“Per rovesciare la dittatura dobbiamo unirci”
Culmina una settimana di proteste in Honduras
Tegucigalpa, 28 gennaio (Rel-UITA | LINyM)
Il 27 gennaio, a un anno dall’insediamento di un presidente e di un governo che sono il risultato di una scandalosa frode elettorale, si è conclusa la settimana di protesta indetta dalla Convergenza contro il continuismo e da Azione cittadina contro la dittatura, che è culminata con mobilitazioni a livello nazionale del Partito libertà e rifondazione, Libre.
Carlos H. Reyes, membro della Convergenza e storico sindacalista honduregno ha analizzato per La Rel la portata di questa settimana di azione popolare.
“E’ stata una settimana di manifestazioni e presidi che avevano lo scopo di denunciare la dittatura che si è installata nel nostro paese. Si tratta di una dittatura “speciale” perché oltre a essere oligarchica e godere dell’appoggio dei militari e dell’impero ‘gringo’, affonda le proprie radici nel narcotraffico, la criminalità organizzata, la corruzione e l’impunità.
La nostra lotta è contro questa dittatura, per obbligare Juan Orlando Hernández a lasciare un posto di presidente che sta usurpando, per il rilascio di tutti i prigionieri politici, per inchiodare alle proprie responsabilità chi ha commesso gravi crimini durante e dopo le elezioni dell’anno scorso e per esigere il rispetto della libertà d’espressione.
– Che tipo di attività sono state svolte?
– Abbiamo svolto presidi davanti a Radio Globo, alla Procura generale e alla Corte suprema di giustizia. Abbiamo anche presentato uno scritto alla Procura affinché indaghi sui rapporti esistenti tra Juan Orlando Hernández e suo fratello Tony Hernández, il quale è stato arrestato negli Stati Uniti per legami con il narcotraffico. Abbiamo anche visitato il rappresentante residente dell’Alto Commissariato dell’ONU per i diritti umani in Honduras e svolto due presidi davanti all’ambasciata degli Stati Uniti.
Abbiamo partecipato infine alla mobilitazione promossa dal partito Libre a livello nazionale e anche a vari programmi radiofonici e televisivi per fare conoscere, a livello nazionale e internazionale, i principali punti della nostra agenda politica e la nostra lotta per porre fine a questa dittatura.
– Perché la decisione di manifestare di fronte all’ambasciata degli Stati Uniti?
– Gli Stati Uniti sono il primo e più importante alleato di questo regime. Gli hanno dato il proprio sostegno nonostante la vergognosa frode elettorale. Rifiutiamo l’ingerenza del governo degli Stati Uniti e della loro ambasciata in Honduras, e condanniamo il fatto che siano stati loro e non la popolazione, a decidere chi sarebbe stato il presidente della nostra nazione.
Abbiamo visitato l’incaricata d’Affari dell’ambasciata e, tra le altre cose, abbiamo espresso chiaramente che ciò che sta accadendo in Honduras è responsabilità diretta del governo statunitense, in quanto ha riconosciuto e sta sostenendo politicamente ed economicamente un governo illegale e illegittimo.
– Rovesciare una dittatura non è certo un compito facile. Cosa manca per raggiungere l’obiettivo?
– Le dittature non cadono da sole. È un compito difficile e non riusciremo mai a raggiungere l’obiettivo se non ci uniamo. Non possiamo continuare con questa frattura tra sociale e politico.
La Convergenza contro il continuismo e Azione cittadina contro la dittatura promuovono l’unità di tutti i settori. Dobbiamo continuare su questa strada e lavorare per rafforzare spazi di dialogo e lotta.
Articolo e traduzione di Giorgio Trucchi
Fonte: Rel-UITA
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