Honduras- Gustavo Castro è libero

Gustavo Castro

Gustavo Castro è libero e torna a casa

La sistematica violazione dei suoi diritti imposta dalle autorità honduregne è finita

 Managua, 1 aprile (LINyM) -. Gustavo Castro Soto, sociologo, attivista contro il modello estrattivo, fondatore dell’organizzazione Otros Mundos Chiapas e sopravvissuto all’attacco mortale che è costato la vita alla dirigente indigena Lenca Bertha Cáceres, è finalmente libero ed è tornato in Messico.
La decisione figura nella risoluzione che il giudice della Prima Corte di Giustizia di Intibucá, Victorina Flores Orellana, ha emesso giovedì (31/3), attenendosi alla richiesta del Pubblico Ministero di “ordinare l’immediata cessazione delle misure cautelari emesse nei confronti del testimone protetto ABC 03-03-2016, visto che gli inquirenti hanno dichiarato di aver concluso la maggior parte delle indagini”.
Contemporaneamente, il giudice ha chiesto alle autorità migratorie di “annullare la proibizione di lasciare il paese al signor Gustavo Enrique Castro Soto, emessa in data sette marzo duemilasedici”, come si legge nella risoluzione del Tribunale.

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Incontro Internazionale Berta Vive

bertaVive.13AprileIncontro Internacional de los Pueblos “Berta Cáceres Vive
Il 13 14 e 15 di aprile Tegucigalpa –  Honduras 

Programma completo: http://encuentrobertacaceresvive.blogspot.com/

(…) L’omicidio di Berta è stato un duro colpo per il movimento popolare honduregno, e un colpo al cuore per tante persone che in Honduras e nel mondo hanno voluto bene, rispettato e ammirato Berta. Un colpo che fa ancora male all’anima … un male tremendo…
La situazione in Honduras rimane molto grave. La paura e la tensione si respirava nell’aria ben prima dell’assassinio di Berta, ma le intimidazioni, le minacce e gli omicidi sono continuate impunemente nei giorni scorsi, e tutto fa pensare che la repressione aumenterà nel breve, medio e lungo periodo. L’indagine sull’omicidio di Berta non solo non avanza, ma è ovvio che il governo honduregno è alla ricerca di scenari che non hanno nulla a che fare con la verità, in un evidente tentativo di proteggere i veri colpevoli. Gustavo Castro, compagno e amico messicano, che è stato ferito durante l’assassinio di Berta ed è l’unico testimone di quanto accaduto quella notte, rimane rinchiuso nell’ambasciata del Messico a Tegucigalpa a causa di un blocco migratorio imposto dal Tribunale che gli impedisce di lasciare Honduras.
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“Facciamo nostro con orgoglio il lascito di nostra madre” parlano le figlie di Bertha Cáceres

berthahijasFiglie di Bertha Cáceres denunciano segreti e anomalie nelle indagini sul suo omicidio

Bertha e Laura, 25 e 23 anni, hanno appena terminato la conferenza stampa durante la quale, insieme alla loro sorella maggiore Olivia e ai rappresentanti del Consiglio civico delle organizzazioni popolari e indigene dell’Honduras, Copinh, la Piattaforma dei movimenti sociali e popolari dell’Honduras, Pmsph, e il Centro per la giustizia e il diritto internazionale, Cejil, hanno denunciato gravi anomalie nelle indagini sull’omicidio della madre, la leader indigena Bertha Cáceres.

Alcuni anni fa, insieme al loro fratello minore Salvador, Bertha e Laura hanno dovuto abbandonare il Paese. Troppo pericoloso rimanere in Honduras, dove la violenza politica e la criminalizzazione della protesta sociale hanno provocato la morte o la sparizione di centinaia di persone. 

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Bertha era un simbolo.Non solo protestava, ma proponeva e costruiva

miriamBisogna moltiplicare gli sforzi di fronte all’aumento della violenza contro il movimento sociale e popolare

 

“Bertha era una madre e una fonte d’ispirazione non solo per il popolo Lenca, ma per molti altri popoli nel mondo. Il minimo che possiamo fare è moltiplicare gli sforzi e intensificare la lotta. Se pensano che uccidendo Bertha abbiano posto fine alla lotta sociale e popolare si sbagliano di grosso. Questa tragedia moltiplicherà l’impegno e lo spirito di lotta di migliaia di persone” (Miriam Miranda, 4 giorni dopo la “semina” di Bertha Caceres).

