Investimenti nel turismo che invadono territori e fagocitano diritti ancestrali

Medelin David arrestata per usurpazione di terreno - Foto OfranehGiovani garifuna fermati e arrestati durante il recupero di un terreno che era stato illegalmente usurpato per avviare progetto turistico

 

Guadalupe/Santa Fe, 21 novembre (Alba Sud) -. Medelin David è stata arrestata nel pomeriggio dello scorso 10 novembre insieme ad altri cinque membri della comunità garifuna di Guadalupe, nel municipio di Santa Fe. Era stata fermata con altri giovani della comunità mentre si trovava in un terreno da poco recuperato, portata al commissariato di Trujillo e poi rinchiusa in cella.

Il gruppo di giovani, appartenenti all’Organizzazione fraternale nera honduregna (Ofraneh) di Guadalupe, afferma che nell’ultimo decennio c’è stata una accelerazione del processo di compravendita illegale di terre di proprietà della comunità. In particolare, l’imprenditore canadese Randy Jorgensen è accusato di appropriazione indebita di terreni della comunità, su cui ha poi iniziato a costruire villaggi turistici e residence, usando dei prestanome e corrompendo membri della comunità e funzionari pubblici per ottenere i permessi. Jorgensen è attualmente inquisito per usurpazione e compravendita illegale di terreni appartenenti alla comunità garifuna di Cristales y Río Negro.

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L’Incontro del movimento sociale e popolare honduregno contro il modello estrattivo ha superato le previsioni

mspSi va verso l’organizzazione di un piano strategico nazionale di resistenza e di lotta

Tegucigalpa, 21 novembre (LINyM) -. Dopo tre intense giornate di lavoro si è concluso martedì scorso (15/11) il primo Incontro delle popolazioni e comunità in lotta contro il modello estrattivo, voluto e coordinato dalla Piattaforma del movimento sociale e popolare honduregno, Pmsph.

Più di 700 delegati e delegate di circa 400 comunità di tutto il Paese si sono riuniti a Tegucigalpa per definire strategie di lotta a livello nazionale in difesa dei beni comuni, per dare visibilità agli effetti devastanti del modello estrattivo su territori e popolazioni e per stimolare l’unità, la mobilitazione sociale e la resistenza permanente.

– Gallerie d’immagini UNO e DUE

“Questi progetti -si legge nella Dichiarazione finale dell’Incontro– vengono portati avanti a scapito dei diritti umani, del rispetto della Convenzione 169 dell’Organizzazione internazionale del lavoro, stigmatizzando e criminalizzando le organizzazioni sociali e popolari, dividendo le comunità, perseguitando giudiziariamente gli attivisti, assassinando compagne e compagni che si sono opposti a questo modello che depreda i beni comuni per soddisfare le esigenze del grande capitale, impoverendo le comunità”, denuncia il movimento sociale e popolare honduregno.

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Attacchi al Copinh sempre più numerosi

copinhNon si ferma la persecuzione contro chi difende i beni comuni

Managua, 13 ottobre (LINyM) -. Nella notte del 9 ottobre, sconosciuti hanno attentato alla vita di Tomás Gómez Membreño, coordinatore generale ad interim del Consiglio civico delle organizzazioni popolari e indigene dell’Honduras, Copinh, e di Alexander García Sorto, un altro membro del Copinh e dirigente comunitario di Llano Grande, Colomoncagua.

Secondo un comunicato divulgato il 10 ottobre, alcuni sconosciuti sarebbero arrivati all’alba a casa di García Sorto sparando contro la porta e la finestra dell’abitazione, dove il dirigente del Copinh stava dormendo con la moglie e i due figli.

La stessa notte, una persona non identificata ha aperto il fuoco contro una macchina del Copinh guidata da Tomás Gómez. Il coordinatore ad interim dell’organizzazione indigena stava uscendo dal Centro di Incontro “Utopía” per recarsi a casa.

Fortunatamente, entrambi i dirigenti sono rimasti illesi. Nello scorso maggio, García Sorto aveva già subito un attentato quando l’ex militare Enedicto Alvarado, gli aveva sparato ferendolo alla spalla sinistra.

