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Venezuela: tentativi di colpi di stato, guerra economia, PIL, debito pubblico e riserve

venezuela-3-620x330Attilio Folliero, Caracas 08/05/2016
Link: http://umbvrei.blogspot.com/2016/05/venezuela-tentativi-di-colpi-di-stato.html

Il PIL del Venezuela

Con l’avvento al governo di Hugo Chávez, nel 1999, e l’aumento dei prezzi del petrolio, il PIL del Venezuela comincia a crescere. In realtà è l’azione politica di Hugo Chávez che incrementa la crescita dei prezzi del petrolio; infatti è Chávez che convince tutti i capi di stato dei paesi produttori di petrolio, i Paesi OPEC, a riunirsi a Caracas e tagliare la produzione, l’offerta di petrolio, facendo in questo modo risalire i prezzi.
Quando i capi di stato di tutti i paesi OPEC si riunirono a Caracas il 27 e 28 settembre del 2000, era appena la seconda volta nella storia che ciò accadeva e ben 25 anni dopo la prima e ultima storica riunione di Algeri (4 marzo 1975).
Nei primi tre anni del Governo di Hugo Chávez (1999-2001) il PIL del Venezuela cresce, passando dai 91,90 miliardi di dollari del 1998 ai 123,16 del 2001.
Dopo questi anni di crescita, il PIL conosce due anni di calo a causa del colpo di stato di Pedro Carmona Estanca (11 aprile 2002), che allontana Hugo Chávez dal Governo per 48 ore e della serrata patronale, fra il 2 dicembre 2002 ed il 2 febbraio 2003. Durante il periodo della serrata la produzione petrolifera del Venezuela scende a 0 barili al giorno!

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Su Left per Berta

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QUEL PAESE LONTANO CHE HA BISOGNO DI EROI

«Le battaglie in suo nome si stanno moltiplicando in Honduras», racconta Berthita, figlia di Berta Cáceres, leader indigena assassinata il 3 marzo «Gli honduregni si sono uniti al grido di “Berta è tornata e sarà milioni!”»

di Loredana Menghi – foto di Giorgio Trucchi

La 25enne Bertha Isabel Zúñiga si trovava in Messico, dove frequenta un master per diventare insegnante, quando ha appreso la notizia della morte di sua madre Berta Cáceres, leader del Consiglio civico popolare degli indigeni dell’Honduras (Copinh). La chiamata di un parente è arrivata all’alba del 3 marzo, il giorno prima del 45esimo compleanno della sua mami, come la chiama lei, poche ore dopo il delitto.

Una scarica di proiettili ha travolto nel sonno la coordinatrice del Copinh, da lei cofondato nel 1993 per fermare le speculazioni dell’industria mineraria, idroelettrica e del legno ai danni dei Lenca, una delle più antiche e povere etnie indigene del Mesoamerica, relegata in condizioni di estrema povertà e oppressione nell’area sud-occidentale del Paese.

Due colpi hanno ferito il messicano Gustavo Castro Soto, di Altri Mondi-Amici della Terra, relatore in quei giorni, assieme all’attivista premio Goldman 2015, al Foro di Energias Alternativas organizzato dal Copinh. Mentre la salma veniva chiusa in un sacco, gettata su un pick up e portata in elicottero all’obitorio di Tegucigalpa, Berthita faceva ritorno in Honduras grazie alla solidarietà internazionale. In migliaia hanno accompagnato il feretro per le strade polverose di La Esperanza. Corpo esile e sguardo determinato, da allora Berthita non si è più fermata. Con la famiglia e il Copinh ha intrapreso una campagna – #JusticiaParaBerta – per chiedere di far luce sull’omicidio e l’istituzione di una commissione d’inchiesta indipendente sulle indagini, che pochi giorni fa hanno condotto a quattro arresti. «Non hanno ucciso solo mia madre, ma la madre di un popolo intero» ci dice la giovane via Skype

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Attentato contro il giornalista Félix Molina

Félix Molina ricoverato al Hospital Escuela di Tegucigalpa (Foto Cofadeh)Aveva appena denunciato LA collusione di politici, imprenditori e militari con il progetto idroelettrico Agua Zarca

Managua, 5 maggio (Rel-UITA | LINyM) -. Lunedì scorso, Il giornalista Félix Antonio Molina, direttore dell’Associazione Alternativas en Comunicación, Alter-Eco, e storico conduttore del programma Resistencia, che ha contribuito a rompere l’accerchiamento mediatico imposto dal regime dopo il colpo di Stato del 2009, è stato vittima di un duplice attentato.

