Nicaragua-Viva l’Anniversario della Rivoluzione Popolare Sandinista

A 43 anni dal Trionfo della Rivoluzione Popolare Sandinista, i principi che la originarono rimangono intatti. E sono custoditi nella lotta e nella partecipazione di un popolo che non li abbandonerà mai, tanto meno di fronte alla continua recrudescenza del colonialismo e dell’imperialismo.
En Nicaragua y en el mundo siempre será 19 de Julio!

Coord. Assoc. Italia Nicaragua.

“El amor a mi patria
lo he puesto
sobre
todos los amores
y tu debes convencerte
que para ser feliz conmigo,
es menester que el sol
de la libertad
brille en nuestras frentes”
A.C.Sandino

 

Guatemala Comunità LGBTI sotto attacco

Guatemala-Comunità LGBTI sotto attacco

Morti violente e totale impunità

Managua, 15 luglio (di Giorgio Trucchi | Rel UITA) -.

Il 2 luglio, Nancy Sacul Tut, attivista trans e difensora dei diritti umani, è stata uccisa nella capitale guatemalteca. Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani Lgbtiq+, sono già 16 quest’anno gli attacchi mortali contro questa comunità.

Nancy Sacul, di etnia Q’eqchi’, aveva 34 anni ed era membro del collettivo Trans Trebol. L’attivista era originaria di Chisec, Alta Verapaz. Secondo le informazioni fornite dal collettivo alla stampa nazionale, Nancy è stata uccisa a colpi di arma da fuoco da un uomo che è poi fuggito.

Questo nuovo transfemminicidio è stato condannato da diverse organizzazioni e gruppi guatemaltechi che operano in difesa dei diritti della comunità Lgbti.

La Procura per i diritti umani ha immediatamente aperto un fascicolo. Ha anche riferito che monitorerà questa e altre situazioni di violenza contro persone della diversità sessuale.

Delle 16 persone uccise dall’inizio dell’anno, 5 erano donne trans, 9 uomini gay, una donna lesbica e un uomo bisessuale.

L’Osservatorio nazionale e l’organizzazione Lambda, che fa parte di questo spazio, denunciano che negli ultimi due anni c’è stato un forte aumento degli attacchi violenti contro la comunità Lgbti. Lo scorso anno sono state 33 le persone assassinate e centinaia gli attacchi di diverso tipo. L’impunità è praticamente assoluta.

Sessismo e discriminazione

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Honduras-Seconda e ultima parte del reportage

Non ci può essere rifondazione senza la partecipazione del popolo
(…) Il 28 giugno, in Honduras si è commemorato il tredicesimo anniversario del colpo di stato che depose il presidente Manuel Zelaya. Più di un decennio resistendo all’assalto di governi corrotti e rapaci, collusi con un’oligarchia ultraconservatrice che manovra a suo piacere la politica, l’economia e il sistema di giustizia. Non ci potranno essere cambiamenti strutturali, profondi, senza il sostegno popolare, senza creare potere popolare (…)

Tegucigalpa, 12 luglio (di Giorgio Trucchi | LINyM) -. Il 28 giugno, in Honduras si è commemorato il tredicesimo anniversario del colpo di stato che depose il presidente Manuel Zelaya. Più di un decennio resistendo all’assalto di governi corrotti e rapaci, collusi con un’oligarchia ultraconservatrice che manovra a suo piacere la politica, l’economia e il sistema di giustizia.Poteri di fatto che hanno goduto della protezione delle alte sfere dell’esercito e della polizia, in combutta con il capitale multinazionale e perfettamente allineati con gli interessi geopolitici, geoeconomici e militari degli Stati Uniti.Nel suo messaggio alla nazione, davanti a ex presidenti, ex ministri degli esteri e al corpo diplomatico di quei paesi che, senza esitazione, condannarono il colpo di stato ed espressero solidarietà al presidente Zelaya e alle gigantesche mobilitazioni popolari che, per mesi, invasero le strade dell’Honduras, la presidentessa Xiomara Castro ha ricordato la lotta di questo popolo coraggioso in resistenza.“La popolazione sa che (lo Stato) ha un debito storico con le vittime del colpo di stato: assassinate, torturate, imprigionate, esiliate, perseguitate politicamente. Tutte quelle persone che, per tredici anni, hanno coraggiosamente resistito alla repressione, all’umiliazione, alla persecuzione.Oggi e sempre renderemo omaggio alla resistenza honduregna che, da più di un decennio, combatte frontalmente contro un modello di dipendenza e sfruttamento neocoloniale, contro il colpo di stato e la crudele dittatura”.Il giorno prima, l’ex presidente Manuel Zelaya aveva inaugurato la piazza Isy Obed Murillo, dedicata alla prima vittima [1] della resistenza contro il colpo di stato del 2009 e come atto di riconoscimento per tutti i martiri che hanno sacrificato la loro vita combattendo contro la violenza golpista.