Galleria di foto: 8 marzo, tutte siamo Bertha

Originale in spagnolo Bertha fue un simbolo de propuesta y construcción

Tegucigalpa, 10 marzo (Rel-UITA | LINyM) -. Miriam Miranda, dirigente garifuna e coordinatrice dell’Organizzazione fraternale negra honduregna, Ofraneh, è stata la prima ad avvisarmi con un messaggio alle 3 del mattino:“Ci hanno ucciso Bertita, Giorgio”.

Per un attimo la Terra si è presa una pausa e ha smesso di girare sul proprio asse.

“Per me sono stati giorni difficili e continuano ad esserlo. Sono stata tra i primi a scoprire cosa fosse successo alla mia Bertha. Non potevo crederci. Non riuscivo a capire come fosse possibile che qualcuno commettesse una tale atrocità”, ha detto la leader garifuna a La Rel.

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Intervista Radio Onda d’Urto a Giorgio Trucchi sull’omicidio politico di Bertha Cáceres in Honduras

gtrucchiAscolta l’intervista di oggi su Radio Onda d’Urto in cui Giorgio Trucchi traccia un profilo politico della dirigente indigena #Bertha Cáceres, assassinata lo scorso 3 marzo in Honduras, e parla delle sue lotte in difesa dei diritti della comunità indigena e delle fasce povere della popolazione, contro il sistema capitalista, patriarcale e razzista.

Leggi e ascolta http://www.radiondadurto.org/2016/03/07/berta-non-e-morta-la-sua-battaglia-continua/

COMUNICATO

LOGO.AIN

Inviato ai  consolati di Honduras di Milano e Roma
Giustizia per Bertha Cáceres  e per tutti i difensori dei diritti umani assassinati in Honduras
L’Associazione Italia Nicaragua condanna l’omicidio di Bertha Cáceres fondatrice e coordinatrice generale del Consiglio civico  delle organizzazioni  popolari e  indigene dell’Honduras, COPINH,avvenuto il 3 marzo. Bertha aveva già ricevuto minacce di morte a causa dell’opposizione al progetto di costruzione della diga Agua Zarca sul fiume Gualcarque in località Rio Blanco.
Le autorità dell’Honduras e il Presidente Juan Orlando Hernández , hanno affermato che questo crimine non resterà impunito ma in questi anni più di cento difensori dei diritti umani sono stati uccisi e, la lotta delle popolazioni origianarie in difesa della loro terra e risorse naturali è stata costantemente criminalizzata.
Per questi motivi appoggiamo la richiesta del COPINH e dei famigliari di Bertha Cáceres che esigono un’inchiesta condotta da strutture indipendenti dal governo, affinché anche questo delitto non resti impunito.
Condanniamo con forza i tentativi già in atto di occultare i veri motivi del brutale omicidio di Bertha, che sono senza dubbio legati alla sua lotta instancabile contro un modello che definiva “capitalista, razzista, patriarcale”, cercando di seminare nell’opinione pubblica la possibilità che si tratti di un “delitto passionale” in cui sarebbero coinvolti membri del COPINH.
Esprimiamo pubblicamente la nostra solidarietà col COPINH, la famiglia di Bertha e tutte le organizzazioni che si battono per la difesa e il rispetto dei diritti umani.
Giustizia per Bertha!
Associazione Italia Nicaragua

Bertha Cáceres rinascerà nelle lotte dei popoli

berthafuneCommovente saluto da parte di un intero popolo alla dirigente indigena
vittima di assassinio politico

(…) Questo sabato nessuno è voluto rimanere a casa. Tra slogan e lacrime, migliaia di persone hanno dato un commovente addio alla dirigente indigena Bertha Cáceres, brutalmente assassinata lo scorso 3 marzo. “Bisogna punire gli autori intellettuali e materiali”, “Basta impunità” hanno chiesto a gran voce.


