Più del 70 per cento delle famiglie al di sopra della soglia
Managua, 8 ottobre (Radio La Primerísima | LINyM) -. L’ultimo rapporto sulla povertà in Nicaragua ha evidenziato una forte riduzione della povertà generale e di quella estrema durante il periodo 2009-2014. Lo studio è stato realizzato dall’Istituto nazionale d’informazione sullo sviluppo, Inide, con l’appoggio tecnico della Banca centrale del Nicaragua e della Banca mondiale.
Secondo i dati presentati lo scorso 6 ottobre, la povertà generale a livello nazionale è scesa dal 42,5 al 29,6 per cento, con una riduzione di quasi il 13 per cento. Il dato disgregato segnala che nell’area urbana la povertà generale è passata dal 26,6 al 14,8 per cento, mentre nella zona rurale dal 63,3 al 50,1 per cento.
Sensibile ribasso anche della povertà estrema che è diminuita dal 14,6 all’8,3 per cento a livello nazionale. Ridotta di oltre la metà nell’area urbana (dal 5,6 al 2,4 per cento) e dal 26,8 al 16,3 per cento in quella rurale.
– Commenti tecnici sullo studio
Il rapporto definisce la Linea di Povertà Estrema (LPE) come “il livello di consumo alimentare totale annuo per persona, necessario per soddisfare le necessità minime caloriche giornaliere, stimate in media in 2.282 calorie”.
Secondo questo parametro, il costo per garantire questo livello di consumo fissa la linea di povertà estrema a 10.523,92 córdobas pro capite annuo (383 dollari), cioè poco più di 1 dollaro al giorno.
Il rapporto definisce invece la Linea di Povertà Generale (LPG) come il livello di consumo alimentare annuo per persona (linea di povertà estrema), più un importo aggiuntivo per il consumo di beni e servizi non alimentari come la casa, i trasporti, la scuola, la salute, il vestiario, etc.
In questo modo, il valore della linea di povertà generale implica un consumo di 17.011,47 córdobas pro capite annuo (620 dollari), cioè 1,70 dollari al giorno.
L’Inide ha misurato inoltre l’aumento dei consumi annui pro capite nel periodo 2009-2014, che è stato del 33,8 per cento.
Secondo questi risultati, quindi, in Nicaragua il 70,4 per cento delle famiglie nicaraguensi si trova oggi al di sopra della soglia di povertà generale. Il 29,6 per cento delle famiglie soffre ancora una situazione di povertà, di cui l’8,3 di povertà estrema.
Il rapporto sulla povertà in Nicaragua 2014 ha evidenziato un netto miglioramento nell’evoluzione dei principali indicatori socio-economici, come ad esempio la riduzione del sovraffollamento abitativo (-61%), dell’insufficienza dei servizi di pubblica utilità (-66%) e della mancanza d’accesso all’educazione (-47%). Questi dati sono accompagnati dalla diminuzione media dei membri del nucleo famigliare (-0,41%).
Fattori d’influenza
Durante la presentazione, Ovidio Reyes, presidente della Banca centrale del Nicaragua, ha commentato che i risultati sono incoraggianti e sono frutto dello sforzo del governo (sandinista) per implementare e ampliare politiche sociali ed economiche, che hanno le famiglie nicaraguensi come principale protagonista.
Da parte sua, Carlos Sobrado, esperto della Banca mondiale, ha detto che i livelli accelerati di riduzione degli indici di povertà in Nicaragua sono dovuti a vari fattori, tra cui i programmi sociali promossi dal governo, la riduzione dei membri del nucleo famigliare, l’aumento delle rimesse estere e quello delle entrate da reddito di lavoro.
“Sono risultati molto positivi. La povertà sta diminuendo a un ritmo del 2 per cento annuo, soprattutto la povertà estrema che è molto difficile da ridurre. I risultati sono evidenti”, ha detto Luis Constantino, rappresentante della Banca mondiale in Nicaragua.
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