Costa Rica-Movimento ambientalista esige giustizia

Costa Rica: Movimento ambientalista esige giustizia

Ratifica dell’Accordo di Escazú e stop all’impunità le principali richieste

Managua, 9 giugno (Giorgio Trucchi | Rel UITA | LINyM) -.

In occasione della Giornata mondiale dell’ambiente, il movimento ambientalista della Costa Rica ha commemorato le persone che difendono la terra e i beni comuni assassinate nelle ultime tre decadi. Durante l’attività hanno denunciato l’impunità ancora imperante e hanno chiesto l’immediata ratifica dell’Accordo di Escazú.

“La Costa Rica è un paese che si autodefinisce all’avanguardia nella conservazione della natura, ma che però si rifiuta di adottare misure per proteggerla davvero”, denuncia l’organizzazione Bloque Verde in un comunicato.

Per diverse ore, i volti di Yehry Rivera, Sergio Rojas, Diego Armando Saborío, Jairo Mora, Kimberley Blackwell, David Maradiaga, Jaime Bustamante, Oscar Fallas, María del Mar Cordero, Jorge Aguilar, Óscar Quirós, Antonio Zúñiga e Olof Wessberg, hanno illuminato le grigie pareti del parlamento.

Secondo i dati forniti da Bloque Verde, negli ultimi tre decenni ci sono stati almeno 25 attacchi contro chi difende la terra e l’ambiente, con un saldo di 13 persone assassinate.

In occasione del 49° anniversario della Dichiarazione delle Nazione Unite sull’ambiente umano, il movimento ambientalista ha chiesto giustizia “per le aggressioni e gli omicidi di chi difende la natura, gli ecosistemi e i popoli che ci abitano”, ribadisce Bloque Verde .

Della difficile situazione ambientale in questo paese dell’America Centrale ha parlato il sostituto procuratore dell’ambiente Luis Diego Hernández.

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Contro il COVID-19, FMI riconosce la lotta del NICARAGUA

Contro il COVID-19 e la gestione macroeconomica
Il Fondo Monetario Internazionale ( FMI), riconosce la lotta del NICARAGUA

In un aggiornamento delle politiche adottate dai paesi per affrontare la pandemia globale di COVID-19, il Fondo monetario internazionale riconosce che a dicembre 2020 il settore pubblico non finanziario del Nicaragua ha chiuso con un deficit del 2,5 % del PIL (-1,6 % nel 2019), il più basso della regione, e che il governo ha raggiunto un equilibrio tra minori incassi e maggiori pressioni sulla spesa, principalmente nel settore sanitario, per far fronte alla pandemia e agli effetti degli uragani Eta e Iota …Mette in evidenza che nel 2020 le azioni di politica fiscale sono state finalizzate a stanziare maggiori risorse per la spesa sanitaria e gestione dei disastri naturali … Il FMI sottolinea che il governo nicaraguense è riuscito a mantenere programmi di investimento sociale e pubblico, a salvaguardare la stabilità del lavoro, a portare avanti una gestione attiva di finanziamento pubblico attraverso l’impiego di risorse esterne e il collocamento di obbligazioni della Repubblica del Nicaragua …Constata che grazie a questa strategia, nel 2020, l’erogazione di prestiti esterni è stata di 829,5 milioni di dollari (538 milioni di dollari nel 2019) e l’emissione di obbligazioni della Repubblica è stata di 219,8 milioni di dollari (164,1 milioni di dollari nel 2019) … L’attivazione di nuovi finanziamenti esterni nel 2020 ha incluso prestiti dell’FMI, della Banca Mondiale, della Banca Interamericana di Sviluppo e della Banca Centroamericana per l’Integrazione Economica (CABEI), per finanziare le spese relative al COVID-19. Il 20 novembre 2020, l’FMI ha approvato un importo equivalente a 186,8 milioni di dollari (130 milioni di DSP) per il Nicaragua nell’ambito del Rapid Financing Instrument (RFI) e del Rapid Credit Facility (RCF), che sono stati erogati il​​ 7 dicembre 2020. Il 27 aprile 2021, il CABEI ha approvato un finanziamento di 100 milioni di dollari per la vaccinazione di 3,27 milioni di persone contro il COVID-19 (6,86 milioni di dosi), pari al 69,2% della popolazione prioritaria nell’attuazione del Piano di vaccinazione nicaraguense contro il COVID-19, che mira a vaccinare 4,7 milioni di persone.
26 Maggio 2021
Informe Pastran, Managua
Trad. A.Bottero

