Buon Anno Nuovo

Il Nicaragua ha dimostrato nel 2020 – e lo ha dimostrato storicamente – con il suo popolo coraggioso e il suo governo umanista e solidale, il governo sandinista, di conoscere le lotte e le vittorie di fronte alle sfide più alte che possono essere affrontate, come una pandemia globale e quella di due uragani intensi e devastanti consecutivi, che hanno causato ingenti danni materiali ma dove il Governo ha agito tempestivamente per salvare  la vita umana come priorità fondamentale. (ndr di F.Franco-VS)

Honduras “Li rivogliamo vivi! Verità e giustizia adesso!”

Honduras “Li rivogliamo vivi! Verità e giustizia adesso!”
Cinque mesi dalla sparizione forzata dei giovani attivisti garifuna

Managua, 14 dicembre (LINyM) -.
In occasione della Giornata mondiale dei diritti umani, l’Organizzazione fraterna nera honduregna (Ofraneh) ha organizzato il seminario virtuale “Sparizione forzata in Honduras: il caso Triunfo de la Cruz”.

Tra pochi giorni si compiranno cinque mesi dalla sparizione forzata di quattro attivisti della comunità garifuna di Triunfo de la Cruz, tra cui il presidente del patronato Alberth Sneider Centeno, e di una quinta persona.

Il 18 luglio, uomini armati che indossavano uniformi della Polizia militare e della Direzione investigativa (Dpi) hanno fatto irruzione nella comunità. Oltre a Centeno sono stati sequestrati Milton Martínez, Suami Mejía e Gerardo Róchez, tutti membri dell’Ofraneh e del Comitato per la difesa delle terre della comunità (triunfeñas). Junior Juárez, l’altra persona rapita e scomparsa, è un vicino di Triunfo de la Cruz.

La Corte interamericana dei diritti umani (Corte IDH) ha chiesto allo Stato dell’Honduras di adottare “tutte le misure necessarie e appropriate per determinare il luogo in cui si trovano i giovani attivisti” e di presentare “un rapporto completo e dettagliato sull’esecuzione delle disposizioni. Ha anche esortato a proteggere il diritto alla vita e all’integrità personale degli abitanti delle comunità di Triunfo de la Cruz e Punta Piedra.

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Campagna di aiuti per i danni causati dagli uragani Eta e Iota in Nicaragua

Centinaia di milioni di dollari, i danni causati dagli uragani in Nicaragua.
Un uragano come Iota cosi potente e distruttivo  non si era mai visto.
Per il  governo  la vita delle persone è stata la priorità, attivando giorni prima del loro passaggio il sistema di prevenzione ed evacuazione.

Molte comunità nella Costa Atlantica del Nord sono state rase al suolo, scomparse completamente.
Coordinamento Associazione Italia Nicaragua
-Comitato di solidarietà Internazionalista di Zaragoza.

25 novembre 2020

Nicaragua, resistenza e organizzazione.

Nicaragua, resistenza e organizzazione.
Comunicato di Associazione Italia Nicaragua
Non uno, ma due uragani nell’arco di una settimana hanno colpito l’America Centrale.

ETA e IOTA hanno significato devastazione ambientale, distruzione urbanistica e un saldo di  vittime umane ancora in tragico aggiornamento.
Una drammatica realtà che non è certo inedita per quel continente.
Ciò che ancora sorprende sono le modalità con cui si affrontano simili eventi.

Il popolo nicaraguense e il governo sandinista si sono mobilitati per prevenire, quindi ridurre i danni, e intervenire in forze per limitare le perdite.

Grazie alla loro abnegazione e al loro profondo senso di umanità, il passaggio dei due uragani non ha potuto sviluppare tutta la sua mortifera potenza.
Tuttavia, anche ci fosse stata una sola vittima, sentiremmo lo stesso dolore che proviamo ora nel verificare un numero ben più consistente.

Le catastrofi naturali spesso non hanno nulla di naturale; sono la diretta conseguenza dello sfruttamento delle risorse ambientali per ingrandire profitto e lucro.
Sulla pelle di Madre Terra si accaniscono gli artigli dell’estrattivismo più sfrenato e del neoliberismo più famelico.

La nostra solidarietà va dunque al popolo e al governo nicaraguense, in questa ennesima prova di resistenza e di civiltà alla quale sono stati sottoposti.
Non mancherà il nostro sostegno in termini politici e sociali come in quelli più strettamente materiali, indispensabili sia gli uni che gli altri per avversare le difficoltà in un momento così complicato.

Andará Nicaragua!
Coordinamento Associazione Italia Nicaragua  

Milano 21 Novembre 2020

 

America Centrale, piove sul bagnato

America Centrale, piove sul bagnato
Due uragani potentissimi in due settimane

Managua, 18 novembre (LINyM) -.
Tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre, l’uragano Eta, di 4^ categoria della scala Saffir-Simpson, ha prima impattato sulla Regione autonoma della costa caraibica nord (Raccn) del Nicaragua con venti ad oltre 240 km/h, e ha poi proseguito la sua traiettoria verso l’Honduras e il Guatemala già declassato a tormenta tropicale. Dietro di sé ha lasciato morte e distruzione.

