibattersi tra la vita e la morte dopo la repressione brutale della polizia antisommossa colombiana, Esmad, contro centinaia di corteros de caña (tagliatori di canna da zucchero) dello zuccherificio Risaralda in sciopero. Sua moglie assicura che la sua unica colpa è stata quella di avere lottato per il rispetto dei suoi diritti.
Luz Omaira Zapata si affaccia dalla porta della sua casa, nella piccola città di Ansermanuevo, nella Valle del Cauca e saluta con un debole sorriso. Respira profondamente e mi invita a entrare. Si siede, lentamente, sul divano che occupa buona parte della sala, mentre le sue due figlie e sua nipote di sette anni si ritirano dietro una tenda che separa la cucina dal locale in cui ci troviamo.

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Importanti teologi e attivisti inviano una lettera a Obama denunciando l’ingerenza USA in Venezuela

Miguel-D´Escoto

Originale in inglese
Traduzione non ufficiale
Sua eccellenza
Presidente Barack Obama
Casa Bianca
1699 Pennsylvania Avenue N.W.
Washington D.C.     20500
12 marzo 2015
Stimato Presidente Obama,
la salutiamo come un fratello in Cristo Gesù nostro Signore, con amore e rispetto, in adempimento del mandato di amare compresi quelli che si comportano come nemici nei nostri confronti.
Che le è successo caro fratello? Che ne è stato di quel valoroso ed intelligente Obama che nel 2008, durante la sua campagna elettorale, parlava di cambiamento, di vero cambiamento nel quale la gente avrebbe potuto credere? Lei ha generato speranza in milioni di persone, sia negli USA che nel resto del mondo compresi noi.
Ricordiamo i sondaggi di opinione che registravano un numero pericolosamente significativo di afroamericani che non erano a favore della sua elezione, ma non perché non apprezzavano le cose che lei diceva e prometteva. Loro la amavano troppo. No volevano che lei venisse assassinato dal complesso militare – industriale – finanziario nel caso che lei avesse avuto il valore di procedere con la sua visione e la sua promessa di far ritornare gli Stati Uniti alla comunità umana.
In altre parole, impedire che gli USA continuino a comportarsi in modo da generare solo guerre sempre più grandi fino al punto di eliminare  la stessa specie umana.

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A un passo dal Foro Sociale Mondiale 2015 24-28 marzo Tunisi

ForofotoSergioFerrariIl diritto di sognare… in un altro mondo possible

di Sergio Ferrari*
Solo il “diritto collettivo a sognare” può essere tanto o addirittura più importante dei diritti umani intesi nella loro concezione più ampia, economici, sociali, culturali e della persona. Il diritto a sognare è sinonimo di ricerca di alternative nel micro en el macro, nella costruzione sociale quotidiana o nell’elaborazione di concetti e teorie che promuovono il bene comune. Una sfida a comprendere il nostro pianeta in modo diverso, la solidarietà internazionale e le molteplici e varie relazioni tra gli esseri umani.
Terra, democrazia sociale, etica collettiva
 
Siamo in un municipio in cui ogni lavoratore guadagna circa 1200 euro, per 35 ore di lavoro, in una Spagna che continua a soffrire di una forte crisi strutturale e in un’Andalusia in cui le cifre della disoccupazione superavano nel 2014 il 30% della popolazione economicamente attiva.

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IL FANTASMA DI CHAVEZ SI AGGIRA PER L’EUROPA

hugo-chavez-Due anni sono passati dalla scomparsa di Hugo Chávez, ma la sua presenza è forse ora più forte di quando fosse in vita.

E lo è non solamente in Venezuela e in America Latina; anche nel vecchio continente se ne sente il riverbero. Come un vento di liberazione, o come un pericoloso spettro, a seconda della prospettiva.
Negli Stati Uniti, avvertita addirittura come una minaccia. Aldilà però della solite prove muscolari del potente inquilino del Nord America, il Venezuela può rappresentare davvero una seria minaccia. O per meglio dire, l’ALBA, nel suo insieme di paesi che hanno scelto una propria via alternativa al capitalismo neoliberista.

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