Cesare durante l'intervista con D'Escoto
Il 10 giugno Cesare Ciacci, compagno dell'Associazione Italia-Nicaragua, ci ho lasciato.
La morte, l'osceno nulla che a nessuno concede scampo, lo ha tratto con sé strappandocelo per sempre. Ma il suo ricordo ci resta, e ci resta finché noi non lo lasceremo svanire.
E la sua vita, la sua vita sì, è stata bella: di generosità, di condivisione, di costruzione della giustizia e della pace, qui in Italia e là in Nicaragua, per l'umanità intera, per un'umanità di liberi ed eguali.
E la sua lotta, la nostra lotta, continua.
Quante volte ad ogni morte di un amico e un compagno abbiamo detto queste parole: che la lotta continua. E tutte le volte di queste parole abbiamo avvertito ad un tempo la falsità e la necessità.
Nulla continua quando un uomo muore: tutto è finito; non si dà tragedia più grande.
Ma insieme si compie una vicenda e se questa vicenda è la vicenda di un uomo buono, essa è nuvola che reca la pioggia feconda, essa è parola e seme, essa è orma e presagio di umanità.
E la lotta, la lotta allora sì, continua.
Poiché nulla è perduto di quanto è stato buono, e la parte della sforzo comune che fin qui Cesare ha recato sulle sue spalle, ora tocca a chi resta e a chi verrà ripartirla sulle proprie spalle, e recarla innanzi ancora lungo il cammino della solidarietà internazionale.
Coordinamento Nazionale
Associazione Italia-Nicaragua