La protezione civile honduregna (Copeco) ha riportato la morte di 74 persone, più di mezzo milione di famiglie colpite (quasi 3 milioni di persone), di cui 60 mila quelle evacuate. In Guatemala la furia di Eta ha fatto 46 morti, 96 dispersi e ha colpito quasi un milione di persone. Distrutte anche le coltivazioni di circa 700 mila persone. Incontabili i danni alle strutture e infrastrutture pubbliche e private e alle attività produttive.

Forte anche l’impatto su altri paesi della regione come la Costa Rica e Panama, con piogge battenti, violente inondazioni e gravi danni alle infrastrutture.

Non sono nemmeno mancate le polemiche che hanno accompagnato l’impatto di Eta sull’America centrale, sia per la mancanza di piani di emergenza adeguati che per la lentezza nella risposta al grave pericolo di cui si era a conoscenza da diversi giorni.

In modo particolare, l’amministrazione Hernández in Honduras è stata accusata di avere atteso fino all’ultimo momento prima di disporre lo stato di massima allerta su tutto il territorio nazionale1, privilegiando gli interessi dei magnati del turismo che speravano di rimpinguare le proprie casse durante la cosiddetta ‘settimana morazanica’, a scapito della sicurezza della popolazione.       

Diversa invece la situazione in Nicaragua dove l’immediata attivazione di un efficiente ed efficace sistema di prevenzione dei disastri ha permesso che non ci fossero vittime, nonostante l’impatto devastante di Eta su strutture e infrastrutture pubbliche e private.

Arriva Iota

Nemmeno il tempo di rialzare la testa e contare i danni che l’uragano Iota, il trentesimo di questa stagione, di 5^ categoria, si è abbattuto nuovamente sull’America Centrale, seguendo quasi lo stesso percorso di Eta e impattando con raffiche di quasi 280 km/h sulla costa nicaraguense all’altezza della comunità di Haulover, a 45 chilometri a sud di Bilwi/Puerto Cabezas.

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Elezioni 2020 Bolivia

Elezioni 2020 Bolivia, torna la democrazia

Luis Arce, ex ministro delle Finanze del governo di Evo Morales e candidato del MAS – Movimento al Socialismo – è il nuovo Presidente dello Stato plurinazionale di Bolivia. Con una vittoria contundente, che porta il suo schieramento alla maggioranza assoluta, Luis Arce riconsegna alla Bolivia ciò che venne scippato nell’Ottobre 2019 a Evo Morales, ovvero la democrazia. La distanza tra il MAS e la destra è tale che a leggerla si rischiano le vertigini. Escono con percentuali decisamente inferiori alle aspettative il candidato degli USA, l’ex presidente Carlos Mesa (31,5%) e quello dei proprietari terrieri, Luis Fernando Camacho (14,1%), che aveva guidato il golpe da SantaCruz. Non a caso la presidente usurpatrice, Janine Anez, ha riconosciuto per prima la vittoria di Luis Arce invitandolo a “pensare alla democrazia e alla Bolivia”. Il che, detto da una golpista, suona come ironia involontaria.

L’esito delle elezioni boliviane disegna uno scenario complesso per gli Stati Uniti, la proporzione dei risultati rende infatti difficilissimo eseguire i piani ai quali hanno lavorato per mesi – di concerto con l’OEA e i golpisti boliviani, tanto quelli legati a Mesa come le squadracce di Camacho . I piani prevedevano una frode elettorale come primo step per impedire la vittoria del MAS al primo turno ed eventualmente un nuovo colpo di stato, nel caso le proteste per la frode avessero raggiunto dimensioni preoccupanti.

Ma, appunto, l’ipotesi golpista prevedeva uno scarto elettorale ampio ma non abissale come quello che si è verificato. Riteneva possibile, infatti, forzare la mano con operazioni di brogli condotte in prima persona dalla polizia (sequestro di urne e schede elettorali favorevoli a Luis Arce sarebbero andati a finire nelle fogne) capaci di spostare un 5-10% di voti così da delineare un esito finale del primo turno che vedesse il MAS sotto al 40% e Mesa intorno al 38. In questo modo l’accesso al secondo turno (non previsto dalla legge elettorale solo se la differenza tra il primo e il secondo candidato è di almeno 10 punti al primo turno ndr) sarebbe stato inevitabile e l’alleanza tra i diversi segmenti della destra golpista e la piccola e media borghesia nelle grandi città avrebbe potuto efficacemente contrastare il MAS. Anche ipotizzando che comunque il MAS si trovasse in vantaggio, anche al secondo turno i brogli avrebbero “aggiustato” la differenza e proclamato la vittoria di Mesa.