 

 

Per Cuba

 APPELLO A TUTTE LE ORGANIZZAZIONI E ASSOCIAZIONI DEMOCRATICHE PERCHÉ FINISCA DEFINITIVAMENTE L’INUMANO BLOQUEO CONTRO CUBA

Il blocco contro Cuba dura dal 1962, e nel corso degli anni non si è mai allentato, anzi con l‘approvazione di alcune leggi ad hoc è stato addirittura peggiorato; finora ha prodotto incalcolabili danni economici allo stato, ma soprattutto alla popolazione, causando indirettamente anche perdite di vite umane per la indisponibilità di farmaci o apparecchiature sanitarie adeguate.
Si calcola che dal 1962 al 2018 il blocco prodotto alla sola Cuba una perdita di 922 miliardi di dollari (New York Times) senza contare i mancati scambi economici che danneggiano anche i paesi che potrebbero commerciare con l’isola. Infatti sono molti i paesi che sono stati sanzionati per aver intrattenuto relazioni economico-finanziarie.
Cuba è stata inserita ingiustamente dagli USA nella lista dei <paesi-canaglia>, cioè che finanziano il terrorismo internazionale; in realtà dal 1962 ad oggi non si contano gli atti criminosi compiuti direttamente o finanziati dagli USA, a mezzo di bombe, sabotaggi, introduzione di infezioni batteriologiche contro umani, animali o coltivazioni agricole. Inoltre i tentativi di attentati contro il Comandante Fidel Castro sono stati 638.

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Pubblicato in CUBA.

El Salvador Bukele, potere assoluto

El Salvador Bukele, potere assoluto

Destituiti magistrati e procuratore…e non finisce qui

Managua, 4 maggio (LINyM) -.
Il primo maggio si è insediata in El Salvador la nuova Assemblea Legislativa, controllata dal partito filogovernativo Nuove Idee, dopo la schiacciante vittoria elettorale del 28 febbraio. 

Dopo l’assunzione del nuovo incarico, 64 deputati (56 Nuove Idee, 5 Gana, 2 Pcn e 1 Pdc) hanno assestato un’artigliata alle istituzioni salvadoregne, destituendo i magistrati della Sala costituzionale della Corte suprema di giustizia, i loro supplenti e il procuratore generale, rimpiazzandoli con persone di totale fiducia del presidente Nayib Bukele. 

La decisione è stata giustificata col pretesto che i magistrati avrebbero violato la Costituzione opponendosi a misure prese da Bukele nell’ambito della pandemia. La destituzione del procuratore Raúl Melara è invece dovuta al fatto di avere presunti legami con un partito politico (Arena). 

Nelle ore successive, la Sala stessa ha dichiarato l’incostituzionalità di tale provvedimento, segnalando che viola la “forma di governo repubblicana, democratica e rappresentativa ed il sistema politico pluralistico”. Per il momento, tre dei magistrati rimossi e il procuratore hanno deciso di rinunciare comunque all’incarico adducendo “ragioni personali e familiari”.

Non sono da escludere forti pressioni da parte dell’esecutivo.

A tutti gli effetti, l’articolo 186 della Costituzione salvadoregna afferma che i magistrati possono essere destituitili soltanto “per cause specifiche previamente stabilite dalla legge”. Fissa inoltre la procedura per l’elezione e la nomina dei magistrati della Corte suprema di giustizia. 

Dure le reazioni a livello nazionale e internazionale. L’Fmln, prima al governo, ha parlato di “aperta e sfacciata intromissione in altri organi dello Stato” e di una “intenzione manifesta di controllo assoluto dei poteri dello Stato”. Analogamente, considera l’azione come “un colpo di Stato alla nascente democrazia”. 

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Pochi paesi hanno ratificato l’Accordo di Escazú

22 aprile Giornata della Terra
Pochi paesi hanno ratificato l’Accordo di Escazú-
Colombia, Honduras, Messico, Brasile e Guatemala i più pericolosi per chi difende l’ambiente
Managua, 22 aprile (Rebelión | LINyM)
In occasione della “Giornata della Terra – Earth Day”, l’Alleanza per la Solidarietà, membro di ActionAid, denuncia la mancata ratifica dell’accordo di Escazú da parte di molti paesi dell’America Latina e dei Caraibi, tra cui Colombia, Brasile, Honduras e Guatemala, segnalati più volte per l’alto tasso di aggressioni e attacchi mortali contro chi difende la terra e i beni comuni.

