Honduras: “Non smetteremo mai di lottare per la verità e la giustizia” Bertha Zúniga

Bertha Zúniga Cáceres (Foto G. Trucchi | Rel-UITA)Intervista a Bertha Zúniga, a quattro mesi dall’omicidio di sua madre,
la dirigente indigena Berta Cáceres

Tegucigalpa, 6 luglio (LINyM) -. La notte del 2 marzo, nella zona periferica della città di La Esperanza, nell’occidente dell’Honduras, la dirigente indigena e coordinatrice del Copinh, Berta Cáceres, cadeva sotto le pallottole assassine di chi voleva mettere a tacere la sua voce e la sua lotta contro il modello estrattivo, che privatizza e saccheggia i beni comuni. Quattro mesi dopo, sua figlia Bertha dice che la strada per arrivare alla verità e alla giustizia è ancora molto lunga e piena di ostacoli.

– A quattro mesi dall’omicidio di tua madre, come prosegue la lotta per impedire che questo crimine rimanga impunito?

– Sono stati 4 mesi piuttosto intensi e difficili, non soltanto per l’impatto emotivo di fronte a una perdita così grande, ma anche per tutti gli ostacoli che abbiamo incontrato nella ricerca di una giustizia profonda e vera. Ostacoli principalmente posti dallo Stato dell’Honduras.

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Dal Copinh grazie

Fuera.DesaCompagni e compagne.
La risposta alla nostra richiesta di azione globale ha superato di gran lunga le nostre aspettative, molte azioni, ma anche con le espressioni artistiche, con le denunce, ribellione, gioia e un sacco di solidarietà e di amore.
L’appello chiede giustizia per BERTA, per ottenere una commissione indipendente d’inchiesta, per la libertà del territorio Lenca libero dai progetti della morte di Agua Zarca società DESA. Non ci stancheremo di chiedere giustizia per BERTA e dal profondo della nostra anima vi ringraziamo per tanti impegni e tanta solidarietà.
Questo è l’indirizzo del blog: http://copinhaccionglobal15j.blogspot.com/ che abbiamo creato in omaggio a tutti voi compagni che si sono uniti a noi in questo giorno di # AcciónGlobal15Junio “Giustizia per Berta”. Il blog raccoglierà tutte le espressioni di solidarietà e indignazione. vi invitiamo ad inviarci attraverso i nostri mezzi le azioni di partecipazioni che sono i video, audio e foto, o qualsiasi altra cosa che si organizza!

GIUSTIZIA, PER BERTA GIUSTIZIA PER IL MONDO!

COMMISSIONE INDIPENDENTE ORA!

FUORI I PROGETTI DI MORTE NEI TERRITORI LENCA

DESA FUORI–AVANTI COMPAS!

darsena.foto.Antonio.M

Comunità LGBT sotto attacco

arcoPiù di 200 omicidi negli ultimi sette anni

Managua, 14 giugno (Rel-UITA | LINyM) -. L’omicidio di René Martínez, presidente della comunità LGBT di San Pedro Sula, è solamente l’ultimo di una serie infinita di attacchi mortali contro questo settore della popolazione honduregna, e rientra in un contesto di crescente violazione dei diritti umani e di criminalizzazione di attivisti e difensori.

René Martínez è scomparso lo scorso 1° giugno dopo essere uscito di casa in compagnia di una persona non identificata. Il giorno successivo, il suo corpo è stato portato all’obitorio di San Pedro Sula con chiari segni di strangolamento e tortura.

Oltre a dirigere il collettivo LGBT nella capitale industriale dell’Honduras, Martínez coordinava un Centro di Formazione ed era attivista del partito di governo, il Partido Nacional. Una delle sue principali aspirazioni era quella di ottenere una carica politica per lottare a favore dei diritti della comunità LGBT.

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“Gli assassini si sono sbagliati. Berta continua a vivere nel cuore della gente”

austraberthaAustrabertha Flores, mamma di Berta Cáceres, esige che si indaghi sui mandanti intellettuali

La Esperanza, 16 maggio (LINyM) -. Domenica 8 maggio, dopo due lunghe giornate di udienza preliminare, quattro delle sei persone arrestate per l’omicidio della dirigente indigena lenca Berta Cáceres sono state rinviate a giudizio e ristrette in stato di custodia cautelare in carcere.