Secondo una prima ricostruzione dei fatti, Molina è stato raggiunto da vari colpi di arma da fuoco mentre si trovava in un taxi. Alcune ore prima, il giornalista era già stato vittima di un attacco simile, però la pronta reazione del tassista aveva evitato che gli aggressori potessero far uso delle armi.

Durante il secondo attacco, uno dei due assalitori si sarebbe rivolto al giornalista dicendogli “questa volta non te la cavi”.

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A Tomas Borge

Tomas Borge ci ha lasciato il 30 aprile 2012, lo ricordiamo con una sua citazione-

“Me siento orgulloso de seguir siendo sandinista, de seguir siendo fiel a la bandera rojinegra de nuestro partido, de seguir siendo fiel a nuestra organización revolucionaria; y morir orgulloso de tener la frente levantada, y no haber sido desleal con mis principios, ni desleal con mis amigos ni con mis compañeros, ni con mi bandera, ni con mis gritos de combate”.

Hasta Siempre Comandante

Berta che ci ha convocato, ci ha ispirato e ci ha colmato di energia e speranza

Manifestazione a Tegucigalpa (Foto G. Trucchi | Rel-UITA)L’Incontro internazionale “Berta Cáceres Vive” ha definito strategie di solidarietà e di lotta contro il modello estrattivo

 

Tegucigalpa, 18 aprile (Rel-UITA | LINyM) -. Più di 1200 persone provenienti da 130 organizzazioni di 22 paesi e da organizzazioni e movimenti honduregni si sono dati appuntamento a Tegucigalpa, non solo per rendere omaggio alla memoria ed esigere giustizia per l’omicidio della dirigente indigena lenca Berta Cáceres, ma anche per promuovere articolazioni e strategie di solidarietà e lotta contro un modello politico-economico predatore e devastatore.

Durante le due giornate dell’incontro, la commozione si è frapposta al dolore per la perdita improvvisa e inaccettabile e, poco a poco, si è convertita in forza, energia e in una nuova e rinnovata progettualità.

Berta è riapparsa come motore, come seme che germoglia e cresce dai territori, dai villaggi e dai paesi.

Berta come l’acqua che ha difeso fino alla fine, come anima guerriera che ci motiva a non arrendersi mai.

Berta che fa appello all’unità, all’articolazione, ad attivare processi di lotta permanente, con tutta la saggezza tipica delle popolazioni indigene.

Berta e la resistenza, Berta la lotta, Berta la proposta antagonista al modello neo liberale estrattivo.

Berta anticapitalista, antirazzista, anti patriarcale.

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No al Golpe in Brasile. Presidio di solidarietà e informazione a Roma

Dilma-NÃO-VAI-TER-GOLPESabato 16 a Roma dalle ore 17,30 alle 20 in Piazza S.Pantaleo

No al Golpe in Brasile

 

In Brasile è in corso un golpe mediatico-giudiziario che vede alleati le oligarchie economiche, i residui del regime dei militari negli apparati dello Stato, i grandi media privati, le destre liberiste e quelle visceralmente anticomuniste e fasciste.

Dagli Stati Uniti arrivano potenti appoggi per un “regime change” che segni la fine di un governo di sinistra che ha fatto dei BRICS un attore fondamentale sulla scena mondiale indebolendo il dominio unipolare americano.

I movimenti sociali e i partiti di sinistra in Brasile sono in queste settimane mobilitati per dire no al golpe nel più grande paese dell’America Latina.

L’impeachment contro la presidente Dilma Roussef in assenza di qualsiasi accusa e inchiesta penale che la riguardi è un’operazione incostituzionale volta a rovesciare il risultato democratico uscito dalle urne.

L’impeachment in assenza di crimini che lo motivino è un golpe.

Il carattere giustizialista e populista della campagna promossa dalla destra e dai media privati contro Dilma e Lula può trarre in inganno anche l’opinione pubblica democratica e sicuramente ha trovato spazio anche nei media italiani.

La realtà dei fatti è che proprio una classe dirigente corrotta sta conducendo l’attacco e il golpe.

Dei 38 membri della commissione parlamentare che hanno votato a favore dell’impeachment 35 sono indagati per corruzione!

