Bertha era un simbolo.Non solo protestava, ma proponeva e costruiva

miriamBisogna moltiplicare gli sforzi di fronte all’aumento della violenza contro il movimento sociale e popolare

 

“Bertha era una madre e una fonte d’ispirazione non solo per il popolo Lenca, ma per molti altri popoli nel mondo. Il minimo che possiamo fare è moltiplicare gli sforzi e intensificare la lotta. Se pensano che uccidendo Bertha abbiano posto fine alla lotta sociale e popolare si sbagliano di grosso. Questa tragedia moltiplicherà l’impegno e lo spirito di lotta di migliaia di persone” (Miriam Miranda, 4 giorni dopo la “semina” di Bertha Caceres).

Galleria di foto: 8 marzo, tutte siamo Bertha

Originale in spagnolo Bertha fue un simbolo de propuesta y construcción

Tegucigalpa, 10 marzo (Rel-UITA | LINyM) -. Miriam Miranda, dirigente garifuna e coordinatrice dell’Organizzazione fraternale negra honduregna, Ofraneh, è stata la prima ad avvisarmi con un messaggio alle 3 del mattino:“Ci hanno ucciso Bertita, Giorgio”.

Per un attimo la Terra si è presa una pausa e ha smesso di girare sul proprio asse.

“Per me sono stati giorni difficili e continuano ad esserlo. Sono stata tra i primi a scoprire cosa fosse successo alla mia Bertha. Non potevo crederci. Non riuscivo a capire come fosse possibile che qualcuno commettesse una tale atrocità”, ha detto la leader garifuna a La Rel.

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Intervista Radio Onda d’Urto a Giorgio Trucchi sull’omicidio politico di Bertha Cáceres in Honduras

gtrucchiAscolta l’intervista di oggi su Radio Onda d’Urto in cui Giorgio Trucchi traccia un profilo politico della dirigente indigena #Bertha Cáceres, assassinata lo scorso 3 marzo in Honduras, e parla delle sue lotte in difesa dei diritti della comunità indigena e delle fasce povere della popolazione, contro il sistema capitalista, patriarcale e razzista.

Leggi e ascolta http://www.radiondadurto.org/2016/03/07/berta-non-e-morta-la-sua-battaglia-continua/

COMUNICATO

LOGO.AIN

Inviato ai  consolati di Honduras di Milano e Roma
Giustizia per Bertha Cáceres  e per tutti i difensori dei diritti umani assassinati in Honduras
L’Associazione Italia Nicaragua condanna l’omicidio di Bertha Cáceres fondatrice e coordinatrice generale del Consiglio civico  delle organizzazioni  popolari e  indigene dell’Honduras, COPINH,avvenuto il 3 marzo. Bertha aveva già ricevuto minacce di morte a causa dell’opposizione al progetto di costruzione della diga Agua Zarca sul fiume Gualcarque in località Rio Blanco.
Le autorità dell’Honduras e il Presidente Juan Orlando Hernández , hanno affermato che questo crimine non resterà impunito ma in questi anni più di cento difensori dei diritti umani sono stati uccisi e, la lotta delle popolazioni origianarie in difesa della loro terra e risorse naturali è stata costantemente criminalizzata.
Per questi motivi appoggiamo la richiesta del COPINH e dei famigliari di Bertha Cáceres che esigono un’inchiesta condotta da strutture indipendenti dal governo, affinché anche questo delitto non resti impunito.
Condanniamo con forza i tentativi già in atto di occultare i veri motivi del brutale omicidio di Bertha, che sono senza dubbio legati alla sua lotta instancabile contro un modello che definiva “capitalista, razzista, patriarcale”, cercando di seminare nell’opinione pubblica la possibilità che si tratti di un “delitto passionale” in cui sarebbero coinvolti membri del COPINH.
Esprimiamo pubblicamente la nostra solidarietà col COPINH, la famiglia di Bertha e tutte le organizzazioni che si battono per la difesa e il rispetto dei diritti umani.
Giustizia per Bertha!
Associazione Italia Nicaragua

Bertha Cáceres rinascerà nelle lotte dei popoli

berthafuneCommovente saluto da parte di un intero popolo alla dirigente indigena
vittima di assassinio politico

(…) Questo sabato nessuno è voluto rimanere a casa. Tra slogan e lacrime, migliaia di persone hanno dato un commovente addio alla dirigente indigena Bertha Cáceres, brutalmente assassinata lo scorso 3 marzo. “Bisogna punire gli autori intellettuali e materiali”, “Basta impunità” hanno chiesto a gran voce.


