Che Succede In Messico 2

2.papa.messicoChe succede in Messico? Parla l’esperto – 2
Intervista a Fabrizio Lorusso, tra i maggiori esperti italiani di politica messicana, e delle dinamiche criminali che sconvolgono la Nazione nordamericana

17 Febbraio 2016 di  Francesco Giappichini

Nelle ore in cui scriviamo, il sistema mediatico – italiano, messicano e forse del mondo intero – è ansioso di assistere all’imminente messa del pontefice Jorge Mario Bergoglio, nella città messicana Ciudad Juárez. Proprio al confine con El Paso, in Texas. Intanto chi vuole approfondire le dinamiche socio-politiche del Messico – magari andando un po’ più a fondo rispetto al pur apprezzabile reportage di Sean Penn – potrebbe leggersi la seconda parte della nostra intervista al professor Fabrizio Lorusso.
Il nostro connazionale, che vive in Messico da molti anni, unisce alle attività di docente, giornalista e blogger ( http://lamericalatina.net/ ), anche quella di scrittore.
 In questa sede ci piace soffermarci su tre sue pubblicazioni, che rappresentano un unicum nel panorama della saggistica italiana, dedicata al pianeta latinoamericano.  ‘Narcoguerra. Cronache dal Messico dei cartelli della droga’ del 2015, è «un testo giornalistico e narrativo», come si legge sul portale dell’editrice Odoya, «sul Messico e sulla guerra ai cartelli della droga». La pubblicazione – arricchita dal prologo dell’arcinoto Pino Cacucci – è imprescindibile per chiunque voglia conoscere i connotati di una tra le mafie più sanguinarie della Terra, in affari anche con la ‘ndrangheta calabrese.
E se ‘La fame di Haiti’ (2015) – scritto con Romina Vinci – è uno dei pochi testi dedicati in Italia alla martoriata isola caraibica, vogliamo qui richiamare l’attenzione su ‘Santa Muerte. Patrona dell’umanità’ del 2013, opera pubblicata da Stampa alternativa. 
Di là dell’importante prologo redatto da Valerio Evangelisti – grande esperto del Paese nordamericano – crediamo che il libro rappresenti il più approfondito studio, in italiano, sul culto e la devozione per la Santa Muerte. Di cui hanno parlato di recente anche i giornali nostrani, per via della visita del papa a Ecatepec. Si tratta solo di una setta satanica, o di una religione per narcotrafficanti? Lorusso crede di no. Vanno poi segnalati i racconti per le seguenti raccolte: ‘Re/search Milano. Mappa di una città a pezzi’ del 2015, ‘Pan del alma’ del 2014, ‘Nessuna più. 40 scrittori contro il femminicidio’ del 2013, pubblicata da Elliot, e infine ‘Sorci verdi. Storie di ordinario leghismo’, del 2011.
In buona sostanza, le Autorità ecclesiastiche messicane avrebbero sanato un annullamento che invece non doveva essere convalidato – quello del matrimonio tra José Alberto ‘El Güero’ Castro e la nota attrice di novela Angélica ‘Gaviota’ Rivera – al fine di rendere possibili le nozze religiose tra quest’ultima, e il presidente della Repubblica, Enrique Peña Nieto …
«Si parla d’influenze e coinvolgimenti importanti. E mentre lei si dedica a fare un album con amici cantanti e la Sony music, per accogliere degnamente Francesco, sta scoppiando un caso pesante che mostra ipocrisie e manipolazioni. Va seguito».
Il Messico pare non soffrire di quell’affanno economico, che incupisce gran parte dell’America latina. Un dinamismo frutto solo della vicinanza con gli Stati uniti, o c’è dell’altro?  
«In realtà durante gli anni di grande crescita in America latina, il Messico è rimasto quasi fermo; e anche oggi i tassi di crescita del PIL non sono alti, per un Paese emergente. Ora è semplicemente il resto del Continente che s’è allineato sui tassi messicani, dopo la fine del boom dell’export e dei prodotti primari richiesti dalla crescita cinese e asiatica. In Paesi come il Brasile, la povertà è però caduta drasticamente, e si va verso l’universalizzazione del welfare; in Messico invece questo non c’è». 
Un ruolo importante, nella politica commerciale messicana, dovrebbe essere anche quello svolto dal Partenariato trans-Pacifico (Tpp), l’accordo di libero scambio firmato il 4 febbraio …
«Proprio in seguito alla firma dall’accordo trans-Pacifico, l’idea è di competere con la Cina: sui costi del lavoro, e contando sulla vicinanza con i Paesi del Pacifico. Tuttavia nel frattempo non ci si accorge che la Cina si sta muovendo verso un modello d’economia tecnologicamente avanzato, e pian piano smetterà di fare la fabbrica a basso costo del mondo, sfruttando la manodopera. Alla fine il regime potrebbe cedere anche sui diritti e la partecipazione politica, abbandonando il partito unico e la dittatura de facto. Si vedrà. Oggi il Messico opera come un’appendice dell’economia statunitense, ma senza i diritti, le regole e lo sviluppo degli Usa. Potrà anche crescere molto, magari spinto dall’apertura del suo settore energetico o da un nuovo boom d’investimenti stranieri; ma senza redistribuzione, welfare e protezione del lavoro, oltre che della sicurezza umana in generale, non si svilupperà mai nel senso più compiuto del termine».
Il sistema politico avanza verso un bipolarismo compiuto, incardinato su Partido revolucionario institucional e Partido de la revolución democrática, o in futuro assisteremo ad altre formule? Ad esempio grazie a un rafforzamento del Partido acción nacional …
«Secondo me si mantiene ancora il sistema tripolare, non bipolare. Mi spiego. Il Pri e il Pan formano un blocco, noto comunemente come Prian, giacché coprono lo spettro politico di varie destre, di settori cattolici ultra, e di un centro populista dal taglio neoliberista, e conservatore nel sociale. In un modo o nell’altro, bloccano ogni diversa formula a sinistra. Mi sa che il Prian è più simile ai neocons che ai (neo) liberal americani, ecco. I paragoni però finiscono qui. Altra storia. Il Pri è stato al potere 71 anni, nel Novecento».