Promosso dalle Nazioni unite e approvato nel 2018, l’accordo di Escazú ha l’obiettivo di garantire un ambiente sicuro a persone e gruppi che difendono i diritti umani e ambientali.

Sebbene sia entrato in vigore proprio questo 22 aprile, l’accordo regionale (qui il testo completo) è stato fino a ora ratificato solo da 12 dei 46 paesi della regione (Argentina, Bolivia, Ecuador, Messico, Nicaragua, Panama, Uruguay, Antigua e Barbuda, Guyana, Saint Kitts e Nevis, Saint Vincent e Grenadine, Bahamas).

Secondo un rapporto di Front Line Defenders, 331 difensori dei diritti umani sono stati assassinati nel 2020. 287 sono uomini e 44 donne. Il 69% delle vittime era impegnato nella difesa della terra, dell’ambiente e dei diritti delle popolazioni indigene.

Ancora una volta la Colombia è risultato il paese più pericoloso per chi difende diritti con 177 omicidi, ovvero il 53% del totale. Seguono l’Honduras con 20 omicidi, Messico (19), Brasile (16), Guatemala (15) e Perù (8). Il 79% degli omicidi nel 2020 è avvenuto in America Latina (262). A parte il Messico, i paesi più letali non hanno ancora ratificato l’accordo.

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Nicaragua: 3° anniversario del tentativo di colpo di stato

Nell’aprile 2018 il popolo nicaraguense ha dovuto far fronte all’ennesima offensiva nordamericana, attuata questa volta sotto forma di “golpe morbido”: la strategia passa dalla pressione psicologica con massicce campagne di disinformazione ed accuse gravi contro il governo sgradito all’impero, all’azione violenta e armata, con atti terroristici, criminali e distruttivi. Il tutto finanziato, con la solita scusa degli “aiuti umanitari”, dall’USAID, la famigerata agenzia statunitense “per lo sviluppo”. Ma il popolo nicaraguense è riuscito collettivamente ad arginare il golpe e sconfiggerlo.

Marzo 2021: emergono le prove che gli Stati Uniti continuano a sovvenzionare, con un milione e mezzo di dollari, gruppi d’opposizione per creare disordini in vista delle elezioni di novembre.

Solo i nicaraguensi devono decidere sul futuro del Nicaragua, senza ingerenze straniere e senza sanzioni unilaterali, coercitive, illegali, disumane.

No Pudieron Ni Podrán!

 

Una dolorosa perdita

L’Associazione Italia Nicaragua di Milano esprime la sua profonda tristezza per la dolorosa scomparsa del Dott. Paul Oquist Rally, nato negli Stati Uniti d’America, cittadino nicaraguense dal 1983.
Ricopriva l’incarico di Ministro Segretario Privato per le Politiche Nazionali della Presidenza della Repubblica del Nicaragua. 

Noto ed apprezzato per il suo alto profilo accademico, professionale e politico; stimato a livello nazionale ed internazionale per il suo straordinario ed infaticabile impegno per il popolo nicaraguense, per la sovranità nazionale, per un mondo migliore e più umano. 

Un compagno sandinista sempre leale e fedele ai suoi principi, un rivoluzionario integerrimo per la sua amata Patria Nicaragua. 

Inviamo le nostre più sincere manifestazioni di solidarietà e le nostre più sentite condoglianze ai suoi familiari, al Governo, al Partito Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale. 

Che riposi in Pace. 

Associazione Italia Nicaragua
Milano 
14 aprile 2021 

Honduras Giustizia integrale per Berta, verità, riparazione e non ripetizione

Giustizia integrale per Berta, verità, riparazione e non ripetizione
Iniziato e già sospeso il processo contro David Castillo Mejía
Nuove prove contro un membro della famiglia Atala

Managua, 12 aprile (LINyM)
Il 6 aprile, 61 mesi dopo l’omicidio della dirigente indigena lenca Berta Cáceres, è iniziato il processo contro Roberto David Castillo Mejía, accusato di essere coautore del crimine.

Fin dalle prime battute è risultato chiaro che la difesa dell’ex presidente di Desarrollos Energéticos SA (Desa), azienda intestataria della concessione per lo sfruttamento delle acque del fiume Gualcarque e la costruzione del progetto idroelettrico Agua Zarca[1], avrebbe perseguito la stessa strategia dilatoria impiegata durante l’interminabile fase istruttoria.

Dopo una serie di tentativi falliti di far sospendere il processo, gli avvocati difensori hanno chiesto la ricusazione dei giudici e la palla è passata ora alla Corte d’appello, che dovrà decidere se accogliere o meno la richiesta.  