Galería de fotos 1

La Esperanza, 6 marzo (Rel-UITA | LINyM) -. Questo sabato nessuno è voluto rimanere a casa. Tra slogan e lacrime, migliaia di persone hanno dato un commovente addio alla dirigente indigena Bertha Cáceres, brutalmente assassinata lo scorso 3 marzo. “Bisogna punire gli autori intellettuali e materiali”, “Basta impunità” hanno chiesto a gran voce.

C’è molta gente a La Esperanza. Molta. Le strade sono piene zeppe. Nessuno è voluto rimanere a casa. È stato troppo forte il richiamo per dare un ultimo saluto alla combattiva dirigente indigena Bertha Cáceres.

“Per la nostra Bertha, nostra mamma, nostra figlia, la nostra guida”, ripetono quasi all’unisono Olivia, Bertita, Laura e Salvador, figlie e figlio della coordinatrice nazionale del Consiglio civico delle organizzazioni popolari e indigene dell’Honduras, Copinh, durante un’improvvisata conferenza stampa. Austra Bertha, la madre della leader indigena e altri famigliari li accompagnano.

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8 DE MARZO BERTHA VIVE!!!

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8 DE MARZO DIA INTERNACIONAL DE LAS MUJERES.

BERTHA VIVE!!!

A la familia de Bertha Cáceres, a la Plataforma de los Movimientos Populares de Honduras
Al COPINH
Solidaridad incondicional al Pueblo de Morazán

Hasta pensarlo queda imposible aceptar lo que sucedió.
El asesinado de Bertha sigue la lógica criminal y golpista que sembró terror en el continente latinoamericano en el siglo pasado y que ahora reside en Honduras.
Ahora que, en esos tristes días, andamos con el corazón partido entre colera y tristeza.
Bertha ha sido una luchadora incansable, combatiente indomita para los derechos de la comunidad indigena, es decir para los derechos de tod@s en todo el mundo.
Así es, el respaldo es total cuando hay compañer@s que entregan toda su vida a la lucha para la justicia social y contra las bestialidades del capitalismo.
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Honduras 5 marzo

Immagine5marzo
Migliaia di persone commosse hanno salutato la dirigente indígena Berthá Caceres
Bertha non è morta, ora più che mai si moltiplica nelle lotte dei popoli.
Sabato scorso nessuno ha voluto rimanere in casa. Migliaia di honduregni hanno  riempito le strade di  La Esperanza per dare l’ultimo addio alla leader indigena Bertha Cáceres.
Bertha  è stata brutalmente assassinata il 3 marzo. “E ‘stato un assassinio politico per il suo impegno contro lo sfruttamento  delle risorse naturali “, gridavano le persone che l’hanno accompagnata in questo ultimo saluto.
5 marzo 2016 

Giorgio Trucchi – Rel-UITA
Foto: http://nicaraguaymasespanol.blogspot.com/2016/03/fotos-miles-de-personas-dieron.html

Honduras Hanno ucciso uno spirito indomito

 

Bertha.foto.g.trucchi

Bertha Cáceres lascia in eredità l’impegno deciso e inflessibile a favore dei diritti ancestrali delle popolazioni indigene
“Per tutta la vita sono stata cosciente di quello che mi può succedere continuando con questa lotta, così come sono cosciente che stiamo lottando contro un potere oligarchico, bancario, finanziario e internazionale, oltre che contro lo stesso Stato honduregno e i suoi organi repressivi, che storicamente si sono piegati agli interessi delle grandi imprese multinazionali.
Non mi piegheranno!” (Bertha Cáceres, giugno 2013).
Así estamos
consternados
rabiosos
aunque esta muerte sea
uno de los absurdos previsibles…