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“Berta Vive”7-8-9 Ottobre 2016 – Mondeggi Terra Bene Comune Fattoria Senza Padroni

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Come parte della campagna per la giustizia e la verità di fronte all’omicidio di Berta Cáceres Flores,  leader indigena honduregna, Goldman Prize 2015, uccisa sei mesi fa per il suo impegno come coordinatrice del C.O.P.I.N.H. (Consejo Civico de Organizaciones Populares e Indigenas de Honduras): Mondeggi, il Collettivo Italia Centro America (CICA) e il Comitato Berta Vive invitano tutte le realtà che vogliono confrontarsi sul tema della difesa del territorio, della resistenza contro le grandi opere, dell’organizzazione delle comunità rurali, all’incontro “Coltiviamo comunità, reti e territorio – Pratiche di riappropriazione, difesa e autogestione”. Fra settembre ed ottobre sarà infatti in Italia Berta Zúniga Cáceres, la figlia di Berta Cáceres, invitata dal Collettivo Italia Centro America, associazione da anni impegnata a sostegno dei movimenti sociali e contadini in Honduras e storico partner del C.O.P.I.N.H; Berta arriva per: costruire reti di solidarietà con l’organizzazione; riportare l’attenzione della comunità internazionale sul “caso” Berta Cáceres; spiegare il legame tra mega-progetti, investitori internazionali e violazione dei diritti dei popoli indigeni in Honduras; presentare lo stato delle inchieste, ufficiali e indipendente, sulla morte della madre.
P
rogramma dell’incontro
Venerdì 7 ottobre

Pomeriggio: Accoglienza e camminata per Mondeggi Fattoria Senza Padroni
Presentazione e organizzazione dell’incontro e costruzione della mappa delle lotte sul territorio

Sabato 8 ottobre
Mattina:: Interventi delle diverse realtà sulle forme di lotta nei territori, riappropriazione, difesa e autogestione
Pomeriggio:: Esperienze di resistenza alla repressione e pratiche di solidarietà attiva: Intervento di Berta Zúniga Cáceres
Domenica 9 ottobre
Mattina::Assemblea di chiusura dell’incontro

Il programma potrà essere modificato, per la sera di venerdì e quella di sabato si stanno organizzando attività, ancora in via di definizione.
presenze, in modo da organizzare al meglio l’accoglienza Le giornate si svolgono all’insegna dell’autogestione: si cucina, si pulisce e si lavora nell’uliveta tutti insieme!
Durante l’incontro sarà possibile campeggiare, vi chiediamo di contattarci per dirci le presenze i
n modo da organizzare al meglio l’accoglienza: Continua a leggere

“Lo Stato e il modello estrattivista sono i responsabili dell’uccisione di Berta”

gomezIntervista a Tomás Gómez, coordinatore provvisorio del Copin

La Esperanza/Intibucá, 12 settembre (Rel-UITA | LINyM) -. Lo scorso 2 settembre, in diverse città nel mondo, sono risuonate nuovamente voci di protesta contro il silenzio complice delle autorità honduregne e il velo di impunità che, a distanza di sei mesi, copre il brutale assassinio della dirigente indigena Berta Cáceres Flores.

A La Esperanza, Intibucá, centinaia di indigeni Lenca convocati dal Copinh (Consiglio civico delle organizzazioni popolari e indigene dell’Honduras ) si sono mobilitati insieme ai familiari della militante uccisa e a membri della popolazione garifuna legati alla Ofraneh (Organizzazione fraterna negra honduregna). Hanno chiesto giustizia per Berta Cáceres, che si catturino e puniscano i responsabili materiali e i mandanti del crimine e che cessi d’immediato la criminalizzazione della lotta contro il modello estrattivista e il saccheggio dei beni comuni.

– Vedi galleria di foto su LINyM e Rel-UITA

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2 agosto, 5 mesi

2agosto2  agosto, 5 meses del asesinato de nuestra hermana Berta Cáceres. Ante este vil crimen COPINH convoca a que lances desde tu ciudad un Globo Aerostático con los mensaje de #JusticiaParaBerta y #5MesesSinJusticia y así llenar el cielo de esperanza.
Mándanos tu foto o video en este evento de facebook
o correo: copinh@copinh.org
o twitter: @copinhhonduras
 Con la fuerza ancestral de Berta, Lempira, Mota, Iselaca y Etempica se levantan nuestra voces llenas de vida, justicia, libertad, dignidad y paz.
Berta No murió, se multiplicó!

 

Honduras/Guatemala: Ondata di attacchi contro attivisti e difensori dei diritti umani

Funerali di Lesbia Urquía (Foto EFE)Gli omicidi di Brenda Estrada e Lesbia Urquía sono solo gli ultimi di una lista interminabile di crimini

Managua, 13 luglio (Rel-UITA | LINyM) -. Difendere i diritti dei lavoratori, della terra, delle risorse naturali e fare i giornalisti continuano a essere attività ad altissimo rischio sia in Guatemala che in Honduras. Secondo la Rete dei difensori dei diritti del lavoro, tra il 2004 e il 2013 sono stati assassinati almeno 70 sindacalisti. Solo per 18 di questi casi si è arrivati a una sentenza definitiva in tribunale.

