Questa è la lettera aperta che gruppi statunitensi della solidarietà verso il Nicaragua hanno promosso, chiedendo di appoggiarla mediante l’adesione (sia individuale che di organizzazioni) e la diffusione.
Qui il loro link in inglese, dove registrare l’adesione:
https://afgj.salsalabs.org/we-call-on-the-united-states-to-stop-interfering/index.html
Grazie per il vostro appoggio, in un periodo in cui si sta facendo virulenta la campagna mediatica con cui SEMPRE gli USA spianano la strada a successivi interventi più cruenti, che siano colpi di stato “morbidi” o guerre, in tutti quei Paesi sovrani non allineati ai loro interessi e dettami.
La storia degli ultimi decenni ce lo ha dimostrato sistematicamente.
La macchina del fango usata per diffamare questo o quel capo di Stato, è anche fango neghi occhi di chi non vuol vedere che in realtà l’obiettivo è un popolo, la sottomissione del suo Paese, il dominio sulle sue risorse. E chi si unisce a questo coro mediatico si fa COMPLICE dell’immensa sofferenza che l’imperialismo impone poi a popolazioni e territori.
Eleviamo e moltiplichiamo un coro diverso: “El clamor de la Tierra, el clamor de los Pueblos”!!!
Lettera
Con l’approssimarsi delle elezioni in Nicaragua, chiediamo agli Stati Uniti di smetterla d’interferire
“Cosa succederebbe se gli Stati Uniti fossero visti dal resto del mondo come artefici di un’interferenza diretta nelle elezioni di altri Paesi e tutti lo sapessero? Come sarebbe se intervenissimo nella conduzione dei loro affari? Ciò sminuisce il prestigio di un Paese» (Presidente Biden, giugno 2021)
Trentacinque anni fa, il 27 giugno 1986, la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia decretò che gli Stati Uniti avevano violato il diritto internazionale appoggiando i Contras e minando i porti del Nicaragua, in violazione degli obblighi internazionali del nostro Paese “di non usare la forza contro un altro Stato, di non intervenire nei suoi affari e di non violare la sua sovranità”. La decisione includeva la necessità di pagare i risarcimenti, calcolati in oltre 17 miliardi di dollari. Gli Stati Uniti si rifiutarono di ottemperarla. Oltre 30.000 nicaraguensi morirono a causa della guerra e quando questa terminò, la loro economia era totalmente distrutta.
Gli Stati Uniti hanno continuato a interferire nelle elezioni del 1990, versando milioni di dollari per creare un candidato prescelto e per minacciare il popolo nicaraguense di ulteriore guerra se non avesse votato secondo i dettami degli Stati Uniti.
Dopo il ritorno al potere dei sandinisti con le elezioni nel 2007, gli Stati Uniti hanno ripreso gli sforzi per minare il governo sandinista, canalizzando apertamente oltre 200 milioni di dollari attraverso organizzazioni no profit nicaraguensi e dozzine di media creati ad hoc per forzare il cambio di regime. Ciò è culminato nel 2018 in un tentativo di colpo di stato, fallito, ma che è costato la vita a oltre 200 persone.
Nel luglio 2020 un documento della USAID, trapelato dall’ambasciata degli Stati Uniti a Managua, delineava il RAIN o Responsive Assistance in Nicaragua, piano orchestrato e finanziato dagli Stati Uniti per mettere in atto una transizione di governo in Nicaragua nei prossimi due anni.
Proprio in questo momento, sta procedendo rapidamente nel Congresso degli Stati Uniti il Renacer Act, il cui titolo: Reinforcing Nicaragua’s Adherence to Conditions for Electoral Reform Act del 2021 indica inequivocabilmente l’intento esplicito d’interferire nelle elezioni in Nicaragua. Il Renacer Act aumenta le sanzioni economiche. Minaccia gli elettori nicaraguensi affinchè votino per un candidato dell’opposizione se non vogliono subire gravi privazioni nei prossimi anni.
I nostri amici, familiari, partner organizzativi e comunità in Nicaragua vogliono che gli Stati Uniti smettano d’interferire. Ci dicono che il governo sandinista si preoccupa dei poveri, citando il buon governo di cui beneficiano direttamente: sicurezza cittadina, sicurezza alimentare, agroecologia, accesso all’assistenza sanitaria e all’istruzione, impegno per l’equità di genere, prevenzione e contenimento dei disastri, diversificazione energetica, le migliori infrastrutture e strade della regione e programmi per ampliare l’accesso ad abitazione, acqua ed elettricità. La povertà e la povertà estrema sono state ridotte di quasi il 50% dal 2007 al 2017. I nicaraguensi NON stanno fuggendo a migliaia verso la frontiera con gli Stati Uniti, a differenza dei loro vicini del “triangolo settentrionale”.
Le operazioni statunitensi di cambio di regime in America Latina hanno una storia lunga e sordida e continuano a causare danni enormi nei molti luoghi in cui operano tutt’oggi. Le sanzioni statunitensi in favore dei cambi di regime sono devastanti per le persone più vulnerabili e sono illegali.
Con l’approssimarsi delle elezioni in Nicaragua, gli Stati Uniti stanno interferendo direttamente e tutti lo sanno. Chiediamo agli Stati Uniti di smettere d’interferire; ciò sminuisce il prestigio del nostro paese a livello globale.
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