Incontro Internazionale Berta Vive

bertaVive.13AprileIncontro Internacional de los Pueblos “Berta Cáceres Vive
Il 13 14 e 15 di aprile Tegucigalpa –  Honduras 

Programma completo: http://encuentrobertacaceresvive.blogspot.com/

(…) L’omicidio di Berta è stato un duro colpo per il movimento popolare honduregno, e un colpo al cuore per tante persone che in Honduras e nel mondo hanno voluto bene, rispettato e ammirato Berta. Un colpo che fa ancora male all’anima … un male tremendo…
La situazione in Honduras rimane molto grave. La paura e la tensione si respirava nell’aria ben prima dell’assassinio di Berta, ma le intimidazioni, le minacce e gli omicidi sono continuate impunemente nei giorni scorsi, e tutto fa pensare che la repressione aumenterà nel breve, medio e lungo periodo. L’indagine sull’omicidio di Berta non solo non avanza, ma è ovvio che il governo honduregno è alla ricerca di scenari che non hanno nulla a che fare con la verità, in un evidente tentativo di proteggere i veri colpevoli. Gustavo Castro, compagno e amico messicano, che è stato ferito durante l’assassinio di Berta ed è l’unico testimone di quanto accaduto quella notte, rimane rinchiuso nell’ambasciata del Messico a Tegucigalpa a causa di un blocco migratorio imposto dal Tribunale che gli impedisce di lasciare Honduras.
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COMUNICATO

LOGO.AIN

Inviato ai  consolati di Honduras di Milano e Roma
Giustizia per Bertha Cáceres  e per tutti i difensori dei diritti umani assassinati in Honduras
L’Associazione Italia Nicaragua condanna l’omicidio di Bertha Cáceres fondatrice e coordinatrice generale del Consiglio civico  delle organizzazioni  popolari e  indigene dell’Honduras, COPINH,avvenuto il 3 marzo. Bertha aveva già ricevuto minacce di morte a causa dell’opposizione al progetto di costruzione della diga Agua Zarca sul fiume Gualcarque in località Rio Blanco.
Le autorità dell’Honduras e il Presidente Juan Orlando Hernández , hanno affermato che questo crimine non resterà impunito ma in questi anni più di cento difensori dei diritti umani sono stati uccisi e, la lotta delle popolazioni origianarie in difesa della loro terra e risorse naturali è stata costantemente criminalizzata.
Per questi motivi appoggiamo la richiesta del COPINH e dei famigliari di Bertha Cáceres che esigono un’inchiesta condotta da strutture indipendenti dal governo, affinché anche questo delitto non resti impunito.
Condanniamo con forza i tentativi già in atto di occultare i veri motivi del brutale omicidio di Bertha, che sono senza dubbio legati alla sua lotta instancabile contro un modello che definiva “capitalista, razzista, patriarcale”, cercando di seminare nell’opinione pubblica la possibilità che si tratti di un “delitto passionale” in cui sarebbero coinvolti membri del COPINH.
Esprimiamo pubblicamente la nostra solidarietà col COPINH, la famiglia di Bertha e tutte le organizzazioni che si battono per la difesa e il rispetto dei diritti umani.
Giustizia per Bertha!
Associazione Italia Nicaragua

Honduras- Bertha Caceres (Copinh) è stata assassinata.

