Intervista con Marylén Serna, portavoce del Congresso dei Popoli
Sergio Ferrari, Berna, Svizzera
Nell’ambito del nuovo clima politico che il dialogo tra la guerriglia ed il Governo ha creato in Colombia, il movimento sociale alza la sua voce, denuncia, propone ed esige spazi propri. La guerra non è terminata. Il paramilitarismo si consolida come un fenomeno sempre più preoccupante contro la pace. La necessità di rinforzare la mobilitazione cittadina continua ad essere una sfida essenziale. Questo sottolinea Marylén Serna Salinas nella sua visita in Svizzera, visita che fa parte di un ampio giro che comprende una decina di grandi città di vari paesi europei.
Serna Salinas, autorevole dirigente contadina del Cauca (una zona del sudovest colombiano), portavoce nazionale del Congresso dei Popoli e facente parte del comitato di promozione del Tavolo Sociale della pace
P: quali sono i temi prioritari del Congresso dei Popoli?
Marylén Serna (MS): prima di tutto vogliamo denunciare la riattivazione del paramilitarismo e le conseguenze di questo fenomeno preoccupante per i movimenti sociali. Nello stesso tempo vogliamo far conoscere in anticipo una proposta di mobilitazione sociale da lanciare a metà di questo anno. Vogliamo anche rendere pubblica la nostra poposta di un Tavolo Sociale per la Pace che pensiamo come uno spazio di dialogo e negoziazione nazionale a favore della Pace e della Democrazia. Il Tavolo Sociale per la Pace rappresenta uno scenario in cui si dovrebbero incontrare, faccia a faccia, il movimento sociale popolare e i poteri istituzionali ed economici per discutere sui problemi che colpiscono il paese, trovare soluzioni efficaci ai conflitti socio-politici (che sono all’origine stessa del conflitto armato) e costruire le basi per una società democratica, giusta ed in pace.
P: cosa intende dire con la sua denuncia della riattivazione del paramilitarismo?
MS: questi gruppi non hanno mai cessato le loro attività nei territori e noi movimenti sociali sentiamo la loro pressione. Ora sono articolati maggiormente a livello nazionale, continuano ad ostacolare il processo di pace e chiedono al Governo di essere riconosciuti come attori politici e questo è molto preoccupante. A tutto questo si aggiunge il costante processo di criminalizzazione dei movimenti sociali, con arresti, minacce, processi e assasinii, mancanze di garanzia per poterci mobilitare ed incremento di molteplici violazioni dei diritti umani.
Movimenti sociali e diáloghi Governo-guerrillas
P: Come si pone il Congresso dei Popoli, con una così grande presenza di movimenti ed organizzazioni sociali, di fronte al dialogo della guerriglia con il Governo?
MS: Manteniamo la nostra caratteristica di autonomia. Chiediamo che ci sia uno spazio di negoziazione proprio, nostro, dei movimenti sociali, ed in questo senso proponiamo la creazione di un Tavolo Sociale per la Pace, come richesta di negoziazione tra la società colombiana nel suo insieme ed il Governo. Il comitato che lo propone è composto da circa 40 organizzazioni sindacali, contadine, ambientaliste, rappresentanti delle diverse espressioni di fede, differenti coalizioni, ecc . Un spettro molto ampio e rappresentativo.
P: nell’ambito del dialogo tra Farc e Governo ci sono stati spazi di partecipazione per il movimento sociale?
MS: Ci sono stati alcuni spazi come i Forum Tematici dove abbiamo partecipato attivamente. Però questa presenza è insufficiente.
P: e spazi nel dialogo tra ELN e Governo?
MS: non possiamo comunque dare un giudizio visto che la negoziazione recente si sta sviluppando. La partecipazione della società è posta come il punto centrale, però vedremo la metodologia per realizzarla. Da parte del Tavolo Sociale per la Pace c’è la disponibilità di far parte dell’esercizio della partecipazione
P: Riconoscete comunque senz’altro degli avanzamenti in questi spazi di dialogo e negoziazione?
MS: senza dubbio riconosciamo l’importanza di queste negoziazioni però insistiamo nel volere uno spazio proprio per esprimere le nostre rivendicazioni come movimento sociale. Lottiamo storicamente per la Pace. Abbiamo promosso nei nostri territori programmi alternativi nel settore economico, programmi per la sovranità alimentare, diverse proposte per la salute e l’educazione. Ed è fondamentale che queste esperienze contribuiscano alla costruzione della Pace e che troviamo uno strumento per avere uno spazio con il Governo per discutere e proporre i nostri modelli e le nostre ricche esperienze.
“C’è incertezza e confusione in una parte della gente”
P: Qual è la situazione soggettiva attuale del cittadino colombiano medio rispetto a questa grande sfida per la ricerca della Pace e alla vostra rivendicazione per ottenere uno spazio proprio di negoziazione?
MS: Ci manca molto da fare per raggiungere il consenso di tutta la società. Senza dubbio i precedenti tentativi falliti di negoziazione creano incertezze e confusione. Senza contare anche che esistono settori potenti che si oppongono alla Pace e che desiderano che la guerra continui. Una parte della società vede questo movimento in cammino come molto lontano dalla propria vita quotidiana e da ciò che gli sta intorno. Ma proprio per questo è molto importante promuovere l’Alternativa del Tavolo Sociale per la Pace per avvicinare la costruzione della Pace alla società e rendere palpabile la possibilità di poter partecipare.
P: E’ in questa situazione di incertezza tra settori importanti che si propone la mobilitazione che lei prevede a metà di quest’anno?
MS: consiste nel continuare a fare quello che già facciamo da tempo. Esercitare il diritto di protesta di comune accordo con importanti attori sociali e difendere la proposta di creare uno spazio per negoziare le politiche del paese, in modo da contribuire alla costruzione della Pace. Pensiamo di realizzarla simultaneamente in diverse regioni del paese, approsimativamente verso il mese di giugno.
P: qual è la vostra aspettativa rispetto al contributo da parte dell’Europa e della comunità internazionale a questa tappa che sta vivendo il movimento sociale colombiano?
MS: contiamo su un appoggio concreto alla nostra richiesta di mobilitazione. Un sostegno a favore del rispetto di diritti umani e della partecipazione cittadina alla costruzione della pace in nome del rispetto della vita. Chiediamo che ci siano voci all’estero, in Europa, che ci accompagnino nello stesso tempo in cui lanceremo il Tavolo Sociale per la Pace, che esigano il diritto alla protesta nel momento della mobilitazione in Colombia. Un accompagnamento e una presenza concreta di Governi, parlamentari e della società civile in generale. Chiediamo infine anche di offrire dei luoghi di partecipazione ai colombiani e colombiane che si trovano all’estero.
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