“Non smetteremo di lottare finché i nostri diritti non saranno rispettati” diceva Quintanilla lo scorso anno
Managua, 6 maggio (LINyM)-. L’ex guerrigliero e presidente dell’Associazione invalidi di guerra di El Salvador “Eroi del novembre 89” (Alges), Israel Quintanilla e suo figlio, Carlos Zavala, sono stati prima sequestrati e poi uccisi con colpi d’arma da fuoco.
È quanto riferiscono fonti non ufficiali interne all’organizzazione. Quintanilla sarebbe stato raggiunto da almeno quattro colpi di arma da fuoco al torace e successivamente gettato nel fiume San Jerónimo, nel municipio di Tecoluca, San Vincente. Il suo corpo è stato ritrovato da membri di Alges durante la notte del 4 maggio. Quello di suo figlio, invece, la mattina dopo a pochi metri di distanza.
Alges ne aveva denunciato la scomparsa qualche giorno prima, dopo che, terminata la manifestazione del 1 Maggio, entrambi si erano messi in viaggio per raggiungere dei famigliari che vivono a San Vicente.
Nella conferenza stampa tenutasi la mattina del 4 maggio, Olga Serrano, segretaria esecutiva di Alges, aveva detto di non conoscere quale potesse essere la causa della scomparsa, ma non escludeva nessuna opzione, compresa quella politica.
José Victorino Quinteros, anche lui dirigente di questa importante organizzazione di invalidi di guerra, ha dichiarato che Quintanilla era uscito alle tre e mezza del pomeriggio per portare suo figlio a San Vincente, da un familiare. “Alle 5 del pomeriggio la famiglia ha provato a chiamarlo al telefono, ma lui già non rispondeva alle chiamate”.
Ex combattente delle Forze popolari di liberazione, Fpl, una delle cinque organizzazioni che facevano parte del Fronte Farabundo Martí per la liberazione nazionale, Fmln, la forza politico-militare che nel 1992 si trasformò in partito politico e che oggi governa El Salvador, Quintanilla aveva subito l’amputazione di una gamba in seguito a una mina calpestata accidentalmente nella località di Berlín, nel dipartimento di Usulután.
Era stato detenuto e incarcerato per più di cinque anni con l’accusa di terrorismo e di attentare contro la pace sociale e successivamente liberato. Nel 1989, insieme ad altri ex combattenti invalidi, aveva iniziato una protesta di fronte alla Cattedrale di San Salvador, chiedendo cure mediche. Alla fine era riuscito a uscire dal paese, con destinazione Cuba, dove venne curato e ottenne la sua prima protesi.
“Dopo gli accordi di pace tornai in El Salvador e mi integrai alla lotta per una reale applicazione del decreto 416, la legge che creava il Fondo di protezione di invalidi e disabili come conseguenza del conflitto armato, Foprolyd.
Nel 1997, insieme a 400 ex-combattenti, fondammo Alges e cominciammo a mobilitarci, subendo la repressione della polizia che uccise tre dei nostri compagni”, aveva detto Israel Quintanilla in una intervista offerta in esclusiva a Opera Mundi, alla vigilia del secondo turno delle passate elezioni presidenziali (marzo 2014).
– Leggi l’intervista completa in spagnolo
“Indipendentemente da chi vinca questa domenica, il nuovo governo dovrà riconoscere che siamo un settore importante ed emblematico del paese, testimone vivo e vittima di qualcosa che non si dovrà più ripetere in El Salvador. In questo senso non smetteremo di lottare affinché i nostri diritti siano rispettati”, diceva Quintanilla concludendo l’intervista.
Cresce l’indignazione
In un comunicato divulgato questo martedì 5 maggio, i membri di Alges dicono di sentirsi “profondamente indignati” per l’assassinio di Quintanilla e di suo figlio. Condannano energicamente “gli autori di questo atto infame” e ripudiano “qualsiasi espressione di violenza che tanti danni provoca alla pace e al cammino democratico e sociale iniziato nel nostro Paese”.
Hanno chiesto inoltre indagini veloci e approfondite alle autorità competenti. “Chiediamo che si applichi la legge in tutto il suo rigore nei confronti di chi, con un atto così codardo, ha causato tanto dolore alla comunità salvadoregna”.
Alges ha espresso la sua piena solidarietà alla famiglia di Quintanilla e ha ringraziato le organizzazioni sociali, le istituzioni amiche e la popolazione in generale, per il sostegno e l’accompagnamento ricevuto “in questa difficile situazione”.
“Israel Quintanilla ha lottato strenuamente per un cambiamento democratico nel nostro Paese. Un impegno che, dopo aver subito una grave lesione durante la guerra, lo ha trasformato in un leader della difesa dei diritti delle persone invalide di guerra e con disabilità in generale”, conclude il comunicato.
Intanto, il partito al governo ha condannato energicamente il “vile assassinio” di Israel Quintanilla e di suo figlio. “Israel era un lottatore instancabile per la costruzione di un El Salvador migliore e per i diritti umani delle persone con invalidità permanente”, si legge in un comunicato diffuso dalla Commissione Politica e dai militanti del Fmln.
Traduzione: Sergio Orazi
Fonte: LINyM e LINyM (spagnolo)
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