MERCOLEDI’ 6 DICEMBRE ORE 16,30 AMBASCIATA DELL’HONDURAS
VIA EMANUELE GIANTURCO 5, ANGOLO VIA DEGLI SCIALOJA (FLAMINIO)
Il 26 novembre si sono svolte le elezioni presidenziali in Honduras.
A sfidarsi, sono state principalmente la formazione del presidente uscente Juan Orlando Hernandez – JOH e una coalizione a essa contrapposta, denominata Alianza de Oposición contra la dictadura, con la leadership affidata a Salvador Nasralla.
Dopo un primo conteggio, raggiunto il 70% dello spoglio elettorale, quest’ultimo si trovava nettamente in vantaggio.
A questo punto, succede l’imponderabile. O meglio, ciò che “normalmente” da qualche anno accade in questo paese.
Un black-out interrompe lo svolgersi delle operazioni di scrutinio. In seguito a ciò, oltre a qualche altro indefinito guasto tecnico, il candidato del Partido Nacional, riconquista miracolosamente la maggioranza.
La frode elettorale era già in atto.
Al contempo, il popolo honduregno scende massivamente nelle strade, dove incontra la repressione dell’esercito. Già allertato da qualche ora, come se avesse previsto ciò che sarebbe successo.
A suggellare l’ennesima sopraffazione ai danni del claudicante cammino della democrazia, la posizione ufficiale del TSE (Tribunale Supremo Electoral) che dichiara vincitore JOH.
Un vero e proprio golpe, come quello del giugno del 2009 perpetrato contro Luis Zelaya. Colpevole di adottare misure troppo a vantaggio delle fasce di popolazione da sempre le più disagiate, e di voler addirittura entrare a far parte dell’ALBA.
Da lì in poi, la dittatura instauratasi grazie anche al “discreto” sostegno dell’amministrazione statunitense, ha seminato il terrore e ha perseguito chiunque volesse opporsi. Nella quasi totale indifferenza della comunità internazionale e dei mezzi d’informazione, che al contrario si sono scatenati per sostenere le violenze e il tentativo di golpe in Venezuela contro il legittimo governo del Presidente Maduro.
Il culmine della natura repressiva del governo di JOH, è rappresentato dal barbaro assassinio di Berta Cáceres, avvenuto il 2 marzo del 2016.
Ne rappresenta però anche la sintesi e l’esempio più alto e nobile di resistenza.
Un ideale di liberazione che ha varcato tutti i confini e che oggi guida la lotta di un popolo che non si arrende alla ferocia del capitalismo.
Per tanto esigiamo che cessi la repressione e che sia rispettata la volontà popolare espressa con il voto e con la difesa nelle piazze della democrazia.
Ahora más que nunca solidali e a fianco del popolo di Honduras in lotta per la propria autodeterminazione.
NO A LA DICTADURA NO AL FRAUDE ELECTORAL!
COMITATO CONTRO IL GOLPE IN HONDURAS
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