Il giornalista Rafael Poleo parla di una imminente invasione del Venezuela
Attilio Folliero, Caracas 28/11/2015
Il giornalista venezuelano Rafael Poleo, della destra più estrema e reazionaria il 26 novembre ha pubblicato una serie di Twitter; in uno di questi segnala l’imminenza di una invasione militare internazionale in Venezuela, come quella della Repubblica Dominicana nel 1965. La Repubblica Dominicana nel 1965 fu invasa dalle forze statunitensi ed ovviamente quando il Poleo parla di una invasione internazionale in Venezuela si riferisce alle forze statunitensi.
Ricordiamo anche che Barack Obama nello scorso mese di marzo ha emesso un decreto con il quale ha dichiarato il Venezuela un pericolo speciale per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Tutte le volte che gli USA hanno emesso un simile decreto hanno poi proceduto ad invadere il paese oggetto del decreto stesso.
In altri due twitter immediatamente precedenti a quello appena analizzato, il Poleo fa riferimento alle imminenti elezioni parlamentari venezuelane. Secondo il Poleo “il regime di Maduro starebbe per sospenderle di fronte alla irrimediabile sconfitta”. Inoltre – aggiunge – che gli atti criminali accelerano la fine del regime e diminuiscono le possibilità che il Partito Socialista PSUV sopravviva come partito.
E’ dunque imminente una invasione del Venezuela ad opera degli USA? Le prossime elezioni parlamentari rischiano di essere sospese? Che sta cercando di dirci Rafael Poleo con questi messaggi?
Prima di tutto bisogna dire chi è Rafael Poleo. Rafael Poleo, uomo dell’estrema destra, è un impresario, editore, proprietario del quotidiano Nuevo Pais e della Rivista Zeta; è anche il padre della giornalista Patricia Poleo, scappata all’estero per sfuggire alla giustizia venezuelana, che l’accusa di essere la mandante, assieme a Nelson Mezerhane, già proprietario della TV Globovision, all’ex generale Eugenio Áñez Núñez ed a Salvador Romani, dell’omicidio del giudice Danilo Anderson. Rafael Poleo è anche un possibile agente della CIA in Venezuela fin dagli anni settanta. Rafael Poleo, inoltre in una trasmissione televisiva (“Alò ciudadano” di Globovision del 13/10/2008) paragonò Chavez a Mussolini e disse che doveva stare attento altrimenti avrebbe fatto la stessa fine, ovvero appeso a testa in giù.
Fermo restando che il pericolo di una invasione statunitense del Venezuela è reale, tant’è che Obama ha emanato il decreto di cui sopra, cosa ha voluto dire veramente Rafael Poleo con queste dichiarazioni? Probabilmente Rafael Poleo sta cercando di spaventare l’elettorato, soprattutto gli indecisi, chi sta pensando di non andare a votare ed i chavisti più moderati; come a dire “se non vinciamo, se non la finiamo con questo governo per la via elettorale, l’unica soluzione è l’intervento statunitense”.
Le elezioni parlamentari fino ad un mese fa sembravano dovessero essere vinte ed anche nettamente dall’estrema destra per il forte astensionismo che si annunciava nelle file dei partiti di sinistra, a causa del malcontento esistente; da un mese a questa parte l’astensionismo, che si annuncia sempre alto, è però in calo perché molti cittadini hanno preso coscienza del pericolo che rappresenta il ritorno della destra al governo; la destra al governo col suo programma neoliberale finirebbe per spazzare via quei benefici ottenuti negli ultimi anni, con la cosiddetta rivoluzione bolivariana.
La situazione del Venezuela è difficile, perchè comunque andranno le elezioni ci saranno problemi, anche di ordine pubblico. Se l’opposizione dovesse vincere queste elezioni, è probabile che riescano a vincere anche nel successivo referendum per revocare il mandato al presidente della Repubblica, nel 2016.
Inoltre, benchè la costituzione non lo contempi l’opposizione ha annunciato che, nel caso vincesse con una maggioranza qualificata, il Parlamento procederebbe alla revoca del mandato al presedente; ovvero c’è il pericolo di un colpo di stato parlamentare tipo quello attuato in Paraguay.
In qualunque caso, sia per la possibile politica di austerità di una destra al governo, che provocherebbe l’impoverimento estremo della popolazione, sia per i possibili abusi di potere sarebbe inevitabile una reazione dei “chavisti”; ossia al popolo non resterebbe altra alternativa che la ribellione.
Ricordiamo che in Venezuela vige il sistema elettorale maggioritario quindi l’opposizione potrebbe ottenere la maggioranza assoluta, vincendo con un minimo scarto nella maggior parte dei collegi elettorali. Ciò significa che pur di fronte a questa possibile maggioranza qualificata, il Venezuela sarebbe comunque diviso praticamente a metà,
Comunque vadano le elezioni, in Venezuela continuerà la polarizzazione: chi vince, anche ottenendo una eventuale maggioranza qualificata in Parlamento, avrà una grossa fetta della popolazione in contro.
Il “chavista” non accetterebbe di farsi sottrarre i benefici ottenuti in questi ultimi anni e di tornarsene pacificamente nella miseria estrema in cui era stato relegato per secoli; sarebbero inevitabili le esplosioni sociali e la repressione del governo di destra.
I problemi ci saranno ugualmente anche se dovesse continuare a vincere il chavismo perché comunque l’altra metà della popolazione circa continuerebbe ad opporsi all’attuale governo. Questa metà della popolazione istigata dai media, per la stragrande maggioranza nelle mani dell’oligarchia, non ha mai accettato la politica del governo socialdemocratico di una più equa distribuzione delle ricchezze del paese fra tutte le classi sociali; incitata dai media ha sempre voluto tutto per se.
In definitiva le elezioni non metteranno fine alla polarizzazione esistente nella società venezuelana.
Riguardo le affermazioni di Poleo circa la sospensione delle elezioni, personalmente penso sia da escludere nella maniera più assoluta per la semplice ragione che questo governo venezuelano socialdemocratico ha sempre creduto nelle leggi e nel rispetto delle regole e pertanto – ripeto, secondo me – mai e poi mai le infrangerebbe, anche se fosse a conoscenza della sconfitta.
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