Il Nicaragua con il tasso di omicidi più basso della regione e il terzo del continente
Managua, 11 settembre (LINyM | Radio La Primerísima) -. Durante la celebrazione del 36º anniversario della fondazione della Polizia nicaraguense, il presidente Ortega ha denunciato la campagna mediatica diretta a colpire e screditare l’operato di quest’istituzione, che affonda le sue origini nel trionfo della rivoluzione popolare sandinista sulla sanguinaria dittatura somozista (1979).
Ortega ha ricordato i 7 poliziotti caduti negli ultimi mesi per mano di gruppi criminali e come varie organizzazioni della cosiddetta società civile, invece di condannare i tragici eventi, li abbiano usati e manipolati per diffamare e calunniare le forze di polizia.
“Chi chiederà la giusta punizione per chi ha commesso questi omicidi? Perché stanno quasi trasformando gli assassini in vittime. Chi andrà a raccogliere le testimonianze di dolore dei famigliari dei poliziotti uccisi? Nessun grande media si è avvicinato a queste famiglie, né fatto conoscere la loro sofferenza”, ha detto Ortega.
Il presidente nicaraguense ha poi ricordato l’estrema prudenza che caratterizza l’agire della polizia, un fatto che fa parte del DNA di questa istituzione.
“Cosa succederebbe se la nostra polizia agisse come quella statunitense, che ha perseguitato, represso e ucciso decine di giovani afroamericani? O come quella europea. È proprio per questa prudenza eccessiva che a volte muoiono i nostri agenti. Diffamarli continuamente è un vero e proprio crimine”, ha sottolineato.
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Durante gli ultimi mesi, settori dell’opposizione sociale e politica del Paese, per lo più legati a partiti e movimenti politici, associazioni, Ong e mezzi di comunicazione che si autodefiniscono “indipendenti”, hanno iniziato una campagna di denuncia contro presunti e ripetuti abusi da parte delle forze dell’ordine.
Secondo loro, la polizia nicaraguense si sarebbe oramai allontanata da quei valori che l’hanno vista nascere e crescere, e si sarebbe piegata agli interessi dell’attuale governo sandinista, cadendo in una spirale di violenza contro le forze d’opposizione e la cittadinanza in generale.
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“Sia la polizia che l’esercito sono istituzioni che garantiscono la sicurezza. Nessuno, dentro o fuori il Paese, ha l’autorità morale per lanciare pietre contro istituzioni che sono al servizio della popolazione”, ha aggiunto Ortega.
Il presidente nicaraguense ha poi inveito contro chi pretende ergersi a paladino dei diritti umani.
“Vogliono venire qui a darci i voti sul tema dei diritti umani. Proprio loro che hanno violato e continuano a violare i diritti umani di intere popolazioni. Credono che per il solo fatto di avere tanti soldi possano minacciare e punire chi gli fa più comodo. Chi porterà davanti alla Corte penale internazionale quei governanti nordamericani ed europei che hanno commesso crimini di lesa umanità?”.
“La Corte Penale -ha continuato- funziona solo per i dirigenti africani, o magari per qualche leader latinoamericano. E’ fatta per i paesi in via di sviluppo e non per i paesi industrializzati. Lì non ci portano i grandi criminali dal pianeta, che continuano a commettere crimini con la potenza delle loro armi. Quelli nessuno li ferma”, ha criticato Ortega.
Un modello alternativo
Il modello preventivo, proattivo e comunitario della polizia nicaraguense è diventato un esempio a livello mondiale e non solo nella regione centroamericana, dove le nazioni vicine sono scosse da un’ondata di criminalità senza precedenti.
“La nostra polizia è nata dalle viscere del popolo. Non ci sono stati bandi di concorso, né accademie o scuole che c’insegnassero il lavoro da svolgere. Uomini, donne, ragazzi e ragazze si sono presentati spontaneamente, disposti al sacrificio. In quei primi anni era un fermento di emozioni e c’era voglia di costruire qualcosa di nuovo, di profondamente diverso dalla tragica esperienza somozista. Poi, col passare del tempo, l’istituzione si è strutturata e professionalizzata, ma senza mai perdere la relazione continua e costante con la gente, con la comunità”, spiegava alcuni anni fa alla LINyM, Miriam Martha Torres, responsabile delle relazioni internazionali della Polizia nazionale.
Secondo gli ultimi dati diffusi dal capo della polizia Aminta Granera, confermati dalle statistiche del Pnud delle Nazioni unite, il Nicaragua è il paese con il minor tasso di omicidi per 100 mila abitanti (8,6) in Centroamerica e il terzo a livello del continente latinoamericano.
Un risultato impressionante se si pensa che nel 2014 in Honduras il tasso è stato di 66 omicidi (anche se fonti non governative lo collocano ancora a oltre 80), in El Salvador di 61, in Venezuela di 54 e in Guatemala di 31 omicidi ogni 100 mila abitanti. La media latinoamericana s’aggirerebbe intorno ai 28 omicidi.
“In questi tempi di violenza diffusa in tutto il pianeta, la nostra polizia può contare su un capitale umano le cui radici sono legate alla storia e ai valori del nostro popolo. Solo in questo modo si possono spiegare gli alti livelli di sicurezza che il Nicaragua può ostentare, e questo nonostante le poche risorse economiche e di personale a disposizione dell’istituzione”, ha spiegato Ortega.
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