E per quanto riguarda più specificamente il fronte della sinistra, quali sono le sue condizioni di salute?
«A sinistra, il Prd non è più la sola forza, ma c’è il Movimiento regeneración nacional dell’ex candidato alle Presidenziali, Andrés Manuel López Obrador. Il 30 o più per cento di voti che aveva il centro-sinistra messicano si divide quindi adesso tra due partiti. Anche questi non sono esenti dai vizi di corruzione e clientelismo del sistema politico locale. Oggi, anzi da quasi 20 anni, governano la Capitale, che è appena stata trasformata in un nuovo Stato del Messico, e non è più un ibrido amministrativo. A livello nazionale però devono spesso allearsi addirittura con il Pan, per sconfiggere il Pri e vincere in qualche Comune o Stato. Vedo il ritorno di un predominio del Pri anche nel 2018 – quando ci saranno le Presidenziali – salvo sorprese. Né gli scandali patrimoniali e personali della famiglia del Presidente, né le crisi di violenza e dei quarantatré desaparecidos di Iguala – gli studenti di Ayotzinapa – e degli altri 27mila, hanno ancora avuto effetti di rilievo sulla politica. La stragrande maggioranza dei governatori statali appartiene al Pri. Il quale torna a uno status egemonico, anche grazie al suo satellite alleato: il Partito verde ecologista del Messico. Non è verde né ecologista, ma è un clan familiare specializzato nel tema: mafia elettorale e fondi pubblici. Chi vuole approfondire, può andarsi a leggere qualcosa sull’imbarazzante amministrazione del verde Manuel Velasco Coello, in Chiapas».