Presidente Ortega riafferma il proprio impegno nei confronti delle comunità e delle popolazioni della zona interessata dal passaggio della mega opera
Managua, 25 giugno (LINyM)-. Il presidente nicaraguense Daniel Ortega ha inviato un messaggio alle popolazioni dei territori che saranno attraversati dal canale interoceanico, assicurando loro che nessuna persona vedrà mai i propri diritti violati a causa del gigantesco progetto, bensì il contrario.
Il 29 maggio scorso, la Environmental Resources Management (ERM), impresa contrattata dalla Hong Kong Nicaragua Canal Development Investment Company (HKND) – intestataria della concessione cinquantennale per la costruzione dell’opera -, ha consegnato alle autorità competenti lo studio di impatto ambientale e sociale della costruzione.
Durante la prima settimana di luglio, un gruppo di esperti del Ministero dell’ambiente, Marena, e un altro della HKND presenteranno una prima relazione al presidente Ortega e alla Commissione del Gran Canale, che comprenderà una serie di modifiche importanti al progetto, basate sulle raccomandazioni fatte dalla ERM circa gli interventi di mitigazione e compensazione ambientale e territoriale da fare.
Seguirà quindi l’inizio del processo di negoziazione con le circa 7 mila famiglie che risiedono lungo il percorso, per l’acquisto delle terre.
“Stiamo incorporando i risultati degli studi ambientali e sociali al progetto, che contengono anche le raccomandazioni e osservazioni fatte dagli organi della Convenzione sulle zone umide di importanza internazionale -Ramsar- e da altre organizzazioni internazionali, che hanno visitato le zone umide e i territori che saranno attraversati dal canale”, ha detto Ortega.
Ortega ha anche assicurato che il canale interoceanico del Nicaragua sarà complementare a quello di Panama.
Paragonando la costruzione del Canale di Panama con quello del Nicaragua e i relativi spostamenti di famiglie che risiedono lungo la rotta della mega opera, il presidente nicaraguense ha assicurato che “nessuna persona vedrà i propri diritti violati, ma al contrario, beneficeranno di un’opera come questa”.
Le manipolazioni cadranno come un castello di carte
Da alcuni mesi, varie organizzazioni della cosiddetta società civile e partiti di opposizione hanno lanciato una vera e propria campagna internazionale contro il canale.
I presagi di catastrofi ambientali e sociali che comprendono la distruzione di riserve naturali, la salinizzazione del Lago Cocibolca, la scomparsa delle Isletas di Granada, l’espropriazione violenta e a prezzo di catasto di case, terre e di territori indigeni ancestrali e la scomparsa locale di specie animali e vegetali -tanto per citarne alcuni-, hanno fatto breccia in vari settori della popolazione locale e a livello internazionale.
L’ultima manifestazione nazionale che si è svolta a Juigalpa ha raccolto circa 10 mila persone e sono state fatte partire varie campagne internazionali per la raccolta di firme contro il progetto del canale, e contro la “tragedia ambientale e umana” che la sua realizzazione comporterà.
Nessuna menzione, per ora, della consegna dello studio d’impatto ambientale e sociale e della sua messa in rete nelle prossime settimane, in modo da essere accessibile a tutti.
A questo proposito, il vicepresidente del Nicaragua, il generale in pensione Omar Halleslevens, ha dichiarato che la popolazione nicaraguense è abituata a “portare le situazioni all’estremo e a politicizzare tutto”, in riferimento alle recenti proteste di organizzazioni ambientaliste e di politici dell’opposizione contro il progetto del canale interoceanico.
Secondo Halleslevens, una volta visti gli importi degli indennizzi previsti per le proprie terre o la disponibilità reale a effettuare permute delle unità abitative o addirittura la costruzione di una nuova casa, “le proteste cadranno come castelli di carte”.
“Ci sono settori della società e gruppi politici che vogliono politicizzare il tema del canale, ma qui non stiamo parlando di politica, bensì di sviluppo, del fatto che con questa opera il Nicaragua s’incammina verso l’eradicazione definitiva della povertà estrema”, ha aggiunto.
Circa il presunto “segretismo” sul contenuto dello studio d’impatto ambientale e sociale, il vicepresidente nicaraguense ha detto che non poteva essere diversamente, già che il tracciato del progetto non era ancora definitivo e che solo i risultati dello studio lo definiranno.
“Anche con il progetto idroelettrico di Tumarín c’erano state proteste e la gente era preoccupata. Poi, quando l’impresa che costruirà l’opera ha pagato fino a 1.100 dollari alla manzana (0.7 ettari) per terreni che ne valevano meno di 150 e ha costruito nuovi insediamenti con tutti i servizi, le proteste sono finite”, ha concluso.
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