Galería de fotos 1

La Esperanza, 6 marzo (Rel-UITA | LINyM) -. Questo sabato nessuno è voluto rimanere a casa. Tra slogan e lacrime, migliaia di persone hanno dato un commovente addio alla dirigente indigena Bertha Cáceres, brutalmente assassinata lo scorso 3 marzo. “Bisogna punire gli autori intellettuali e materiali”, “Basta impunità” hanno chiesto a gran voce.

C’è molta gente a La Esperanza. Molta. Le strade sono piene zeppe. Nessuno è voluto rimanere a casa. È stato troppo forte il richiamo per dare un ultimo saluto alla combattiva dirigente indigena Bertha Cáceres.

“Per la nostra Bertha, nostra mamma, nostra figlia, la nostra guida”, ripetono quasi all’unisono Olivia, Bertita, Laura e Salvador, figlie e figlio della coordinatrice nazionale del Consiglio civico delle organizzazioni popolari e indigene dell’Honduras, Copinh, durante un’improvvisata conferenza stampa. Austra Bertha, la madre della leader indigena e altri famigliari li accompagnano.

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8 DE MARZO BERTHA VIVE!!!

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8 DE MARZO DIA INTERNACIONAL DE LAS MUJERES.

BERTHA VIVE!!!

A la familia de Bertha Cáceres, a la Plataforma de los Movimientos Populares de Honduras
Al COPINH
Solidaridad incondicional al Pueblo de Morazán

Hasta pensarlo queda imposible aceptar lo que sucedió.
El asesinado de Bertha sigue la lógica criminal y golpista que sembró terror en el continente latinoamericano en el siglo pasado y que ahora reside en Honduras.
Ahora que, en esos tristes días, andamos con el corazón partido entre colera y tristeza.
Bertha ha sido una luchadora incansable, combatiente indomita para los derechos de la comunidad indigena, es decir para los derechos de tod@s en todo el mundo.
Así es, el respaldo es total cuando hay compañer@s que entregan toda su vida a la lucha para la justicia social y contra las bestialidades del capitalismo.
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Honduras 5 marzo

Immagine5marzo
Migliaia di persone commosse hanno salutato la dirigente indígena Berthá Caceres
Bertha non è morta, ora più che mai si moltiplica nelle lotte dei popoli.
Sabato scorso nessuno ha voluto rimanere in casa. Migliaia di honduregni hanno  riempito le strade di  La Esperanza per dare l’ultimo addio alla leader indigena Bertha Cáceres.
Bertha  è stata brutalmente assassinata il 3 marzo. “E ‘stato un assassinio politico per il suo impegno contro lo sfruttamento  delle risorse naturali “, gridavano le persone che l’hanno accompagnata in questo ultimo saluto.
5 marzo 2016 

Giorgio Trucchi – Rel-UITA
Foto: http://nicaraguaymasespanol.blogspot.com/2016/03/fotos-miles-de-personas-dieron.html

Honduras Hanno ucciso uno spirito indomito

 

Bertha.foto.g.trucchi

Bertha Cáceres lascia in eredità l’impegno deciso e inflessibile a favore dei diritti ancestrali delle popolazioni indigene
“Per tutta la vita sono stata cosciente di quello che mi può succedere continuando con questa lotta, così come sono cosciente che stiamo lottando contro un potere oligarchico, bancario, finanziario e internazionale, oltre che contro lo stesso Stato honduregno e i suoi organi repressivi, che storicamente si sono piegati agli interessi delle grandi imprese multinazionali.
Non mi piegheranno!” (Bertha Cáceres, giugno 2013).
Así estamos
consternados
rabiosos
aunque esta muerte sea
uno de los absurdos previsibles…

Mario Benedetti

Managua, 3 marzo (Rel-UITA | LINyM) -. Nemmeno ricordo quante volte ho intervistato Bertha Cáceres, Bertita come la chiamavamo. E non è facile riassumere una vita di lotta, di impegno inflessibile, in un articolo.Ancor di più dopo poche ore dall’essere stato travolto da una valanga di messaggi, telefonate, comunicati stampa, che mi avvisavano che Bertha fisicamente non è più qui con noi; che Bertha è stata vigliaccamente assassinata all’alba di questo 3 marzo mentre riposava nel suo letto, dopo l’inaugurazione del Foro sulle energie alternative dalla prospettiva delle popolazioni indigene.

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