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Nicaragua:23 agosto anniversario della Crociata Nazionale di Alfabetizzazione

“Quest’anno ricorre il quarantesimo anniversario della Crociata Nazionale di Alfabetizzazione, e l’Associazione di  Educazione Popolare Carlos Fonseca Amador (Aepcfa) ha contribuito allo sradicamento dell’analfabetismo nelle zone più  remote del Nicaragua. L’Associazione Italia-Nicaragua, che con AEPCFA ha collaborato per molti anni, invia i migliori saluti al maestro Orlando Pineda e festeggia l’anniversario della CNA.”

“Este año se cumple el 40 aniversario de la Cruzada Nacional de Alfabetización, y la Asociación de Educación Popular Carlos Fonseca Amador (Aepcfa) ha contribuido a la erradicación del analfabetismo en las zonas más remotas de Nicaragua. La Asociación Italia-Nicaragua, que con AEPCFA cooperó durante muchos años, envía un saludo fraternal al maestro Orlando Pineda y celebra el aniversario de la CNA”

Puño en Alto

Libro Abierto

Sandino Vive

No Pasarán

Piano interventista contro il Nicaragua

Piano interventista contro il Nicaragua
Gli USA si preparano a gestire tre possibili scenari prima e dopo le elezioni del prossimo anno

Managua, 5 agosto (LINyM) 

Quando all’inizio di luglio, nel programma “Sin Fronteras” diretto dal giornalista William Grigsby su Radio La Primerísima, furono presentate le prove del finanziamento USA ai gruppi di opposizione (oltre 28 milioni di dollari tra il 2017 e 2018), fu evidente che non si trattava solo di qualcosa ben pianificato, ma bensí di una strategia molto più profonda e strutturata.

In effetti, lo scorso 31 luglio, durante un’altra puntata del programma radiofonico, Grigsby ha rivelato l’esistenza di un documento di quasi cento pagine, in cui si gettano le basi per la contrattazione di un’azienda specializzata, che dovrà organizzare ed eseguire un piano ben dettagliato per sovvertire l’ordine pubblico in Nicaragua e assicurarse la caduta del governo sandinista.

I termini di riferimento del progetto interventista includono la partecipazione di gruppi e organizzazioni dell’opposizione nicaraguense e il loro finanziamento da parte dell’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (Usaid) e tre possibili scenari in cui agire per garantire una non meglio specificata “transizione democratica” in Nicaragua.

In una parte del documento presentato venerdì scorso (circa 18 pagine) si contempla anche l’ipotesi di mettere in campo una serie di azioni per accuire la crisi politica, economica, sociale e persino sanitaria, sfruttando la pandemia di coronavirus.

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Difendere i beni comuni è sempre più pericoloso

Difendere i beni comuni è sempre più pericoloso

Nuovo rapporto di Global Witness evidenzia un drastico incremento degli omicidi di attivisti in difesa della terra e dell’ambiente

Managua, 3 agosto (LINyM) –

Il più recente rapporto di Global Witness “Difendere il domani” riporta dati sempre più preoccupanti circa gli attacchi sistematici contro coloro che difendono la terra e i beni comuni, nel bel mezzo di una crisi climatica e ambientale senza precedenti.

Stando al rapporto (scaricabile qui la versione in spagnolo), l’anno 2019 è stato il più letale per le persone che proteggono la terra e l’ambiente. Sono 212 le vittime nel mondo, delle quali oltre i due terzi (148) in America Latina, che si posiziona di nuovo come il continente più pericoloso per la difesa dei beni comuni. 

In media, quattro attiviste/attivisti sono stati uccisi ogni settimana dal dicembre 2015, mese in cui si firmò l’Accordo Climatico di Parigi. Il rapporto segnala, inoltre, che gli ambientalisti ed ambientaliste hanno subìto ogni sorta di attacco non letale, tra cui aggressioni violente, arresti, minacce di morte, campagne di stigmatizzazione e diffamazione, intimidazione, persecuzione, violenza sessuale, istanze giudiziarie e carcerazione. 

America Latina, la più letale 

Colombia (64) e Filippine (43) sono in testa alla tragica lista, contabilizzando oltre la metà degli omicidi. Nel caso della Colombia, l’assassinio di leader sociali e difensori dei diritti umani, “categorie” che comprendono persone attive in difesa della terra e dell’ambiente, ha segnato drammaticamente il periodo post-accordo di pace. Secondo l’Ufficio dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, sono stati 368 le/i leader assassinati tra il 2016 e il 2019, e già 37 coloro che hanno perso la vita dall’inizio di quest’anno.

Nel caso delle Filippine, gli attacchi contro persone attiviste hanno subìto un aumento significativo, giungendo a 43 omicidi nel 2019, in confronto ai 30 dell’anno precedente. 

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