– Leggi QUI la prima parte del reportage

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Honduras-Il governo di Xiomara Castro in cammino su un terreno minato


Il governo di Xiomara Castro in cammino su un terreno minato
Cinque mesi con gli occhi puntati alla rifondazione dell’Honduras, guardandosi le spalle

Tegucigalpa, 27 giugno (di Giorgio Trucchi | Rel UITA/LINyM) -.

Il 27 gennaio, Xiomara Castro assunse la carica di presidentessa dell’Honduras. Un discorso vibrante il suo, in cui mise in chiaro che stava ricevendo un Paese in bancarotta, saccheggiato, con un debito che ammontava ad oltre 20 miliardi di dollari, e con una struttura clientelare praticamente intatta di corruzione e impunità, che negli ultimi 12 anni aveva man mano infiltrato spazi pubblici e privati.  Un popolo distrutto dalla povertà – quasi il 74 % della popolazione e col 50 % in miseria assoluta – e dalla disperazione. Una quantità crescente di persone con lo sguardo rivolto al nord, non tanto attratte dal “sogno americano”, quanto piuttosto in fuga dalla miseria, dalla violenza e dalla mancanza di opportunità. 

Un popolo che, nonostante tutto, a novembre dell’anno scorso decise di andare a votare in massa per punire gli eredi e continuatori del golpe, i macellai dai colletti bianchi, i ladri e corrotti che avevano messo in vendita il Paese, le sue terre migliori, i beni comuni, la sovranità e la dignità stessa della nazione. Un voto anche per il cambiamento, per la speranza che un Honduras diverso sia ancora possibile. Un voto per la donna che si mobilitò insieme al suo popolo contro la rottura dell’ordine costituzionale, il crollo della democrazia, contro pallottole e manganelli, militari e poliziotti, denunciando detenzioni illegali, repressione fisica e psicologica, sparizioni forzate, torture e assassinii. Molto grandi le aspettative di un popolo ferito, deluso dalla politica e dai politici tradizionali. Nutrite le promesse di Xiomara Castro. 

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Guatemala approva legge sessista e antiabortista

Guatemala approva legge sessista e antiabortista-
Demonizzata la diversità sessuale e aumentate le pene per l’interruzione della gravidanza

(10 marzo 2022 | di Giorgio Trucchi | Rel UITA) -.

Mentre centinaia di donne manifestavano per le strade della capitale, esigendo la fine di ogni forma di violenza su donne e bambine e chiedendo tolleranza zero contro le discriminazioni e gli aggressori, in parlamento si approvava una legge sessista, discriminatoria e antiabortista.

La Legge per la tutela della vita e della famiglia (iniziativa 5272 – decreto 18-2022), approvata a larga maggioranza l’8 marzo, non solo rifiuta la diversità sessuale e vieta di parlarne nelle scuole, ma modifica anche il codice penale e aumenta le pene per l’aborto.

“Alle entità educative pubbliche e private ​​è proibito promuovere politiche o programmi relativi alla diversità sessuale e all’ideologia di genere”, afferma il testo di legge.

Non è nemmeno consentito indicare come normali “condotte sessuali diverse dalla eterosessualità o che siano incompatibili con gli aspetti biologici e genetici dell’essere umano”.

In questo senso, l’educazione sessuale sarà riservata esclusivamente ai genitori e nessun centro educativo potrà orientare sessualmente studenti e studentesse.

La nuova legge, che riconosce come nucleo famigliare solamente “il gruppo formato da padre, madre e figli che vivono con loro o che sono sotto la loro potestà”, vieta il matrimonio e qualsiasi unione di fatto tra persone dello stesso sesso. A loro viene anche negata la possibilità di adozione.

In base al concetto che ogni persona è libera di non essere d’accordo con la diversità sessuale, il decreto 18-2022 stabilisce che “nessuna persona può essere perseguita penalmente per non accettare come normale la diversità sessuale o l’ideologia di genere”.

Per ciò che riguarda l’interruzione della gravidanza, il testo di legge modifica il codice penale e aumenta le pene per l’aborto, che in Guatemala è permesso solo in caso di grave pericolo per la vita della donna. In tutti gli altri casi, le pene andranno ora dai 5 ai 25 anni di reclusione non commutabili.

Particolare preoccupazione è stata espressa da organizzazioni femministe per quelle donne che subiscono un aborto spontaneo e che potrebbero incorrere ora in sanzioni.

