Sappiamo chi è Stato.
Guardatela. Guardiamola ora. Quel sorriso, quello sguardo. Quella semplicità. Se anche le parole, il linguaggio, non fossero stati deturpati dal mercimonio della viltà e dall’affanno atavico e irrefrenabile di soggiocare colonizzare e sfruttare, potremmo dire che quel sorriso e quello sguardo sono l’essenza stessa dell’onestà. Della giustizia. Della lealtà.:
Verso il proprio popolo e i diritti che gli sono stati sottratti, da più di cinquecento anni a questa parte. Le parole, però, sono state anch’esse derubate del proprio senso e significato. Irregimentate nelle colonne di quotidiani compiacenti e servizievoli verso il tiranno di turno. Che cambia in continuazione, ma rimane sempre lo stesso. Parole infiorettate nel luccichìo di telegiornali morbidi e gommosi come gli spot pubblicitari che gli infiocchettano, acidi e spietati però per chi sale di un’ottava nel coro che intona il te deum alla tirannide. Non è musica, purtroppo, ma la tragicità della Storia, anche quando ha le sembianze della farsa.
Bene; il potere, l’establishment, i poteri forti, il pensiero unico, la dittatura la satrapia o come diamine si vuole chiamare qualsiasi feticcio di Stato che si spaccia per democrazia ha paura di quel sorriso. Lo teme. Dannatamente. Perché portatore sano di sani principi, di partecipazione, di libertà e di liberazione. Anche quando non aspira al sovvertimento dell’ordine costituito.
Lo teme da quando è stato inventato il mondo e da quando s’ingegna per sottometterlo. Uno sforzo che trascina con sé un incalcolabile costo di sangue innocente. O forse colpevole dell’atroce delitto di vivere lottando e di non morire invano. E per questo ha paura, perseguita fino all’annientamento chiunque tenti di sabotare questo implacabile meccanismo criminale che si chiama capitalismo. E lo fa con l’unica arma che non sarà mai a corto di munizioni: la verità.
Per questo Bertha Caceres è stata assassinata. Per essere stata una militante della verità.
Che la terra ti sia lieve, compañera, la tua voce è più che viva che mai.
Ora e sempre.
Massimo Angelilli- Italia-Nicaragua
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