Lottare contro il continuismo significa lottare contro un modello economico che crea miseria
Tegucigalpa, 13 novembre (LINyM) -. Un’affollato corteo ha attraversato le strade della capitale Tegucigalpa fino ad arrivare davanti alla sede centrale del Tribunale supremo elettorale. È stata questa la risposta all’appello rivolto dalla ‘Convergenza contro il Continuismo’ e dall’Alleanza d’opposizione contro la dittatura, formazione politica che ha scelto il presentatore televisivo Salvador Nasralla come candidato per le prossime elezioni generali del 26 novembre, di scendere in piazza e dire no al progetto rielezionista dell’attuale presidente Juan Orlando Hernández e al rafforzamento del modello neoliberista.
Migliaia di persone si sono riversate in strada e hanno raccolto il messaggio della Convergenza, gruppo che riunisce organizzazioni e settori sociali, popolari, sindacali e studenteschi, sorto recentemente con l’obiettivo di affrontare i gravi problemi politici, economici e sociali che affliggono l’Honduras, nel tentativo di indirizzare il paese verso una società libera e fondata sulla democrazia partecipativa e inclusiva.
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Un appello, assicurano i membri della Convergenza, che va oltre il semplice rifiuto della rielezione presidenziale, che peraltro è incostituzionale ed è stata approvata illegalmente da istituzioni controllate dal presidente Hernández, ma che esorta anche ad attaccare con forza il continuismo del modello neoliberista.
“Non si tratta solamente delle elezioni, né di una marionetta come Juan Orlando (Hernández), ma soprattutto di combattere una struttura criminale pubblico-privata fondata sulla corruzione, che gode della protezione dei corpi di sicurezza dello Stato, di un carrozzone mediatico che occulta la lotta contro il modello estrattivo nei territori. Si tratta di combattere contro organismi deviati e forze paramilitari che assassinano, proprio come hanno fatto con Berta Cáceres”, ha detto Bertha Zúniga, coordinatrice del Copinh e figlia della dirigente indigena lenca assassinata il 2 marzo 2016.
La proposta
Per questa ragione il padre Ismael “Melo” Moreno, direttore di Radio Progreso e membro della Convergenza, ha dato lettura dei 14 punti che integrano la proposta presentata alle forze politiche dell’Alleanza d’Opposizione.
Tra i vari punti, il padre Melo ha segnalato la lotta contro l’illegalità della rielezione, l’annullamento del processo di privatizzazione dei servizi pubblici, la deroga delle Zone di impiego e sviluppo economico (Zede) -meglio conosciute come charter cities- e di tutte quelle leggi che permettono la concessione di beni comuni e territori.
La Convergenza ha anche chiesto l’abrogazione di quelle leggi che ledono i diritti del lavoro, di promuovere una riforma agraria profonda che permetta di attaccare la concentrazione di terra in mano di poche famiglie, di dare impulso alla piccola e media impresa e di approvare una vera riforma fiscale.
Ha proposto infine la smilitarizzazione della società, assicurare l’indipendenza dei poteri dello Stato -che oggi non esiste-, attaccare frontalmente la corruzione e l’impunità, lottare affinché sia fatta giustizia nel caso di Berta Cáceres e di tutti quelle persone assassinate per difendere la vita, la terra e i beni comuni.
Ipocrisia
Nel 2015, la Sala costituzionale della Suprema corte di giustizia, controllata dal partito di governo, ha emesso due sentenze che dichiaravano l’impossibilità di applicare l’articolo 239 della Costituzione, quello che proibisce la rielezione presidenziale.
Per qualcosa di simile -anche se ha sempre negato l’intenzione di volersi rieleggere attraverso il progetto della IV Urna– nel 2009 l’ex presidente Manuel Zelaya fu vittima di un colpo di stato che lo costrinse ad abbandonare il paese per due anni.
I cosiddetti “difensori della Costituzione e delle istituzioni”, che con l’appoggio dei militari orchestrarono e organizzarono il colpo di stato, sono gli stessi che, grazie a cavilli legali, vorrebbero ora assicurare la rielezione del presidente Juan Orlando Hernández.
Il ricorso presentato dalla Convergenza contro il Continuismo, supportata dall’Alleanza d’opposizione contro la dittatura, per annullare l’iscrizione dell’attuale presidente come candidato, è stato respinto dai magistrati elettorali.
“Con questa decisione si stanno macchiando del crimine di alto tradimento. Siamo indignati di fronte a questo ennesimo oltraggio. È umiliante vivere in un paese come l’Honduras sapendo che continuiamo a essere calpestati, non solo dallo stivale militare, ma anche da una dittatura che cerca ora di diventare permanente e che risponde agli interessi dell’oligarchia nazionale e dell’imperialismo statunitense che la protegge”, ha detto Carlos H. Reyes della Convergenza.
“Con il tentativo di rieleggersi, il signor Hernández non sta facendo altro che propiziare un nuovo colpo di Stato, questa volta attraverso le urne. Per questa ragione non bisogna votare per la rielezione”, ha aggiunto Reyes.
Alla fine della manifestazione, l’ex presidente Zelaya e il candidato dell’Alleanza, Salvador Nasralla, hanno annunciato che non riconosceranno il sistema di trasmissione dei voti del Tribunale, nè il conteggio e la divulgazione ufficiale dei risultati elettorali.
“Non riconosceremo questo risultato. Proponiamo alla gente che il 26 novembre ascolti e faccia affidamento solamente a ciò che diffonderà il centro parallelo per il conteggio che sarà predisposto dall’Alleanza”, ha detto Zelaya.
Già nelle passate elezioni del 2013, il partito Libertà e Rifondazione, Libre, e il Partito Anticorruzione, Pac, avevano denunciato una presunta frode elettorale da parte del Partido Nacional e del suo candidato Juan Orlando Hernández.
Quattro anni dopo, Zelaya e Nasralla dicono che considereranno validi solo i verbali di ogni seggio, le cui copie dovranno per legge essere consegnate a tutti i partiti in lizza. “Non permetteremo che ci rubino nuovamente la vittoria. Non lasceremo che la popolazione sia nuovamente presa in giro.”, ha concluso Nasralla.
Autore: Giorgio Trucchi | Rel-UITA
Traduzione: Gianpaolo Rocchi
Fonte: LINyM
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