Honduras-Alzare la voce contro la mancanza di uguaglianza, la discriminazione e l’impunità
La difficile situazione della comunità LGBTI in Honduras
Tegucigalpa, 20 maggio (Rel-UITA | LINyM) -.
Il 17 maggio, giornata mondiale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, migliaia di honduregni e honduregne sono scesi in piazza per esigere alle istituzioni e alla società in generale il rispetto dei loro diritti fondamentali e per condannare lo stigma e la discriminazione.
Il colpo di stato del 2009 ha segnato l’inizio di una vera offensiva contro la comunità Lgbti.
Secondo i dati raccolti da varie organizzazioni, negli ultimi 10 anni in Honduras sono stati commessi almeno 313 omicidi riconducibili alla persecuzione in base all’orientamento sessuale.
L’azione penale ha portato a 67 arresti e a solo 20 condanne.
L’impunità supera quindi il 96% dei casi [1]. Infiniti i casi di persecuzione, aggresione e bullying.
Il 17 maggio, la comunità Lgbti ha denunciato di essere vittima di violenza strutturale e ha condannato la totale assenza dello Stato.
“Il quadro normativo vigente non permette ancora ai cittadini Lgbti di godere pienamente dei diritti fondamentali. Non esistono ancora politiche pubbliche che garantiscano l’accesso all’istruzione, alla salute e al lavoro a parità di trattamento”, ha detto José Zambrano, membro della Apuvimeh [2].
Per ciò che riguarda l’Hiv|Aids, la situazione in Honduras rimane allarmante. Stigmatizzazione e discriminazione la fanno ancora da padroni.
“Molte persone, soprattutto i giovani, tendono a non volere parlare né a informarsi su argomenti così delicati come la sessualità e la protezione contro l’Hiv. L’assenza sistematica di una campagna di prevenzione da parte dello Stato ci sta facendo tornare indietro nella lotta all’Hiv. Soprattutto nella zona rurale la situazione è drammatica”, ha aggiunto.
L’attivista ha detto anche che l’assenza delle istituzioni è ancora più evidente nel lavoro di sensibilizzazione della società honduregna, sulla necessità di porre fine alla stigmatizzazione e alla discriminazione basata sull’orientamento sessuale.
“Sia la chiesa cattolica che quella evangelica e le varie sette religiose che esistono in Honduras continuano a demonizzare la diversità sessuale. Il loro è un discorso carico di odio, di disprezzo e di discriminazione che arriva alle famiglie e alla popolazione in generale. C’è bisogno dell’impegno serio dello Stato per combattere questo flagello, nonché di un quadro normativo legislativo inclusivo nei confronti della diversità sessuale”, ha affermato l’attivista.
Uno degli effetti più drammatici di questa situazione è l’aumento dello spostamento forzato interno (desplazados internos) e dell’emigrazione.
“Sono ogni giorno di più i membri della comunità Lgbti che decidono di andarsene. Scappano dalla violenza, dalla discriminazione e dalla mancanza di opportunità. Dei passi in avanti ne abbiamo fatti, ma c’è ancora molto da fare. Lo Stato deve rispettare gli impegni presi, sia a livello nazionale che con le organizzazioni internazionali per i diritti umani”, ha concluso.
Note:
[1] Comunicato dell’Osservatorio sulle morti violente della Rete Lesbica Cattrachas
[2] Associazione per una vita migliore di persone con Hiv|Aids in Honduras
di Giorgio Trucchi
Fonte originale: Rel-UITA
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