Risposta ufficiale dopo l’approvazione del Nica Act
Managua, 27 settembre (LINyM) -. “Rifiutiamo come violazioni del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite, le proposte e iniziative che sono scaturite dalle Camere e sedi degli organismi legislativi degli Usa che sono prassi abituale della politica interventista che, nel corso della storia, è sempre stata applicata nei nostri processi politici, sociali ed economici, soprattutto alla vigilia delle scadenze elettorali “.
Risponde così il governo del Nicaragua alla decisione della Camera Bassa del Congresso degli Stati Uniti di approvare all’unanimità il cosiddetto Nicaraguan Investment Conditionality Act, o Nica Act. Qualora venisse approvato anche dal Senato e firmato e convertito in legge dal Presidente Obama, l’iniziativa garantirebbe agli Usa il voto contrario e determinante relativamente a qualsiasi prestito da parte degli organismi di credito multilaterali al Nicaragua.
L’iniziativa è stata promossa e presentata lo scorso luglio dai congressisti di origine cubana Ileana Ros-Lehtinen e Albio Sires. Secondo questi congressisti, la misura avrebbe l’obiettivo di obbligare il governo di Daniel Ortega a ristabilire la democrazia e realizzare elezioni libere e trasparenti.
Lo scorso anno, membri del partito di opposizione Movimento di rinnovamento sandinista, Mrs, del Movimento per il Nicaragua e di organismi dei “diritti umani” si erano recati negli Stati Uniti per riunirsi con la stessa Ros-Lehtinen. Durante l’incontro sono state sollecitate misure di pressione contro il governo sandinista.
La campagna antigovernativa si è inasprita dopo la decisione della Corte suprema di giustizia di concedere la rappresentanza legale del principale partito d’opposizione – il Partito liberale indipendente – a Pedro Reyes Vallejos, e quella del Consiglio supremo elettorale di destituire 16 deputati, tra cui l’ex candidato alla presidenza Eduardo Montealegre, per non avere accettato le linee date dal nuovo presidente del partito.
Durante le ultime settimane, partiti e movimenti di opposizione hanno fatto appello a boicottare il processo elettorale. Secondo una pubblicazione di Informe Pastrán, questa decisione farebbe parte di una strategia molto chiara: “L’obiettivo è screditare il processo elettorale, non riconoscere i risultati delle elezioni e spingere la comunità internazionale a non riconoscere il governo che uscirà dalle urne, per chiedere nuove elezioni (…) Si cerca di creare un clima di instabilità e paura nella cittadinanza per influenzare i votanti col promuovere l’idea che il paese sia regredito alla decade degli anni ottanta”, avverte un ex legislatore liberale.
Dopo un viaggio a Washington per riunirsi con Luis Almagro, segretario generale dell’Organizzazione degli stati americani, Osa, che sta per presentare una relazione sulla situazione in Nicaragua, membri dell’opposizione nicaraguense sono stati invitati alla Convenzione Nazionale Democratica a Philadelphia. All’interno delle attività, si è svolto il Foro Internazionale dei Leader -finanziato dal NDI (Istituto Nazionale Democratico)- in cui attivisti politici della “società civile” di diversi paesi, hanno scambiato idee su “come ristabilire la democrazia” in paesi come Cuba, Nicaragua e Venezuela.
Ingerenza
“Ogni paese è libero e ha il diritto di fare le proprie dichiarazioni, le proprie leggi e stabilire misure che sono di ordine politico e non spettano al governo nordamericano. Eppure quando si ha a che fare con misure minacciose o atte a generare pressione, bisogna sempre considerare gli effetti che si possono generare. Non sono solo questioni di ordine commerciale, ma coinvolgono anche fattori geopolitici che devono essere soppesati attentamente. In questo senso credo si tratti di un atto di ingerenza. E’ come se noi facessimo pronunciamenti sull’andamento della campagna elettorale statunitense……sarebbe irrispettoso”, ha dichiarato ai media nazionali l’ex presidente della Repubblica e attualmente deputato Jaime Morales Carazo.
Pagano i poveri
L’economista Néstor Avendaño ha dichiarato a Informe Pastràn che le conseguenze dell’approvazione del Nica Act ricadranno sul settore più povero della popolazione. Al momento, la Banca interamericana di sviluppo, Bid, e la Banca Mondiale prestano annualmente al settore pubblico del Nicaragua circa 250 milioni di dollari destinati a programmi e progetti di investimento. “Questa somma rappresenta il 62% dei prestiti ufficiali ricevuti da fonti bilaterali e multilaterali di cooperazione” ha affermato Avendaño.
Dopo la presunta frode elettorale del 2008, questi organismi non hanno concesso prestiti per sostenere il bilancio, un eventuale boicottaggio finanziario, impatterebbe principalmente sui poveri delle zone rurali e provocherebbe la caduta dell’investimento pubblico nell’infrastruttura economica.
“Questo rallenterebbe gli investimenti privati causando una minore crescita economica, la riduzione del consumo pubblico, il deterioramento degli indicatori sociali, la mora nel pagamento del debito pubblico contratto con le due istituzioni finanziarie multilaterali, la crescente volatilità del cambio finanziario e la pressione inflazionistica” ha spiegato l’economista.
Questa crisi indebolirebbe anche la lotta al narcotraffico e al crimine organizzato mettendo a rischio la stessa sicurezza degli Stati Uniti dal momento che, il Nicaragua nell’ultima decade è diventato un “muro di contenimento” e un alleato privilegiato per i nordamericani.
Molti analisti politici pensano che l’iniziativa approvata dal Congresso degli Stati Uniti non sarà ratificata dal Senato o che lo stesso Obama porrà il veto.
Dignità
Il 21 settembre, Luis Exequiel Alvarado, rappresentante del Nicaragua per l’OEA , ha difeso la legalità e la trasparenza del processo elettorale del prossimo 6 novembre e il diritto del suo paese a realizzare “elezioni libere e senza ingerenze da parte di potenze straniere”. Lo stesso ha fatto il vicepresidente nicaraguense Omar Halleslevens durante la 71esima sessione dell’Assamblea Generale delle Nazioni Unite.
“In Nicaragua continueremo a rafforzare la pace, la stabilità, la governabilità e l’avanzamento sociale tramite proposte nuove come il modello di alleanze, dialogo e consenso che ha rango costituzionale e che ha portato al miglioramento dell’economia e a significativi progressi nella lotta alla povertà” ha affermato il governo nicaraguense nel suo comunicato.
“Il Governo di Riconciliazione e Unità Nazionale ribadisce la ferma intenzione di proseguire su questo modello che riunisce tutti in vista del bene comune e contemporaneamente riafferma la sua vocazione alla pace, sicurezza, tranquillità e democrazia.”
Fonte: LINyM
Traduzione: Federica Comelli
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