Indipendentemente dalla momentanea sospensione dell’attività processuale, per altro già messa in conto dagli avvocati dell’accusa privata, per la famiglia di Berta e per il Copinh questo processo è la chiave non solo per dimostrare la partecipazione di Castillo nel crimine, ma anche l’esistenza di mandanti che godono ancora di impunità.

In un comunicato pubblicato mercoledì scorso, il Copinh ha ricordato che il processo contro Castillo rappresenta solo una fase del percorso che dovrà portare all’incriminazione di tutte le persone coinvolte nel crimine.

“Sono cinque anni che abbiamo consegnato alle autorità giudiziarie tutte le prove che inchiodano il signor David Castillo Mejía. Sono prove inconfutabili che dimostrano la sua partecipazione come coautore, cioè come collegamento tra gli autori materiali e i dirigenti di Desa (famiglia Atala Zablah).

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Honduras Omicidio Berta Cáceres

 

Omicidio Berta Cáceres

inizia il processo contro David Castillo

Un momento decisivo nella ricerca della verità e della giustizia”

Managua, 31 marzo (LINyM) 

Il 6 aprile inizierà in Honduras il processo contro David Castillo, accusato di essere coautore dell’omicidio della ‘combattente sociale’ Berta Cáceres.

“Dopo cinque anni di battaglia legale siamo a un punto di svolta nella ricerca di verità e giustizia”, ​​ha detto in conferenza stampa  Bertha Zúniga Cáceres, figlia della leader indigena assassinata nel 2016 e attuale coordinatrice del Consiglio civico delle organizzazioni popolari e indigene dell’Honduras (Copinh).

David Castillo è stato presidente di Desarrollos Energéticos SA (DESA), titolare della concessione per la costruzione del progetto idroelettrico Agua Zarca contro cui Berta Cáceres e il Copinh hanno lottato per anni, ed ex ufficiale dell’intelligence militare honduregna, graduato presso l’accademia militare statunitense di West Point.

“Castillo è coautore dell’omicidio e fa da cerniera con gli autori intellettuali, cioè con quelle persone ricche, potenti e molto influenti nel nostro Paese che hanno organizzato e finanziato il crimine e che godono di assoluta impunità.

Insieme hanno strutturato e reso operativo un sistema di persecuzione permanente contro il Copinh e contro Berta, non solo in quanto combattente sociale e leader di questo processo di resistenza territoriale, ma anche in quanto donna. È evidente che il contesto in cui è avvenuto l’omicidio ha una forte connotazione di genere.

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L’Honduras continua a dissanguarsi

L’Honduras continua a dissanguarsi
Assassinato leader indigeno e difensore dell’ambiente

Managua, 26 marzo (Rel UITA | LINyM) –

In Honduras non si fermano gli attacchi contro chi difende la terra e i beni comuni. L’ultima vittima è Juan Carlos Cerros Escalante, leader indigeno Lenca e ambientalista.

Cerros è stato ucciso con diversi colpi di arma da fuoco esplosi da sconosciuti domenica scorsa nella comunità di Nueva Granada, situata tra i comuni di Chinda (Santa Bárbara) e San Antonio (Cortés), mentre tornava a casa insieme ai figli.

Secondo la Coalizione nazionale delle reti e organizzazioni ambientaliste dell’Honduras (Conroa), Juan Carlos Cerros era coordinatore dell’organizzazione Comunità Unite e insieme ad altri gruppi si opponeva al progetto idroelettrico “El Tornillito” sul fiume Ulua.

Titolare dell’opera che rischia di far scomparire buona parte del territorio di Chinda e di sfollare un gran numero di famiglie è la società honduregna Hidroeléctrica El Volcán SA de CV (Hidrovolcán), che fa parte del gruppo Inversiones y Representaciones Electromecánicas SA de CV (Iresa).

“Parlare di Juan Carlos vuole dire parlare di una persona da sempre impegnata con la sua comunità, che cominciò a occuparsi in modo sistematico della difesa dell’ambiente dopo l’approvazione della concessione idroelettrica”, racconta Betty Vásquez, coordinatrice del Movimento ambientalista santabarbarense (Mas).

Per Vásquez, il modello capitalista estrattivo, basato su una logica di spoliazione e responsabile dell’espulsione forzata di intere comunità, promosso in Honduras dopo il colpo di Stato del 2009, rappresenta una minaccia molto seria per i territori, soprattutto per la zona occidentale del Paese e per il popolo Lenca.

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