Uno dei processati è Sergio Rodríguez, responsabile ambientale dell’impresa Desarrollo Energéticos S.A., Desa, promotrice del progetto idroelettrico Agua Zarca. Altri due sono militari. Uno di loro, Douglas Geovanny Bustillo, è un tenente dell’esercito in congedo ed ex vicecapo di sicurezza della Desa, mentre Mariano Díaz Chavez è maggiore dei corpi speciali delle Forze armate, nonché istruttore della Polizia militare dell’ordine pubblico, Pmop.

Edilson Duarte Meza e suo fratello gemello Emerson, i presunti sicari, appariranno prossimamente davanti ai giudici.

Questa situazione sembra corroborare l’ipotesi, sostenuta con forza dalla famiglia di Berta Cáceres e dal Consiglio civico delle organizzazioni popolari e indigene dell’Honduras, Copinh, di un coinvolgimento diretto della Desa e dello Stato honduregno nell’omicidio dell’attivista per i diritti umani.

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Missione internazionale valuterà la situazione dei diritti umani

Incontro delegazione e famiglia di Berta Cáceres (Foto G. Trucchi /Rel-UITA)Preoccupante escalation della violenza contro difensori dei diritti umani

La Esperanza, 10 maggio (Rel-UITA) -. Dal 7 al 12 maggio, diversi rappresentanti di organizzazioni internazionali dell’America Latina, Stati Uniti ed Europa, tra cui la Rel-UITA, prenderanno parte a una missione di osservazione internazionale sulla situazione dei difensori dei diritti umani in Honduras, in particolare nella zona del Bajo Aguán, colpita negli ultimi anni da un violento conflitto agrario generato dall’espansione incontrollata della palma africana.

“Organizzare una missione nella situazione attuale non è stato facile, ma era importante che attivisti, docenti, difensori dei diritti umani e giornalisti venissero qui e costatassero direttamente la drammatica realtà che stiamo vivendo”, ha dichiarato a La Rel, Bertha Oliva, coordinatrice del Comitato dei famigliari dei prigionieri scomparsi in Honduras, Cofadeh.

“Crediamo che la situazione nel Bajo Aguán non sia molto cambiata, e che il livello di repressione contro le famiglie e le organizzazioni contadine si sia intensificato negli ultimi anni”, ha aggiunto l’attivista dei diritti umani.

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Su Left per Berta

left
QUEL PAESE LONTANO CHE HA BISOGNO DI EROI

«Le battaglie in suo nome si stanno moltiplicando in Honduras», racconta Berthita, figlia di Berta Cáceres, leader indigena assassinata il 3 marzo «Gli honduregni si sono uniti al grido di “Berta è tornata e sarà milioni!”»

di Loredana Menghi – foto di Giorgio Trucchi

La 25enne Bertha Isabel Zúñiga si trovava in Messico, dove frequenta un master per diventare insegnante, quando ha appreso la notizia della morte di sua madre Berta Cáceres, leader del Consiglio civico popolare degli indigeni dell’Honduras (Copinh). La chiamata di un parente è arrivata all’alba del 3 marzo, il giorno prima del 45esimo compleanno della sua mami, come la chiama lei, poche ore dopo il delitto.

Una scarica di proiettili ha travolto nel sonno la coordinatrice del Copinh, da lei cofondato nel 1993 per fermare le speculazioni dell’industria mineraria, idroelettrica e del legno ai danni dei Lenca, una delle più antiche e povere etnie indigene del Mesoamerica, relegata in condizioni di estrema povertà e oppressione nell’area sud-occidentale del Paese.