L’ultimo omicidio si è verificato lo scorso 19 giugno quando Brenda Marleni Estrada Tambito, vicecoordinatrice della Commissione di consulenza legale dell’Unione sindacale dei lavoratori del Guatemala, Unsitragua Histórica, e figlia del noto sindacalista Jorge Estrada, è stata uccisa da sconosciuti.

Era alla guida della sua macchina nella Zona 1 della capitale guatemalteca quando un veicolo le si è avvicinato e gli occupanti hanno aperto il fuoco. Brenda Estrada è stata raggiunta da cinque colpi di pistola ed è morta sul colpo.

Prima di essere assassinata, Estrada si stava occupando, insieme al padre, delle trattative per la firma dei contratti aziendali in varie piantagioni di banane nella zona di Izabal, all’oriente del Guatemala.

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Comunicato”Berta Vive Milano”

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Milano, 13 luglio 2016

COMUNICATO DEL COMITATO “BERTA VIVE” DI MILANO SULL’OMICIDIO DI LESBIA YANETH URQUIA URQUIA: BASTA IMPUNITA’, BASTA FEMMICIDI POLITICI!

Venerdì 8 luglio “El Heraldo” ha pubblicato un’intervista a Julián Pacheco Tinoco, ministro degli Interni del Governo dell’Honduras, nella quale lo stesso ha ammesso di aver fallito nella protezione di Berta Cáceres. “Abbiamo commesso vari errori” ha dichiarato.
Le indagini proseguono, ci sono cinque indagati, tra cui Sergio Rodríguez e Douglas Bustillo, rispettivamente dirigente ed ex vicecapo della sicurezza privata della Desarrollos Energéticos S.A. (DESA), impresa che ha in carico la costruzione di una diga sul Rio Gualcarque, contro cui si batteva Berta.* 
Quattro mesi e quattro giorni dopo l’omicidio di Berta Isabel Cáceres Flores, il 5 luglio, un’altra donna, vincolata al Copinh, un’altra attivista ambientalista e per i diritti degli indigeni dell’Honduras è stata assassinata. Un altro errore nella protezione? Basta impunità!
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Un nuovo omicidio politico in Honduras – G. Trucchi su Radio Onda d’Urto

Quattro mesi dopo l’omicidio di Berta Cáceres, un’altra attivista ambientalista e per i diritti degli indigeni dell’Honduras è stata trovata morta in una discarica a Marcala, una municipalità nel dipartimento di La Paz, circa 160 chilometri a ovest dalla capitale Tegucigalpa.

Si tratta di Lesbia Yaneth Urquía – 49 anni, madre di tre figli – appartenente, come la Cáceres, al Consiglio civico delle organizzazioni popolari e indigene dell’Honduras (Copinh). Da tempo si opponeva al progetto idroelettrico Aurora I, al quale sono legati la presidente del partito di governo, nonché vicepresidente del Congresso, Gladys Aurora Lopez e suo marito.

Urquía è la terza dirigente ambientalista uccisa durante il 2016 in Honduras. Dopo Cáceres, uccisa nella sua casa lo scorso 2 marzo, un altro militante del Copinh, Nelson Garcia, è stato assassinato nella zona di Río Chiquito dopo un violento sgombero da parte della polizia di centinaia di famiglie indigene e contadine.

Ne parliamo con Giorgio Trucchi, giornalista e corrispondente dal Centro America della Rel-Uita.

ASCOLTA o SCARICA l’intervista di Radio Onda d’Urto

HONDURAS: ENNESIMO OMICIDIO POLITICO DI UN’AMBIENTALISTA

Honduras: “Non smetteremo mai di lottare per la verità e la giustizia” Bertha Zúniga

Bertha Zúniga Cáceres (Foto G. Trucchi | Rel-UITA)Intervista a Bertha Zúniga, a quattro mesi dall’omicidio di sua madre,
la dirigente indigena Berta Cáceres

Tegucigalpa, 6 luglio (LINyM) -. La notte del 2 marzo, nella zona periferica della città di La Esperanza, nell’occidente dell’Honduras, la dirigente indigena e coordinatrice del Copinh, Berta Cáceres, cadeva sotto le pallottole assassine di chi voleva mettere a tacere la sua voce e la sua lotta contro il modello estrattivo, che privatizza e saccheggia i beni comuni. Quattro mesi dopo, sua figlia Bertha dice che la strada per arrivare alla verità e alla giustizia è ancora molto lunga e piena di ostacoli.

– A quattro mesi dall’omicidio di tua madre, come prosegue la lotta per impedire che questo crimine rimanga impunito?

– Sono stati 4 mesi piuttosto intensi e difficili, non soltanto per l’impatto emotivo di fronte a una perdita così grande, ma anche per tutti gli ostacoli che abbiamo incontrato nella ricerca di una giustizia profonda e vera. Ostacoli principalmente posti dallo Stato dell’Honduras.

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