BerthaSappiamo chi è Stato.
Guardatela. Guardiamola ora. Quel sorriso, quello sguardo. Quella semplicità. Se anche le parole, il linguaggio, non fossero stati deturpati dal mercimonio della viltà e dall’affanno atavico e irrefrenabile di soggiocare colonizzare e sfruttare, potremmo dire che quel sorriso e quello sguardo sono l’essenza stessa dell’onestà. Della giustizia. Della lealtà.:
Verso il proprio popolo e i diritti che gli sono stati sottratti, da più di cinquecento anni a questa parte. Le parole, però, sono state anch’esse derubate del proprio senso e significato. Irregimentate nelle colonne di quotidiani compiacenti e servizievoli verso il tiranno di turno. Che cambia in continuazione, ma rimane sempre lo stesso. Parole infiorettate nel luccichìo di telegiornali morbidi e gommosi come gli spot pubblicitari che gli infiocchettano, acidi e spietati però per chi sale di un’ottava nel coro che intona il te deum alla tirannide. Non è musica, purtroppo, ma la tragicità della Storia, anche quando ha le sembianze della farsa.
Bene; il potere, l’establishment, i poteri forti, il pensiero unico, la dittatura la satrapia o come diamine si vuole chiamare qualsiasi feticcio di Stato che si spaccia per democrazia ha paura di quel sorriso. Lo teme. Dannatamente. Perché portatore sano di sani principi, di partecipazione, di libertà e di liberazione. Anche quando non aspira al sovvertimento dell’ordine costituito.
Lo teme da quando è stato inventato il mondo e da quando s’ingegna per  sottometterlo. Uno sforzo che trascina con sé un incalcolabile costo di sangue innocente. O forse colpevole dell’atroce delitto di vivere lottando e di non  morire invano. E per questo ha paura, perseguita fino all’annientamento chiunque tenti di sabotare questo implacabile meccanismo criminale che si chiama capitalismo. E lo fa con l’unica arma che non sarà mai a corto di munizioni: la verità.

Per questo Bertha Caceres è stata assassinata. Per essere stata una militante della verità.
Che la terra ti sia lieve, compañera, la tua voce è più che viva che mai.
Ora e sempre.  
Massimo Angelilli- Italia-Nicaragua            

La svolta rinnovabile del Nicaragua

3.energia.rinnovabileIn pochi anni ha letteralmente rivoluzionato il paese. Se tutto va bene, entro il 2017 saremo al 75% di energia elettrica da rinnovabili ed entro il 2020 al 90%.

di Maria Rita D’Orsogna gennaio 2016
Il fatto Quotidiano
http://www.ilfattoquotidiano.it/blog/mrdorsogna
Parliamo del Costa Rica e dei suoi meravigliosi traguardi energetici, del suo aspirare al 100% da rinnovabili, e dall’esserci, tutto sommato, riuscita. Ma i successi del piccolo Nicaragua, considerato da dove partiva, non sono da meno. Nel giro di pochi anni hanno completamente cambiato il loro paradigma energetico con le rinnovabili che hanno portato elettricità nelle case dove prima non ce n’era. Siamo adesso al 54% di energia elettrica rinnovabile nel paese.

Il Nicaragua non produce petrolio e tutti gli idrocarburi che ha usato sono stati importati, per la maggior parte dal Venezuela. Ma hanno il sole che picchia, venti forti, vulcani attivi. Dieci anni fa solo il 25% dell’energia usata proveniva da fonti rinnovabili. In più chi aveva accesso alla rete elettrica non aveva fornitura regolare. Le infrastrutture non erano robuste e spesso durante il giorno la corrente andava via. Erano abituati a black-out anche di dodici ore. E questo era paralizzante per tutta l’economia nazionale.

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MEMORIA – 21 febbraio 1934 AUGUSTO CÉSAR SANDINO

21.feb34.sandinoLeader popolare nicaraguense, viene assassinato a tradimento da Somoza.
“Nel 1933, i marines, umiliati, se ne andarono dal Nicaragua.
Se ne andarono, ma rimasero.
Al loro posto, lasciarono Anastasio Somoza e i suoi soldati, allenati dagli invasori per fare i supplenti.
E Sandino, vittorioso nella guerra, fu sconfitto nel tradimento.
Nel 1934 cadde in un’imboscata.
Doveva accadere a tradimento.
“La morte non va presa sul serio”, gli piaceva dire. “E’ solo un momentino di disgusto”.
E passò il tempo, e anche se il suo nome fu proibito, e proibita fu la sua memoria, quarantacinque anni dopo i sandinisti fecero cadere la dittatura del suo assassino e dei figli del suo assassino.
E allora il Nicaragua, paese piccino, paese scalzo, poté commettere l’insolenza di resistere, per dieci anni, all’assalto della maggiore potenza militare del mondo. Quando cadde a partire dal 1979, grazie a quei muscoli segreti che non figurano in nessun trattato di anatomia”.
(Eduardo Galeano).