Due colpi hanno ferito il messicano Gustavo Castro Soto, di Altri Mondi-Amici della Terra, relatore in quei giorni, assieme all’attivista premio Goldman 2015, al Foro di Energias Alternativas organizzato dal Copinh. Mentre la salma veniva chiusa in un sacco, gettata su un pick up e portata in elicottero all’obitorio di Tegucigalpa, Berthita faceva ritorno in Honduras grazie alla solidarietà internazionale. In migliaia hanno accompagnato il feretro per le strade polverose di La Esperanza. Corpo esile e sguardo determinato, da allora Berthita non si è più fermata. Con la famiglia e il Copinh ha intrapreso una campagna – #JusticiaParaBerta – per chiedere di far luce sull’omicidio e l’istituzione di una commissione d’inchiesta indipendente sulle indagini, che pochi giorni fa hanno condotto a quattro arresti. «Non hanno ucciso solo mia madre, ma la madre di un popolo intero» ci dice la giovane via Skype

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Attentato contro il giornalista Félix Molina

Félix Molina ricoverato al Hospital Escuela di Tegucigalpa (Foto Cofadeh)Aveva appena denunciato LA collusione di politici, imprenditori e militari con il progetto idroelettrico Agua Zarca

Managua, 5 maggio (Rel-UITA | LINyM) -. Lunedì scorso, Il giornalista Félix Antonio Molina, direttore dell’Associazione Alternativas en Comunicación, Alter-Eco, e storico conduttore del programma Resistencia, che ha contribuito a rompere l’accerchiamento mediatico imposto dal regime dopo il colpo di Stato del 2009, è stato vittima di un duplice attentato.

Secondo una prima ricostruzione dei fatti, Molina è stato raggiunto da vari colpi di arma da fuoco mentre si trovava in un taxi. Alcune ore prima, il giornalista era già stato vittima di un attacco simile, però la pronta reazione del tassista aveva evitato che gli aggressori potessero far uso delle armi.

Durante il secondo attacco, uno dei due assalitori si sarebbe rivolto al giornalista dicendogli “questa volta non te la cavi”.

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Berta che ci ha convocato, ci ha ispirato e ci ha colmato di energia e speranza

Manifestazione a Tegucigalpa (Foto G. Trucchi | Rel-UITA)L’Incontro internazionale “Berta Cáceres Vive” ha definito strategie di solidarietà e di lotta contro il modello estrattivo

 

Tegucigalpa, 18 aprile (Rel-UITA | LINyM) -. Più di 1200 persone provenienti da 130 organizzazioni di 22 paesi e da organizzazioni e movimenti honduregni si sono dati appuntamento a Tegucigalpa, non solo per rendere omaggio alla memoria ed esigere giustizia per l’omicidio della dirigente indigena lenca Berta Cáceres, ma anche per promuovere articolazioni e strategie di solidarietà e lotta contro un modello politico-economico predatore e devastatore.

Durante le due giornate dell’incontro, la commozione si è frapposta al dolore per la perdita improvvisa e inaccettabile e, poco a poco, si è convertita in forza, energia e in una nuova e rinnovata progettualità.

Berta è riapparsa come motore, come seme che germoglia e cresce dai territori, dai villaggi e dai paesi.

Berta come l’acqua che ha difeso fino alla fine, come anima guerriera che ci motiva a non arrendersi mai.

Berta che fa appello all’unità, all’articolazione, ad attivare processi di lotta permanente, con tutta la saggezza tipica delle popolazioni indigene.

Berta e la resistenza, Berta la lotta, Berta la proposta antagonista al modello neo liberale estrattivo.

Berta anticapitalista, antirazzista, anti patriarcale.

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“Berta invita a organizzarci e a rafforzare l’unità”

Melo, padre Fausto e le figlie di Berta al funerale (Foto G. Trucchi | Rel-UITA)La dirigente indigena non diventerà mai un’immagine vuota e priva di contenuti, bensí un motore di lotta per le trasformazioni sociali

Tegucigalpa, 12 aprile (Rel-UITA | LINyM) -. Ismael Moreno Coto, noto come padre Melo, è un sacerdote gesuita honduregno, direttore di Radio Progreso e del Gruppo di riflessione, ricerca e comunicazione, Eric. L’ anno scorso gli è stato conferito in Norvegia il prestigioso Premio Rafto 2015, come riconoscimento per il lavoro svolto in difesa della libertà d’espressione.

Poco prima dell’inizio dei lavori della 1ª Assemblea dell’Articolazione popolare honduregna “Berta Cáceres”, padre Melo ha parlato con La Rel della difficile congiuntura che sta attraversando l’Honduras dopo l’omicidio politico della dirigente indigena Lenca.

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