n. 53 qui managua,
nicaragua...e dintorni

10 Febbraio 2012

agenzia stampa dell'associazione di amicizia e solidarietà italia-nicaragua
 da una idea di cesare ciacci
 collaborazione di :toni moreschi, federica comelli, angela diterlizzi, manuela canavesi
corrispondenze e foto dal nicaragua e dintorni di giorgio trucchi

qui managua, nicaragua è supplemento ed integrazione on line del bollettino bimestrale "NICARAHUAC - Nicaragua e dintorni"
edito dall'Associazione di amicizia e solidarietà Italia-Nicaragua. Dir. resp. Bruno Bravetti. Aut. Trib. di Bologna n.5289 del 5/9/1985. Come il bollettino offre aggiornamenti periodici sul Nicaragua, analisi politiche, attività e progetti dell'Associazione, oltre ad editoriali e notizie brevi. Il bollettino stampato si può ricevere per posta attraverso il tesseramento all'AIN, oppure contattandoci direttamente. I vari numeri sono accessibili anche on-line in formato Acrobat PDF sul sito www.itanica.org nella voce "Boll. Nicarahuac".
in questo numero

In Venezuela l'annuale resoconto del Presidente della Repubblica - di Attili Folliero / Incontro di formazione per i partecipanti agli accampamenti di osservazione in Honduras - a cura di CICA / Il Brasile e la sua funzione subimperialista in America Latina - di Elaine Tavares / Sinistra sociale e sinistra politica - di Raúl Zibechi / Lettera aperta al sindaco di Torino Piero Fassino - a cura di Ass. Nuova Colombia / Taglia le ali alle armi!- FIRMA LA PETIZIONE

In Venezuela l'annuale resoconto del Presidente della Repubblica - di Attili Folliero
Il presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Hugo Chávez, ha presentato l'annuale Resoconto parlando dai banchi del Parlamento attraverso un lungo, ininterrotto ed appassionato discorso durato praticamente 10 ore. Dalle 13.45 alle 23.45, interamente trasmesso a reti unificate da tutte le televisioni venezuelane (pubbliche e private), HugoChávez, partendo dai dati del 2011 ha fornito un quadro dettagliato della situazione economica, politica e sociale del paese. Ovviamente, non sono mancati i riferimenti alle precedenti gestioni governative. Il discorso di Chávez, come ogni anno, ha letteralmente paralizzato il paese, immobilizzando davanti alle TV milioni di venezuelani. Essendo umanamente impossibile riassumere in poche righe quanto illustrato in dieci ore, ci limitiamo a mettere in evidenza i principali aspetti che possono interessare un pubblico internazionale.

 

Incontro di formazione per i partecipanti agli accampamenti di osservazione in Honduras
Sabato 31 marzo e domenica 1 aprile 2012 ci sarà l'incontro formativo per chi in futuro ha intenzione di partire per gli accampamenti d'osservazione dei diritti umani in Honduras. Chiediamo la piú amplia diffusione, in considerazione anche della grave situazione del paese e dell'importanza che dai movimenti di base e' stata riconosciuta alla presenza internazionale. L'incontro inizia sabato 31 marzo, alle ore 16 presso il C.S.A. Baraonda, Via Pacinotti 13, a Segrate (Milano), zona industriale Marconi. Ceniamo e dormiamo lí, per proseguire domenica mattino e pomeriggio. Domenica sera, sempre al Baraonda vi sarà un'incontro pubblico sulla situazione generale in Honduras e sugli accampamenti, con interventi di campamentisti rientrati e la proiezione di un video.

Il Brasile e la sua funzione subimperialista in America Latina - di Elaine Tavares*
Il sistema capitalistico ha un motto che è il ritratto vivido della sua natura: perché uno viva, un altro deve morire. Non può sfuggirgli nessuno che viva in questo sistema. Non è casuale che la discussione principale del mondo contemporaneo sia proprio l’idea di sviluppo, poiché ogni giorno di più la gente si rende conto di come le promesse di sviluppo connesse alla concezione capitalistica di produzione funzionino soltanto per pochi. Nei paesi del centro, che sono la punta del sistema, lo sviluppo è disuguale e combinato. C’è sempre uno strato rilevante della popolazione che rimane sfruttata e in condizioni di estrema povertà, che funge da manodopera perché il sistema funzioni. Nei paesi della periferia del sistema, quello che c’è è un capitalismo dipendente, e lo sviluppo possibile è esclusivamente quello del sottosviluppo, dal momento che – come ha efficacemente dimostrato il teorico André Gunder Frank – è insito nella stessa natura del capitalismo il fatto di generare, per filiazione, case madri e periferie. Così, la promessa del capitalismo diventa illusoria. Nel quadro del sistema, la gente che vive alla periferia non potrà mai svilupparsi. Si tratta di una menzogna, che appare come verità per il solo fatto di essere ripetuta. Quel che invece può accadere è che alcuni paesi periferici sviluppino taluni aspetti, o aspetti di alcune regioni, che però determinano contemporaneamente il sottosviluppo di altre.