Cresce nuovamente la tensione tra Nicaragua e Costa Rica

cubani

Migliaia di cittadini cubani bloccati sul confine delle due nazioni centroamericane

Managua, 18 novembre (LINyM) -. Ai conflitti di frontiera esplosi negli ultimi anni, prima per il dragaggio del fiume San Juan -che delimita il confine dei due Stati-, poi per il riconoscimento della sovranitá sulla piccola isola fluviale di Habour Head, si aggiunge ora un nuovo elemento di tensione che mette a dura prova le relazioni diplomatiche tra le due nazioni centroamericane.

Da alcuni giorni, infatti, circa duemila cittadini cubani, la maggior parte dei quali senza documenti, si sono assiepati alla frontiera terrestre nicaraguense di Peñas Blancas e chiedono di poter entrare in Nicaragua per proseguire la loro marcia verso gli Stati Uniti.

Difficile capire come ci siano arrivati in Costa Rica. Secondo vari fonti, scartata oramai l’ipotesi “gommoni” per percorrere le poche decine di miglia nautiche che separano Cuba dalla Florida e considerando la freddezza nordamericana nei confronti di nuovi arrivi in questa fase di aperture diplomatiche tra i due Paesi, la “via fuga” sembra sia diventata quella terrestre.

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Sensibile diminuzione degli indici di povertà in Nicaragua

inidePiù del 70 per cento delle famiglie al di sopra della soglia

Managua, 8 ottobre (Radio La Primerísima | LINyM) -. L’ultimo rapporto sulla povertà in Nicaragua ha evidenziato una forte riduzione della povertà generale e di quella estrema durante il periodo 2009-2014. Lo studio è stato realizzato dall’Istituto nazionale d’informazione sullo sviluppo, Inide, con l’appoggio tecnico della Banca centrale del Nicaragua e della Banca mondiale.

Secondo i dati presentati lo scorso 6 ottobre, la povertà generale a livello nazionale è scesa dal 42,5 al 29,6 per cento, con una riduzione di quasi il 13 per cento. Il dato disgregato segnala che nell’area urbana la povertà generale è passata dal 26,6 al 14,8 per cento, mentre nella zona rurale dal 63,3 al 50,1 per cento. 

Sensibile ribasso anche della povertà estrema che è diminuita dal 14,6 all’8,3 per cento a livello nazionale. Ridotta di oltre la metà nell’area urbana (dal 5,6 al 2,4 per cento) e dal 26,8 al 16,3 per cento in quella rurale.

Risultati dell’Inchiesta  

Commenti tecnici sullo studio  

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Il canale del Nicaragua: un progetto socialista foe il cambiamento economico

canalbisdi Tortilla con Sale,  teleSUR

Mercoledì,  9  Settembre, 2015

L’argomento fondamentale a favore del Canale Interoceanico del Nicaragua è che cambierà la struttura dell’economia del Nicaragua in modo tale da ridurre drasticamente la povertà e permettere così una inversione delle attuali tendenze distruttive, nazionali e regionali, di depredazione ambientale, dovute alla povertà.

L’opinione progressista e radicale, nel Nord America e in Europa, tende a spostare la discussione verso i pretesi effetti ambientali del Canale, ignorando generalmente sia l’urgente imperativo della riduzione della povertà sia il significato più ampio del Canale in termini regionali e globali.

L’argomento ambientale a favore del Canale è generalmente ricevuto con  perplesso scetticismo, totale incomprensione o, spesso, deliberato travisamento.

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