SITUAZIONE ZONA FRANCA A DICEMBRE 2002

di Adriano Cernotti

Nonostante le continue denunce da parte dei lavoratori della Zona Franca, dove mettono in evidenza la loro situazione di sfruttamento e della mancanza di rispetto dei diritti minimi, sia rispetto al loro Statuto dei Lavoratori ("Codigo del Trabajo"), che quelli umani, sanciti dalla Costituzione e dagli accordi internazionali in materia dei diritti dei lavoratori sottoscritti dal governo.

Uno dei diritti che più è violato è quello che prevede la libertà d’organizzazione sindacale, perciò la presenza del sindacato nelle imprese di Z.F. è molto scarsa, c’è un gran timore da parte dei lavoratori sia ad organizzarsi sia iscriversi al sindacato, perché appena l’azienda viene a conoscenza che un gruppo di lavoratori sta facendo l’iter burocratico per ottenere la personalità giuridica come sindacato di fabbrica, cosa concessa dal Ministero del Lavoro (MITRAB), subito scattano i licenziamenti, sia per i delegati appena costituiti che per i lavoratori di cui la direzione sa che sono iscritti al sindacato, anche se il Codigo del Trabajo prevede che per i sindacalisti il licenziamento deve essere per giusta causa, mentre l’impresa applica l’articolo 45 e 48 dello stesso codice, dove è previsto che l’azienda può rescindere il contratto di lavoro quando lo ritiene opportuno, in sostanza quando vuole.

Altre situazioni di violazione delle leggi che regolano i rapporti tra lavoratori e datori di lavoro sono quelle che riguardano il licenziamento delle donne in stato di gravidanza: anche in questo caso non c’è legge che valga per gli imprenditori, semplicemente non le vogliono in fabbrica, così come sono all’ordine del giorno le molestie sessuali da parte dei capireparto e in qualche occasione anche dai dirigenti aziendali stranieri, ai danni delle lavoratrici, che sono la stragrande maggioranza in questo tipo di imprese, quasi esclusivamente tessili; le violenze fisiche oltre che verbali, gli orari di lavoro interminabili, ci sono aziende che fanno lavorare i lavoratori per oltre 20 ore consecutive, quando la legge prevede che non si possa fare più di tre ore di straordinario al giorno e in ogni caso non più di nove ore settimanali. Ad aggravare la cosa la maggior parte delle aziende pagano le ore straordinarie come se fossero normali e non tutte, chi reclama viene minacciato da licenziamento, e se fa una denuncia al MITRAB, il licenziamento è sicuro.

Ora, tutte queste cose sono a conoscenza di tutti, funzionari dello stato, organizzazioni nazionali ed internazionali dei diritti umani, mezzi d’informazione, popolazione in generale, però le cose non cambiano perché le istituzioni preposte a far sì che le aziende rispettino le leggi e gli accordi internazionali su questa materia sono, dal 1990, complici delle imprese di Z.F. ed anche nei pochi casi dove il lavoratore, con l’aiuto dei sindacati della CST riescono a vincere qualche causa, le aziende si rifiutano di reintegrare il lavoratore nel suo posto di lavoro, senza che nessuno sia in grado di obbligarle a rispettare la sentenza. Uno degli esempi di questa impotenza delle istituzioni a far rispettare le regole a questi imprenditori è stata denunciata dal sindacato dei tessili, vestiti, pelle e calzature, di cui il segretario è Pedro Ortega, questa è la vicenda.

Nel mese d’agosto del 2002 il sindacato aziendale della Rooh Shin, affine alla federazione di Pedro Ortega, decimato dai licenziamenti, a chiesto ed ottenuto che il MITRAB facesse un’ispezione nell’azienda per provare tutte le violazioni che venivano denunciate. Molestie sessuali, violenze fisiche e psicologiche, licenziamenti ingiustificati di donne in stato di gravidanza, orario di lavoro lunghissimi. stipendi non conformi con il contratto firmato dai lavoratori, la situazione igienica e di sicurezza a dir poco carenti.

L’ispettore, dopo il sopralluogo, aveva redatto un documento in cui denunciava tutte le violazioni riscontrate così com’erano state denunciate dai lavoratori, e dava all’azienda un periodo di tempo per mettere a posto le cose, oltre ad una multa di diecimila cordobas (meno di 700 $). Nel mese di dicembre dello stesso anno i lavoratori hanno di nuovo chiesto l’ispezione da parte del MITRAB perché l’azienda non aveva fatto nulla di quello che gli era stato imposto dall’ispezione precedente, anzi si era verificato un caso di una giovane in gravidanza percossa da il suo caporeparto e licenziata. In questo caso, siccome la giovane è stato portata all’ospedale, c’è un verbale dell’istituto di medicina legale dove si afferma che a causa dei colpi ricevuti alla testa dalla lavoratrice, questa ha subito un trauma al collo e all’orecchio creando problemi uditivi per cui aveva bisogna di venti giorni di riposo: questo verbale è per legge finito in mano alla polizia che ha sporto d’ufficio una denuncia penale contro la fabbrica.

Dopo la seconda ispezione, avvenuta quasi quattro mesi dopo la prima, l’ispettore del MITRAB ha riscontrato che l’azienda non aveva rispettato nessuna delle raccomandazioni fatte in precedenza e non avevano pagato neanche la multa, per cui ha minacciato di far chiudere temporaneamente la fabbrica come misura disciplinare. Non solo l’azienda non ha fatto nulla di quello che le si raccomandava, ma ha denunciato l’ispettore del lavoro per calunnia e falso, perché aveva confermato tutte le violazioni, soprattutto quelle di molestie sessuali alle lavoratrici da parte di alcuni capireparto protetti dalla direzione.

Ora tutto questo spiega il perché l’Associazione Italia-Nicaragua abbia finanziato in questi ultimi due anni una serie di corsi di formazione sindacale. La prima serie di corsi era destinato ai lavoratori in generale della Zona Franca affinché conoscessero il contenuto del Codigo del Trabajo, con tutti i diritti e i doveri, le leggi che regolano i rapporti tra lavoratore e datore di lavoro; la seconda serie, che si è appena conclusa, era dedicata in modo particolare ai quadri sindacali, anche se erano presenti alcuni semplici lavoratori iscritti al sindacato, dove si affrontava in modo specifico questioni come si fa a fare una denuncia al MITRAB in modo che possa essere accolta, quali sono le funzioni specifiche del sindacato aziendale, il modo di come si deve relazionare nei confronti dei lavoratori, iscritti e no, e con la direzione aziendale, i compiti dei delegati, la strategia delle contrattazioni e la presentazione di piattaforme di contratti aziendali, dove sia possibile, ed anche una parte - non meno importante - della storia del sindacato e le sue origini.

Anche se la presenza non è mai stata numerosissima (c’erano in media una ventina di persone) credo che quest’esperienza sia stata in ogni caso positiva, tenendo conto che chi partecipava era reduce da una settimana di sei giorni di lavoro, per cui si sacrificava la domenica, unico giorno per stare in famiglia, soprattutto per le donne, per partecipare ai corsi. E' anche vero che alcuni di loro saranno licenziati per cui il lavoro di formazione si perderà, però in ogni modo chi riuscirà a rimanere in fabbrica adesso ha molte più conoscenze per fare il suo lavoro di sindacalista.

Managua, 10 dicembre 2002