Da migliaia di giuristi è stato indirizzato un Manifesto per la difesa della Costituzione e dello Stato di diritto all’opinione pubblica mondiale.

La sinistra, i movimenti e i democratici italiani non possono assistere passivi a quanto sta accadendo.

L’attacco a una delle più avanzate esperienze di governo progressista in America Latina è parte di un più generale attacco neoliberista alla democrazia di cui anche in Italia facciamo da tempo esperienza e di cui lo stravolgimento della Costituzione approvato in questi giorni rappresenta il coronamento.

Rifondazione Comunista propone di ritrovarci sabato 16 a Roma dalle ore 17,30 alle 20 in Piazza S.Pantaleo nei pressi dell’ambasciata brasiliana per un presidio che sia occasione di informazione e solidarietà con chi in Brasile sta in questi giorni difendendo la legalità democratica.

aderisce Amig@s MST-Italia ( Comitato Sem Terra Italia)

Per adesioni: rifondazioneroma@gmail.com

Tel. 347-1777846

evento su facebook: https://www.facebook.com/events/1024811130934564

“Berta invita a organizzarci e a rafforzare l’unità”

Melo, padre Fausto e le figlie di Berta al funerale (Foto G. Trucchi | Rel-UITA)La dirigente indigena non diventerà mai un’immagine vuota e priva di contenuti, bensí un motore di lotta per le trasformazioni sociali

Tegucigalpa, 12 aprile (Rel-UITA | LINyM) -. Ismael Moreno Coto, noto come padre Melo, è un sacerdote gesuita honduregno, direttore di Radio Progreso e del Gruppo di riflessione, ricerca e comunicazione, Eric. L’ anno scorso gli è stato conferito in Norvegia il prestigioso Premio Rafto 2015, come riconoscimento per il lavoro svolto in difesa della libertà d’espressione.

Poco prima dell’inizio dei lavori della 1ª Assemblea dell’Articolazione popolare honduregna “Berta Cáceres”, padre Melo ha parlato con La Rel della difficile congiuntura che sta attraversando l’Honduras dopo l’omicidio politico della dirigente indigena Lenca.

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Honduras: “Tradurremo in pratica il lascito di Berta”

asshonduArticolazione popolare honduregna “Berta Caceres” realizza la sua prima
assemblea unitaria e fissa agenda di lotta e mobilitazione

Tegucigalpa, 10 aprile (LINyM | Rel-UITA) -. Con l’obiettivo di avviare un processo unitario che permetta la condivisione dei principi che definiranno l’agenda comune di lotta dei movimenti sociali e popolari dell’Honduras, lo scorso 9 aprile l’Articolazione popolare honduregna “Berta Caceres” ha realizzato la sua prima assemblea nazionale.

“Viviamo in un momento politico, sociale ed economico caratterizzato dal depauperamento delle condizioni di vita della maggioranza della popolazione e dalla persecuzione omicida contro attivisti sociali. In Honduras si consolida un modello repressivo e autoritario che attacca indiscriminatamente le organizzazioni popolari “, segnala con forza la dichiarazione finale dell’assamblea che è stata letta da Bertha Zúniga Cáceres, figlia della leader indigena assassinata lo scorso 2 marzo.

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Honduras- Gustavo Castro è libero

Gustavo Castro

Gustavo Castro è libero e torna a casa

La sistematica violazione dei suoi diritti imposta dalle autorità honduregne è finita

 Managua, 1 aprile (LINyM) -. Gustavo Castro Soto, sociologo, attivista contro il modello estrattivo, fondatore dell’organizzazione Otros Mundos Chiapas e sopravvissuto all’attacco mortale che è costato la vita alla dirigente indigena Lenca Bertha Cáceres, è finalmente libero ed è tornato in Messico.
La decisione figura nella risoluzione che il giudice della Prima Corte di Giustizia di Intibucá, Victorina Flores Orellana, ha emesso giovedì (31/3), attenendosi alla richiesta del Pubblico Ministero di “ordinare l’immediata cessazione delle misure cautelari emesse nei confronti del testimone protetto ABC 03-03-2016, visto che gli inquirenti hanno dichiarato di aver concluso la maggior parte delle indagini”.
Contemporaneamente, il giudice ha chiesto alle autorità migratorie di “annullare la proibizione di lasciare il paese al signor Gustavo Enrique Castro Soto, emessa in data sette marzo duemilasedici”, come si legge nella risoluzione del Tribunale.

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