“L’ex presidente Lula ha diritto a candidarsi alle prossime elezioni” Joao Pedro Stédile
Ampia intervista sulla congiuntura brasiliana
(cortesia Giorgio Trucchi)
Rio de Janeiro, 23 febbraio (Denise Assis | O Cafezinho) -. Il leader del MST e del Fronte Brasile Popolare, João Pedro Stédile, ritiene che la soluzione alla crisi attuale – “la più grave dopo quelle già vissute nel 1930, 1960 e il 1980” – dipenda da una vasta articolazione di forze sociali. “Unite, aiuterebbero a elaborare un nuovo progetto per il Paese”, ha detto.
Il Fronte Brasile Popolare è una specie di fronte ampio, composto da 88 movimenti popolari e correnti di partito. Insieme, hanno il ruolo di analizzare costantemente la situazione e delineare gli scenari per le soluzioni.
Secondo Stédile, l’ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva dovrebbe iscrivere la sua candidatura il 15 agosto prossimo, come già annunciato dal Partito dei lavoratori, PT, e correre anche se si trovasse in carcere. Se ciò si verificasse, il dirigente del MST sarebbe a favore della disobbedienza civile. “L’idea che tutte le persone possano ribellarsi contro le leggi o i governi che non esprimono la volontà della maggioranza o che applicano procedure chiaramente ingiuste e disumane, non è una novità politica”, sostiene. “Ha la sua origine nella chiesa”.
Nonostante ciò, il dirigente mostra preoccupazione per la situazione e per quanto podrà accadere. “La stragrande maggioranza delle persone non è organizzata. Quindi abbiamo bisogno di unire due elementi: spiegare alle persone chi sono i colpevoli di questa situazione e chi è il loro vero nemico e contemporaneamente, organizzarle per la ribellione”.
La situazione politica del Brasile
1.- Il momento attuale è molto confuso dal punto di vista politico. Ma i movimenti sociali, tanto il MST quanto il MTST appaiono agli occhi della società abbastanza forti e organizzati. A che cosa si deve questo?
JPS: Il Brasile vive una grave crisi economica, che ha portato come conseguenza una crisi sociale, con la crescita della disuguaglianza, della disoccupazione e della disperazione. Da tutto ciò è scaturita una crisi politica poiché la borghesia brasiliana ha realizzato un golpe mediatico-giuridico-parlamentare per ottenere il controllo assoluto dei quattro poteri, in modo da rovesciare tutto il peso della crisi economica sulla classe lavoratrice.
Il paese ha vissuto crisi altrettanto gravi nel 1930, 60 e 80. E tutte ci hanno insegnato che la via d’uscita è di lungo periodo e dipende da un’ampia articolazione di forze sociali che si raccolgano intorno a un nuovo progetto.
In questi periodi di crisi, i settori meno organizzati, le masse, sono disorientati. E le organizzazioni politiche, che non abbiano fatto una lettura corretta della congiuntura, perdono anch’esse di rilevanza. Ci sono molti personaggi pubblici e partiti che non sanno cosa dire. O dicono solo sciocchezze di cui nessuno tiene conto.
Noi abbiamo affrontato molte difficoltà come MST perchè la riforma agraria è paralizzata da quattro, cinque anni, senza reali conquiste. Anche per questo abbiamo impiegato grandi energie nel costruire il Fronte Brasile Popolare, come una specie di Fronte ampio, composto da 88 movimenti popolari e correnti di partito, per collegarci, analizzare permanentemente la congiuntura e decidere cosa fare insieme. E’ questo che abbiamo fatto negli ultimi due anni.
La via d’uscita da questa crisi storica dipenderà anche dalla creazione di un Fronte più grande, che raccolga la maggior parte delle forze popolari, soprattutto quelle ancora disorganizzate. Per ora, queste forze popolari disorganizzate non sono attive, tuttavia hanno indentificato Lula come il loro simbolo di cambiamento. Dobbiamo anche riuscire ad attrarre verso un progetto di nazione forze sociali che sono ancora isolate.
Speriamo che nei prossimi mesi e anni, le masse si mettano in movimento, spinte dall’indignazione e dalla volontà politica di costruire un nuovo progetto di paese. E’ successo in altri periodi della nostra storia e, ne sono sicuro, tornerà a succedere in breve tempo in Brasile.
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