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Bollettino Nicarahuac Gennaio-Marzo 2022

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dell’AssociazioneItalia-Nicaragua

Un modo per tenere in vita il nostro bollettino Nicarahuac per poter riportarvi le informazioni giuste e concrete e non cadere in quelle false che la maggior parte dei media riportano.
I fatti dimostrano che il Governo sandinista sta facendo grandi sforzi per migliorare le condizioni della popolazione, vedesi i molti ospedali costruiti in questi ultimi anni, per fare un solo esempio. Per questo ed altre ragioni lo appoggiamo.

Elezioni in Honduras

Elezioni in Honduras
La sfida di porre fine a dodici anni di neoliberismo
L’Honduras al crocevia più importante della sua storia recente
Managua, 25 novembre (di Giorgio Trucchi | LINyM)
Il 28 novembre oltre 5 milioni di honduregni saranno chiamati a eleggere il Presidente della Repubblica, 128 deputati al Congresso nazionale, 20 al Parlamento centroamericano, 298 sindaci e oltre 2000 consiglieri comunali. Man mano che si avvicina la data elettorale, si polarizza l’ambiente politico, si acutizza il conflitto e cresce la tensione sociale.

Nessuno dimentica la violenta repressione del 2017 contro coloro che protestavano per i grossolani brogli elettorali che prolungarono l’agonia dell’attuale regime. In quell’occasione, oltre trenta persone persero la vita in modo violento e questi crimini restarono nella totale impunità.

Gli accadimenti degli ultimi giorni risvegliano nuovamente i fantasmi della violenza e della repressione.

L’11 novembre il candidato a consigliere comunale per il Partito Liberale, Óscar Moya, fu freddato con vari colpi d’arma da fuoco a Santiago di Puringla (La Paz). Due giorni dopo fu assassinato il sindaco di Cantarranas (Francisco Morazán) e aspirante alla rielezione sempre per il Partito Liberale, Francisco Gaitán.

Il giorno dopo sono stati uccisi il dirigente del partito d’opposizione Libertà e Rifondazione (Libre) Elvir Casaña e un attivista del Partito Liberale, Luis Gustavo Castellanos, rispettivamente a San Luis (Santa Barbara) e a San Jerónimo (Copán). Nell’attacco mortale contro Castellanos sono rimasti feriti altri due attivisti.

Il 15 novembre, un altro attentato ha tolto la vita a Darío Juárez, aspirante a vicesindaco per il Partito Liberale nel municipio di Concordia (Olancho). Due giorni dopo, Héctor Estrada, candidato indipendente per il comune di Campamento (Olancho) e Juan Carlos Carbajal, candidato a sindaco di El Progreso per il Partito Salvador dell’Honduras (PSH) hanno subito un grave attentato che è quasi costato loro la vita.

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Elezioni il Nicaragua-il popolo ha deciso

Il Popolo ha deciso
Trionfa l’FSLN

Con le elezioni del 7 novembre, i/le nicaraguensi confermano la scelta e decretano la vittoria del Frente Sandinista de Liberacìón Nacional, guidato dal Comandante Presidente Daniel Ortega e dalla Vicepresidente Rosario Murillo.

Sette i partiti in lizza con sei candidati presidenziali, sotto la vigilanza di oltre 165 osservatori internazionali e 67 giornalisti da tutto il mondo che hanno certificato l’assoluta regolarità del voto, svoltosi in un clima di totale tranquillità.
Nonostante una campagna mediatica interna ed esterna basata su diffamazioni ed appelli all’astensionismo, l’affluenza alle urne è stata del 65,4%, consegnando la vittoria all’FSLN con un consenso che sfiora il 76%.

Il popolo conferma la sua fiducia ed il suo appoggio alle politiche pubbliche inclusive e ai programmi sociali del governo sandinista, nonché all’intransigente difesa dell’indipendenza e della sovranità nazionale, pur con tutte le difficoltà ed i limiti che si trova ad affrontare.

Il Nicaragua vuole pace; entro i propri confini come nei rapporti internazionali.

Basta interventi e ingerenze delle forze imperialiste, in particolare degli Stati Uniti, che ovunque nel mondo hanno portato solo morte, distruzione e povertà!

Il popolo sovrano del Nicaragua ha scelto, ha respinto in modo netto e chiaro le politiche neoliberiste, ha ribadito il diritto a decidere del proprio futuro.
Esprimiamo le nostre felicitazioni al Presidente Ortega, alla Vicepresidente Murillo e al Popolo del Nicaragua, inviando con tutto il cuore il nostro saluto solidale e internazionalista e il nostro augurio di prospero futuro!

Il Nicaragua si rispetta, noi siamo e saremo sempre al suo fianco

No Pudieron Ni Podrán!

Hasta la Victoria Siempre!

Coordinamento Associazione Italia-Nicaragua

9 Novembre 2021