Mario Benedetti

Managua, 3 marzo (Rel-UITA | LINyM) -. Nemmeno ricordo quante volte ho intervistato Bertha Cáceres, Bertita come la chiamavamo. E non è facile riassumere una vita di lotta, di impegno inflessibile, in un articolo.Ancor di più dopo poche ore dall’essere stato travolto da una valanga di messaggi, telefonate, comunicati stampa, che mi avvisavano che Bertha fisicamente non è più qui con noi; che Bertha è stata vigliaccamente assassinata all’alba di questo 3 marzo mentre riposava nel suo letto, dopo l’inaugurazione del Foro sulle energie alternative dalla prospettiva delle popolazioni indigene.

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Honduras- Bertha Caceres (Copinh) è stata assassinata.

BerthaSappiamo chi è Stato.
Guardatela. Guardiamola ora. Quel sorriso, quello sguardo. Quella semplicità. Se anche le parole, il linguaggio, non fossero stati deturpati dal mercimonio della viltà e dall’affanno atavico e irrefrenabile di soggiocare colonizzare e sfruttare, potremmo dire che quel sorriso e quello sguardo sono l’essenza stessa dell’onestà. Della giustizia. Della lealtà.:
Verso il proprio popolo e i diritti che gli sono stati sottratti, da più di cinquecento anni a questa parte. Le parole, però, sono state anch’esse derubate del proprio senso e significato. Irregimentate nelle colonne di quotidiani compiacenti e servizievoli verso il tiranno di turno. Che cambia in continuazione, ma rimane sempre lo stesso. Parole infiorettate nel luccichìo di telegiornali morbidi e gommosi come gli spot pubblicitari che gli infiocchettano, acidi e spietati però per chi sale di un’ottava nel coro che intona il te deum alla tirannide. Non è musica, purtroppo, ma la tragicità della Storia, anche quando ha le sembianze della farsa.
Bene; il potere, l’establishment, i poteri forti, il pensiero unico, la dittatura la satrapia o come diamine si vuole chiamare qualsiasi feticcio di Stato che si spaccia per democrazia ha paura di quel sorriso. Lo teme. Dannatamente. Perché portatore sano di sani principi, di partecipazione, di libertà e di liberazione. Anche quando non aspira al sovvertimento dell’ordine costituito.
Lo teme da quando è stato inventato il mondo e da quando s’ingegna per  sottometterlo. Uno sforzo che trascina con sé un incalcolabile costo di sangue innocente. O forse colpevole dell’atroce delitto di vivere lottando e di non  morire invano. E per questo ha paura, perseguita fino all’annientamento chiunque tenti di sabotare questo implacabile meccanismo criminale che si chiama capitalismo. E lo fa con l’unica arma che non sarà mai a corto di munizioni: la verità.

Per questo Bertha Caceres è stata assassinata. Per essere stata una militante della verità.
Che la terra ti sia lieve, compañera, la tua voce è più che viva che mai.
Ora e sempre.  
Massimo Angelilli- Italia-Nicaragua            

In memoria di Fernando Cardenal

Ricordiamo la figura di Fernando Cardenal, prete gesuita nicaraguense, che fu ministro dell’educazione del governo sandinista con alcune immagini della manifestazione di chiusura della Campagna di Alfabetizzazione, tenutasi a Managua il 25 agosto 1980.

cit. ‘La Stampa’ : 

È morto a Managua, Fernando Cardenal, prete del Nicaragua che negli anni ’80 sfidò l’ordine del Vaticano di lasciare il governo rivoluzionario sandinista in cui era ministro dell’istruzione. Aveva 82 anni.
All’epoca affermò, ricorda Bbc online, che avrebbe «commesso un grave peccato» se avesse lasciato il governo sandinista. «Non posso concepire che Dio mi chieda di abbandonare il mio impegno per la gente», disse in un’intervista.