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Sinistra sociale e sinistra politica - di Raúl Zibechi

L’approfondirsi delle diverse crisi e l’emergere di nuovi movimenti stanno promuovendo un dibattito sul ruolo della sinistra rispetto ai cambiamenti possibili e auspicabili. Molti puntano su un profondo rinnovamento o sull’unità per trovare un modo che consenta di rompere l’egemonia del settore finanziario. Generalmente i dibattiti vertono sul ruolo della sinistra politica cioè i partiti che si dichiarano di sinistra; superare le divisioni storiche, alimentate forse da divergenze ideologiche, sarebbe un passo decisivo per andare oltre la situazione attuale. L’unità tra le tre grandi correnti, quella socialista o socialdemocratica, quella comunista e quella anarchica o radicale, è indispensabile affinché questo settore possa giocare un ruolo decisivo verso il superamento della crisi attuale. L’esperienza storica dice però un’altra cosa. La prima è che i partiti di sinistra non si uniscono se non c’è un forte movimento dal basso che gli imponga un’agenda comune. Voglio dire che i partiti di sinistra dipendono dallo stato d’animo e dalla disposizione a resistere o ad adeguarsi al sistema dei lavoratori. Per la gente comune, i dibattiti ideologici sono cosa di poca importanza.
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Lettera aperta al sindaco di Torino Piero Fassino - a cura di Ass. Nuova Colombia
L’Associazione nazionale Nuova Colombia, che da anni denuncia all’opinione pubblica italiana le sistematiche violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime oligarchico ai danni del popolo colombiano, e che si batte instancabilmente affinché si giunga ad una soluzione politica e pacifica del conflitto sociale e armato che insanguina la Colombia da oltre sessant’anni, apprendendo dagli organismi di stampa che lo scorso 14 gennaio Lei ha ricevuto il Vicepresidente della Colombia, Angelino Garzón, al Palazzo Civico di Torino, intende metterla a conoscenza di alcuni dati che evidentemente ignora.

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Leggete e firmate la petizione su www.disarmo.org/nof35

E’ molto importante essere in tanti. Le firme verranno consegnate prossimamente.
Perchè dire NO al cacciabombardiere F-35 Joint Strike Fighter?
Anche se il Governo tiene bloccata da tempo (almeno dalla fine 2009) la decisione definitiva, l’Italia a breve potrebbe perfezionare l’acquisto di oltre 130 cacciabombardieri d’attacco Joint Strike Fighter F-35: un programma che ad oggi ci è costato già 1,5 miliardi di euro ne costerà almeno altri 15, solo per l’acquisto dei velivoli, arrivando ad un impatto di 20 miliardi nei prossimi anni. Senza contare il mantenimento successivo di tali velivoli.
Siamo quindi in gioco, come partner privilegiato, nel più grande progetto aeronautico militare della storia, costellato di problemi, sprechi e budget sempre in crescita, mentre diversi altri paesi partecipanti - tra cui Gran Bretagna, Norvegia, Olanda, Danimarca e gli stessi Stati Uniti capofila! - hanno sollevato dubbi e rivisto la propria partecipazione. In questo periodo di crisi e di mancanza di risorse per tutti i settori della nostra società, diviene perciò importante effettuare pressione sul Governo italiano affinché decida di rivedere la propria intenzione verso l’acquisto degli F-35, scegliendo altre strade più necessarie ed efficaci sia nell’utilizzo dei fondi (verso investimenti sociali) sia nella costruzione di un nuovo modello di difesa. L'esempio del programma Joint Strike Fighter deve quindi servire come emblema degli alti sprechi legati alle spese militari e della necessità di un forte taglio delle stesse verso nuovi investimenti più giusti, sensati, produttivi.
Per questo noi diciamo:

  • NO allo spreco di risorse per aerei da guerra sovradimensionati e contrari allo spirito della nostra Costituzione
  • SI all’utilizzo di questi ingenti risorse per le necessità vere del paese: rilancio dell’economia, ricostruzione dei luoghi colpiti da disastri naturali, sostegno all’occupazione
  • NO alla partecipazione ad un programma fallimentare anche nell’efficienza: il costo per velivolo è già passato (prima della produzione definitiva) da 80 milioni di dollari a 130 milioni di dollari (dati medi sulle tre tipologie)
  • SI all’investimento delle stesse risorse per nuove scuole, nuovi asili, un sostegno vero all’occupazione, l’investimento per la ricerca e l’Università, il miglioramento delle condizioni di cura sanitaria nel nostro Paese
  • NO al programmi militari pluriennali e mastodontici, pensati per contesti diversi (in questo caso la guerra fredda) ed incapaci garantire Pace e sicurezza
  • SI all’utilizzo delle risorse umane del nostro Governo e delle nostre Forze Armate non per il vantaggio commerciale dell’industria bellica, ma per la costruzione di vera sicurezza per l’Italia
  • NO al soggiacere delle scelte politiche agli interessi economici particolari dell’industria a produzione militare e dei vantaggi che essa crea per pochi strati di privilegiati
  • SI al ripensamento della nostra difesa nazionale come strumento a servizio di tutta la società e non come sacca di privilegi e potere


Firma anche tu l'appello proposto dalla nostra mobilitazione o scarica il modulo da far firmare
Aderisci: Come persona - Come organizzazione 
La seconda fase di questa mobilitazione è rilanciata da:


Rete Italiana per il Disarmo
Campagna Sbilanciamoci!
Tavola della Pace
Grillo news
Unimondo


Fonte: Rete Italiana per il Disarmo - 21 settembre 2011

 

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