La causa di Berta:
-organizzazioni esigono cattura dei mandanti
-otre 1000 firme per chiedere giustizia
Tegucigalpa, 7 febbraio (Rel UITA | LINyM) –
Il 3 febbraio scorso, a meno di un mese dal quarto anniversario del vile assassinio della leader indigena Berta Cáceres, organizzazioni nazionali ed internazionali, accompagnate dal Consiglio civico di organizzazioni popolari ed indigene dell’Honduras (Copinh), hanno consegnato alla Procura un documento nel quale si richiede allo Stato dell’Honduras “di procedere nell’investigazione, sentenza e punizione degli autori intellettuali” del crimine, iniziando dall’ex direttore dell’azienda Desarrollos Energéticos S.A. (DESA), ed ex membro dell’apparato d’intelligence delle Forze Armate, David Castillo.
La sentenza di condanna del 2 dicembre contro i sette autori materiali dell’assassinio, con pene comprese tra i 30 e i 50 anni di carcere, non è sufficiente, assicurano le organizzazioni solidali col Copinh ed i parenti di Berta Cáceres (leggi qui i dettagli sulla sentenza) .
Lo stesso tribunale ha confermato che “la resistenza del popolo Lenca, del Copinh e di Berta Cáceres in difesa del fiume Gualcarque è l’elemento scatenante della pianificazione dell’assassinio della signora Caceres, il tutto con il consenso dei dirigenti di DESA”.
Più di 500 organizzazioni e oltre 450 persone hanno firmato il documento ed espresso la loro preoccupazione dinanzi alla “mancanza di azione (penale) contro la totalità dei mandanti del crimine, che attualmente permangono nell’impunità”.
Hanno anche esortato lo Stato dell’Honduras a revocare la concessione sulle acque del fiume Gualcarque, processo viziato fin dall’inizio dalle irregolarità commesse al momento di accordare la licenza ambientale e la concessione stessa.
Il Copinh esige risposte
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